Antonio Anniballe

Scelte di portafoglio, è il momento di misure supplementari di cautela

Occorre dedicare una quota del portafoglio alle componenti a bassa correlazione con i beta più rischiosi come i crediti a breve scadenza, i Cat bond, gli MBS e i titoli governativi USA a breve scadenza.

di Redazione 26 Ottobre 2018 09:36

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Che l’andamento dei tassi statunitensi e, di riflesso, quelli del mercato obbligazionario, siano sempre più determinanti per indirizzare i mercati è ormai del tutto evidente. Lo si era visto nella correzione di febbraio e lo si sta sperimentando di nuovo in questa turbolenza,  partita lo scorso 10 ottobre, proprio quando i tassi a 10 anni dei titoli di stato (Treasury) USA hanno evidenziato un allungo. In quest’ottica, i verbali dalla Federal Reserve costituiscono una preziosa ulteriore chiave di lettura per cercare di delineare dove potrebbe muoversi la banca centrale statunitense nei prossimi mesi.

I VERBALI DELLE FED DI SETTEMBRE


Non fanno eccezione i verbali della riunione della Fed di fine settembre, nel corso della quale la banca centrale ha deciso di aumentare dello 0,25% i tassi: pur non rivelando sorprese, hanno fornito indizi di rilievo. In particolare, la maggioranza dei membri del FOMC, (Federal Open Market Committee, l’organismo della Fed che governa la politica monetaria) stima tre aumenti dei tassi per l’anno mentre cinque di loro ne prevedono di più. “L’intervento sui tassi a dicembre è ampiamente atteso, ma i prezzi dei futures sui Fed Funds scontano un 60% di probabilità di due nuovi aumenti nel corso del 2019, con obiettivo 3%. Tuttavia, le probabilità di tre aumenti l’anno prossimo sono di appena 25%” fa presente Carlo Benetti, Market Specialist di GAM (Italia) SGR, nell'Alpha e il Beta del 22 ottobre.

ALLA RICERCA DEL TASSO NATURALE


Il vero punto critico è stabilire quale sarà il  tasso naturale (né espansivo né restrittivo). In un percorso in cui la Fed dovrà valutare il comportamento del dollaro, con particolare attenzione per le implicazioni che un suo rafforzamento avrebbe sul commercio internazionale e sui flussi in entrata e in uscita dai mercati emergenti. Il tutto senza trascurare che una valuta forte non agevola affatto la chiara volontà dell’amministrazione Trump di diminuire il disavanzo commerciale con il resto del mondo.

FATTORI POSITIVI E INTRALCI SI ANNULLANO


Resta il fatto che, nel brevissimo termine, i fattori positivi e di supporto ai mercati sembrano annullati o, quantomeno, congelati da quelli di intralcio. Infatti, se i buoni utili aziendali del terzo trimestre, gli effetti del taglio delle tasse negli USA, l’aumento del reddito reale e del risparmio delle famiglie americane costituiscono validi elementi a favore della Borsa americana, la diminuzione dell’appetito per il rischio e il ridimensionamento degli eccessi del settore tecnologico fungono da freno. In Europa, allo stesso modo, se è vero che i fondamentali delle aziende continuano a essere buoni e gli utili convincenti, è altrettanto vero che prosegue un deterioramento del quadro politico mentre affiorano specifiche implicazioni della guerra commerciale nei settori della tecnologia, del lusso, e automobilistico.

Portafogli obbligazionari costruiti su quattro solidi pilastri


Portafogli obbligazionari costruiti su quattro solidi pilastri





MISURE SUPPLEMENTARI DI CAUTELA


“Alla luce di tutte queste variabili, non è ancora arrivato il momento di allestire portafogli per una condizione nuova e diversa, quanto piuttosto per misure supplementari di cautela” tiene a sottolineare Carlo Benetti. Tradotto in pratica, significa per esempio dedicare una quota del portafoglio alle componenti a bassa correlazione con i beta più rischiosi (azioni e obbligazioni societarie di medio bassa qualità) come i crediti a breve scadenza, i Cat bond, gli MBS (titoli garantiti da mutui ipotecari USA), e i titoli governativi USA a breve scadenza. In questa fase del ciclo meritano inoltre attenzione, secondo Antonio Anniballe, gestore del team Multi-Asset GAM di Milano, specifiche strategie alternative. In particolare la long/short di tipo market neutral (con posizioni sia al rialzo che al ribasso ma con un saldo complessivo neutrale), che è in grado di garantire un contributo positivo alla performance anche in un contesto di mercato con ampie oscillazioni.

MERCATI EMERGENTI, MA CON CONTRAPPESI


D’altra parte, puntualizza Antonio Anniballe, il sovrappeso alle azioni nelle strategie multi asset da lui gestite resta giustificata, non tanto dai risultati trimestrali buoni annunciati in questi giorni, quanto piuttosto dalla tenuta del ciclo economico e dalla sostenibilità futura dei bilanci societari. “Abbiamo aumentato tatticamente l’esposizione all’azionario emergente, in considerazione di valutazioni estremamente contenute, ma al tempo stesso, in caso di deterioramento del quadro macro, manteniamo opportuni contrappesi come le componenti di volatilità, market neutral e global macro” rivela infine Antonio Anniballe.

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