BCE
Tassi zona euro, il mercato potrebbe posizionarsi su un percorso di rialzi più rapido
C’è molta attesa per la riunione della BCE di giovedì che cade in un momento in cui le tensioni tra Roma e Bruxelles sono alle stelle e lo spread italiano ai massimi dal 2013.
22 Ottobre 2018 15:01
La prossima riunione della BCE, prevista per giovedì 25 ottobre, avrà i riflettori puntati non soltanto per l’importanza che ricopre di solito il meeting della banca centrale europea ma anche per il delicatissimo momento in cui cade. Il governo italiano è infatti chiamato a fornire entro il 22 ottobre una risposta ai rilievi che la commissione europea ha mosso sull’aggiornamento al DEF (Documento di economia e finanza) proprio mentre lo spread tra il rendimento dei titoli di stato italiani e quelli tedeschi ha toccato livelli che non si vedevano dal 2013.
La sensazione di Richard Booth, Portfolio Manager e Research Analyst di Western Asset (gruppo Legg Mason), è che la BCE si mostri al momento più fiduciosa sul trend dei prezzi al consumo, concentrandosi semmai sulla formazione dei salari. Certo, anche la nomina del nuovo presidente della BCE che sarà chiamato a sostituire Mario Draghi nell’autunno del prossimo anno avrà una sua rilevanza.
Ma se ad assumere la carica fosse Erkki Liikanen, uno stretto collaboratore di Draghi, come al momento sembra probabile, secondo Richard Booth dovrebbe cambiare relativamente poco nell’indirizzo generale dell’Eurotower. Al momento non si può sapere se nella prossima riunione la BCE intenda rivelare con maggiore precisione quando pensa di aumentare i tassi, ma le attuali quotazioni di mercato incorporano un trend molto moderato, con il primo vero rialzo di 20 punti base (+0,20%) atteso non prima del primo trimestre 2020.
“Tuttavia, se la nostra previsione di un’inflazione di fondo che crescerà più di quanto il mercato si aspetta si rivelerà esatta, crediamo che il mercato possa presto cominciare a prezzare un percorso di rialzi dei tassi più rapido” puntualizza Richard Booth. La conclusione dell’esperto parte dall’analisi della situazione attuale che, dopo un periodo di pausa, vede le aspettative di inflazione in graduale rialzo nella zona euro.
“Nel medio termine, prevediamo che l’inflazione di fondo salirà ancora raggiungendo – e potenzialmente superando– l’1,5%, ma la nostra view resta comunque al di sotto delle stime della BCE, che parlano di un’inflazione di fondo all’1,6% nel 2019 e all’1,9% nel 2020” specifica Richard Booth che giustifica queste sue proiezioni sottolineando anche un altro aspetto emerso negli ultimi tre anni: i dati a consuntivo del carovita della zona euro si sono rivelati di mezzo punto percentuale al di sotto della media delle previsioni degli esperti della banca centrale europea.
Per quanto riguarda gli altri temi possibili oggetto di possibile discussione nel prossimo meeting, è probabile che le previsioni di crescita (alla luce soprattutto dei potenziali impatti delle guerre commerciali) e l’ipotesi di ridurre gli acquisti mensili di bond o di acquistare titoli di maggior durata attraverso i reinvestimenti, costituiscano due capitoli di rilievo. Questo anche alla luce del fatto che Draghi ha annunciato il piano di riduzione del PSPP ( Programma di acquisto di titoli pubblici) da 30 a 15 miliardi al mese, per poi azzerarli del tutto entro fine anno, se i dati economici confermeranno le sue previsioni.
BCE FIDUCIOSA SULL’INFLAZIONE
La sensazione di Richard Booth, Portfolio Manager e Research Analyst di Western Asset (gruppo Legg Mason), è che la BCE si mostri al momento più fiduciosa sul trend dei prezzi al consumo, concentrandosi semmai sulla formazione dei salari. Certo, anche la nomina del nuovo presidente della BCE che sarà chiamato a sostituire Mario Draghi nell’autunno del prossimo anno avrà una sua rilevanza.
IL SUCCESSORE DI DRAGHI
Ma se ad assumere la carica fosse Erkki Liikanen, uno stretto collaboratore di Draghi, come al momento sembra probabile, secondo Richard Booth dovrebbe cambiare relativamente poco nell’indirizzo generale dell’Eurotower. Al momento non si può sapere se nella prossima riunione la BCE intenda rivelare con maggiore precisione quando pensa di aumentare i tassi, ma le attuali quotazioni di mercato incorporano un trend molto moderato, con il primo vero rialzo di 20 punti base (+0,20%) atteso non prima del primo trimestre 2020.
PERCORSO DI RIALZO DEI TASSI PIÙ RAPIDO
“Tuttavia, se la nostra previsione di un’inflazione di fondo che crescerà più di quanto il mercato si aspetta si rivelerà esatta, crediamo che il mercato possa presto cominciare a prezzare un percorso di rialzi dei tassi più rapido” puntualizza Richard Booth. La conclusione dell’esperto parte dall’analisi della situazione attuale che, dopo un periodo di pausa, vede le aspettative di inflazione in graduale rialzo nella zona euro.
INFLAZIONE ORIENTATA VERSO QUOTA 1,5%
“Nel medio termine, prevediamo che l’inflazione di fondo salirà ancora raggiungendo – e potenzialmente superando– l’1,5%, ma la nostra view resta comunque al di sotto delle stime della BCE, che parlano di un’inflazione di fondo all’1,6% nel 2019 e all’1,9% nel 2020” specifica Richard Booth che giustifica queste sue proiezioni sottolineando anche un altro aspetto emerso negli ultimi tre anni: i dati a consuntivo del carovita della zona euro si sono rivelati di mezzo punto percentuale al di sotto della media delle previsioni degli esperti della banca centrale europea.
Azionario europeo, una strategia per guardare oltre la nebbia politica
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GLI ALTRI TEMI DI DISCUSSIONE DEL MEETING
Per quanto riguarda gli altri temi possibili oggetto di possibile discussione nel prossimo meeting, è probabile che le previsioni di crescita (alla luce soprattutto dei potenziali impatti delle guerre commerciali) e l’ipotesi di ridurre gli acquisti mensili di bond o di acquistare titoli di maggior durata attraverso i reinvestimenti, costituiscano due capitoli di rilievo. Questo anche alla luce del fatto che Draghi ha annunciato il piano di riduzione del PSPP ( Programma di acquisto di titoli pubblici) da 30 a 15 miliardi al mese, per poi azzerarli del tutto entro fine anno, se i dati economici confermeranno le sue previsioni.
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