debito emergente
Mercati emergenti, la solida crescita globale spingerà i flussi in entrata
L’aumento dei tassi del mercato obbligazionario USA dipende da un’accelerazione delle crescita e non dall’inflazione questo, di solito, alimenta l’appetito al rischio da parte degli investitori.
23 Ottobre 2018 09:34
Negli ultimi anni gli investitori obbligazionari hanno beneficiato di un eccezionale periodo rialzista dei prezzi dei bond grazie al poderoso ribasso dei tassi di interesse, che si muovono infatti in direzione opposta ai prezzi delle obbligazioni. Ma ultimamente i possessori di bond hanno dovuto fare i conti con un contesto di mercato che si sta modificando, con le banche centrali sempre meno accomodanti e i tassi di intesse in graduale (ma costante) rialzo. Il risultato è che allestire portafogli obbligazionari è sempre più complesso e comporta maggiori rischi rispetto al recente passato.
In quest’ottica, Mike Biggs, Investment manager delle strategie obbligazionarie Local Emerging Market di GAM Investments, invita ad osservare la correlazione negativa tra il rendimento del mercato obbligazionario e gli indici azionari che, dal 2000, delinea la tendenza a sostegno dell’outlook per gli asset di rischio (non soltanto le azioni, ma anche debito emergente e high yield).
L’esperto, reputa poco probabile un ritorno, almeno nell’immediato, ad una correlazione positiva a meno che la Federal Reserve americana non cambi opinione sull’inflazione e cominci a ipotizzare un carovita più aggressivo negli States. “Nel caso in cui il rialzo dei rendimenti obbligazionari fosse graduale o registrasse un movimento laterale, allora il regime di correlazione negativa dovrebbe persistere, fattore che dovrebbe, con tutta probabilità, supportare i prezzi degli asset” specifica Mike Biggs.
Una ipotesi, la sua, che si basa su un outlook per la crescita ancora moderatamente positivo dal punto di vista dei fondamentali. E questo sulla base degli ultimi dati manifatturieri PMI (solo lievemente più bassi rispetto ai picchi degli scorsi trimestri), mentre i prezzi al consumo hanno superato le attese. Alla luce di questa view, anche il deciso rialzo da inizio anno dei tassi delle obbligazioni USA (40 punti base solo nell’ultimo mese) non viene ritenuta una minaccia per l’outlook sui prezzi degli asset.
Secondo l’esperto, infatti, occorre considerare che la ragione di questo incremento non è imputabile ad un aumento del carovita quanto piuttosto ad una crescita economica più sostenuta. E che sia questa la motivazione, sottolinea l’esperto, lo dimostrano sia gli indicatori dei tassi reali che la stabilità delle aspettative di inflazione.
Detto ciò, se queste sono le ragioni del rialzo dei rendimenti, allora le prospettive diventano positive anche per i mercati emergenti. Infatti, in base ad uno studio dell’FMI (Fondo Monetario Internazionale), quando si materializza un rialzo dei tassi di interesse nelle economie sviluppate dovuto ad un’impennata nella crescita, di solito fa seguito un flusso di investimenti verso i mercati emergenti e un incremento della produzione, e viceversa.
CORRELAZIONE NEGATIVA TRA TASSI DEI BOND E AZIONI
In quest’ottica, Mike Biggs, Investment manager delle strategie obbligazionarie Local Emerging Market di GAM Investments, invita ad osservare la correlazione negativa tra il rendimento del mercato obbligazionario e gli indici azionari che, dal 2000, delinea la tendenza a sostegno dell’outlook per gli asset di rischio (non soltanto le azioni, ma anche debito emergente e high yield).
Debito emergente, le scelte per sfruttare un’inversione di tendenza
Debito emergente, le scelte per sfruttare un’inversione di tendenza
L’INFLAZIONE POTREBBE FAR CAMBIARE OPINIONE ALLA FED
L’esperto, reputa poco probabile un ritorno, almeno nell’immediato, ad una correlazione positiva a meno che la Federal Reserve americana non cambi opinione sull’inflazione e cominci a ipotizzare un carovita più aggressivo negli States. “Nel caso in cui il rialzo dei rendimenti obbligazionari fosse graduale o registrasse un movimento laterale, allora il regime di correlazione negativa dovrebbe persistere, fattore che dovrebbe, con tutta probabilità, supportare i prezzi degli asset” specifica Mike Biggs.
OUTLOOK POSIVITO PER LA CRESCITA
Una ipotesi, la sua, che si basa su un outlook per la crescita ancora moderatamente positivo dal punto di vista dei fondamentali. E questo sulla base degli ultimi dati manifatturieri PMI (solo lievemente più bassi rispetto ai picchi degli scorsi trimestri), mentre i prezzi al consumo hanno superato le attese. Alla luce di questa view, anche il deciso rialzo da inizio anno dei tassi delle obbligazioni USA (40 punti base solo nell’ultimo mese) non viene ritenuta una minaccia per l’outlook sui prezzi degli asset.
Secondo l’esperto, infatti, occorre considerare che la ragione di questo incremento non è imputabile ad un aumento del carovita quanto piuttosto ad una crescita economica più sostenuta. E che sia questa la motivazione, sottolinea l’esperto, lo dimostrano sia gli indicatori dei tassi reali che la stabilità delle aspettative di inflazione.
Portafogli obbligazionari costruiti su quattro solidi pilastri
Portafogli obbligazionari costruiti su quattro solidi pilastri
PROSPETTIVE POSITIVE PER I MERCATI EMERGENTI
Detto ciò, se queste sono le ragioni del rialzo dei rendimenti, allora le prospettive diventano positive anche per i mercati emergenti. Infatti, in base ad uno studio dell’FMI (Fondo Monetario Internazionale), quando si materializza un rialzo dei tassi di interesse nelle economie sviluppate dovuto ad un’impennata nella crescita, di solito fa seguito un flusso di investimenti verso i mercati emergenti e un incremento della produzione, e viceversa.