Candriam

Lo storno di Wall Street non ha ragioni sostanziali

Per Candriam il sell off che ha colpito l’azionario non ha un singolo catalizzatore, ma sconta la percezione di una serie di rischi che si aggiunge a un posizionamento molto forte sui titoli growth.

24 Ottobre 2018 09:52

financialounge -  Candriam correzione di borsa Nadège Dufossé Wall Street
Il 10 ottobre sia il Dow Jones Industrial che il Nasdaq hanno registrato vendite significative, ma la causa non va ricercata in un singolo catalizzatore, quanto piuttosto nella percezione di un'ampia serie di rischi, abbinata a un posizionamento estremo sull’azionario americano. Negli ultimi mesi infatti la divergenza di performance tra gli USA e il resto del mondo ha raggiunto livelli estremi, portando chi investe seguendo i trend a detenere posizioni molto lunghe sui titoli growth e sulle azioni statunitensi, in particolare nel settore tecnologico. Analogamente a quanto accaduto tra fine gennaio e febbraio di quest’anno, il calo dei prezzi di mercato e l’aumento della volatilità hanno innescato alcuni stop-loss nei fondi sistematici, determinando deflussi significativi e un sell-off quasi senza nessun acquirente di azioni, in quanto i fondi long-only non hanno ancora iniziato a comprare mentre non sono ancora partiti i buy back societari.

GIUDIZIO NEUTRAL CON APPROCCIO ATTIVO E OPPORTUNISTICO


E’ in sintesi il punto della situazione fatto da Nadège Dufossé, CFA, Head of Asset Allocation di Candriam, secondo cui “non c’è stata quindi nessuna ragione sostanziale dietro al netto calo dei mercati, sebbene siano ancora presenti rischi macroeconomici”. Dufossé ne evidenzia soprattutto due. Il primo è che con il mercato appena sotto i massimi storici, la Fed non vede motivo di discostarsi dal graduale percorso di rialzi dei tassi. Il secondo è che il conflitto commerciale tra USA e Cina si è notevolmente inasprito. Per quanto riguarda i prossimi possibili sviluppi l’esperta ricorda che nell'ambito della strategia di asset allocation globale, dal primo ottobre Candriam è passata a un posizionamento “neutral” sull’azionario, riducendo l’esposizione su Eurozona, Stati Uniti e Mercati Emergenti, adottando un approccio che la Dufossé definisce “attivo e opportunistico”, appropriato per un mercato in rapida evoluzione.

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FONDAMENTALI ECONOMICI E SOCIETARI FAVOREVOLI


L’esperta di Candriam osserva che esistono potenziali “trigger” di performance, tra cui la stagione delle trimestrali, che induce gli operatori a guardare ai fondamentali, e l’attesa per i buyback societari che dovrebbero partire nelle prossime settimane, dopo il periodo di blackout dovuto proprio alla pubblicazione dei risultati societari, che potrebbero rivelarsi un catalizzatore positivo. Nonostante la maggiore volatilità e le circostanze di mercato più difficili, Candriam mantiene invariata la prospettiva costruttiva di medio periodo, adottando però un atteggiamento opportunistico e pronta a rivalutare il posizionamento qualora dovesse individuare un possibile punto di svolta, che potrebbe finire per non essere così lontano dai livelli attuali. Secondo Candriam i fondamentali, di importanza cruciale per la performance dei mercati, rimangono favorevoli: il ciclo economico continua ad avanzare, gli utili societari sono ancora in crescita e le valutazioni azionarie sembrano relativamente interessanti, con rendimenti attesi a un anno prossimi a una crescita a due cifre.

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POSSIBILE POTENZIALE IN EUROPA E NEL DEBITO DEGLI EMERGENTI


In un’ottica di medio periodo, la casa d’investimento crede ancora che nell’Eurozona e nei Mercati Emergenti ci sia un potenziale maggiore, dati i premi di rischio più elevati. Tra i principali rischi rispetto a uno scenario di base moderatamente rialzista per l’azionario Candriam cita un arresto improvviso dell’attuale espansione economica, un’eccessiva riduzione della liquidità del dollaro e l’avvio di una spirale di tensioni geopolitiche. Nel frattempo mantiene quindi una duration breve per limitare l’impatto della volatilità e tende ad essere negativa sulle obbligazioni, eccetto che sul debito dei Mercati Emergenti.

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