correzione di borsa

Chiamiamola pure correzione, ma il ciclo resta intatto

Secondo l’analisi di TwentyFour Asset Management, il nervosismo alimentato dal timore che la Fed stia esagerando con i rialzi dei tassi ha causato qualche turbolenza ma non ha molto fondamento

23 Ottobre 2018 15:59

financialounge -  correzione di borsa David Norris TwentyFour Asset Management Vontobel Wall Street
Qualche settimana di volatilità può aver indotto gli investitori nel reddito fisso ad allacciarsi le cinture di sicurezza, dopo che il capo della Fed Jerome Powell ha indicato che la politica monetaria USA è ancora “tutt’altro che neutrale”, provocando qualche turbolenza sul mercato del credito e sull’azionario. Il rendimento del T-bond a 10 anni ha rotto al rialzo l’importante resistenza a 3,125%, ed è andato rapidamente a testare quota 3,25%, mentre lo spread con il rendimento a 2 anni si è allargato a 35 punti base dopo essere sceso fino a 20 in estate e l’azionario ha sofferto una correzione finora tutto sommato abbastanza contenuta, con gli spread sul mercato del credito saliti di 40 punti dai recenti minimi.

C’E’ STATO IL TIMORE CHE LA FED POTESSE SBAGLIARE


Secondo David Norris, Head of Credit USA di TwentyFour Asset Management, i mercati hanno segnalato di temere un errore di politica da parte della Fed, con rialzi dei tassi troppo veloci che potrebbero involontariamente accelerare la fine del ciclo del credito. Un’eventualità ben presente nella mente di tutti dopo l’appiattimento della curva dei tassi USA negli ultimi mesi. Ma, osserva Norris, Powell e i suoi colleghi del FOMC finora hanno preferito ignorare le folate di volatilità e le turbolenze geopolitiche per restare fermamente sul cammino tracciato dai modelli previsivi della Fed. Un atteggiamento che per l’esperto è motivato dai dati: disoccupazione al 3,8%, inflazione al target del 2%, forte fiducia dei consumatori, spread del credito ai minimi di sempre e un PIL che continua a viaggiare al 4%. Prendendo alla lettera i modelli previsivi della Fed si continua ad andare verso un altro rialzo in corso di 2018 più altri tre nel 2019, per un totale di altri 100 punti base sopra i livelli attuali.

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DOPO UNA CORREZIONE DI SOLITO ARRIVA IL RIMBALZO


Allora, si chiede Norris, cosa ci aspetta? La breve turbolenza sperimentata in queste settimane è stata una correzione salutare che apre nuova strada per correre all’attuale ciclo, oppure ci sta segnalando che la Fed sta per commettere qualche errore che potrebbe accelerare la fine del ciclo? A meno che dietro l’angolo non si nasconda qualche grosso evento negativo e inatteso, è la risposta di Norris, dopo una correzione come questa i mercati tendono a rimbalzare. E poi, aggiunge l’esperto, spread del credito a 40 punti base sopra i minimi non possono neanche essere considerati una vera correzione, ma solo il segnale che il mercato USA si sta semplicemente allineando con l’allargamento degli spread già visto in Europa quest’anno. Difficile vedere rischi sul mercato del credito dopo un movimento così modesto.

I CATALIZZATORI NON MANCANO


Secondo Norris bisogna quindi chiedersi semplicemente quale può essere il catalizzatore di un prevedibile rimbalzo. Fortunatamente, aggiunge, ce ne sono diversi all’orizzonte, a cominciare dalla stagione in corso delle trimestrali, che ci sta ricordando che il ciclo resta intatto nonostante l’età. La crescita degli utili fornisce al mercato una buona misura del clima del business, e di come i forti fondamentali su cui la Fed basa la sua analisi si riflettano nell’economia reale.

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