Columbia Threadneedle Investments

Azionario USA, forse è davvero iniziato il momento delle small cap

Attraverso lo studio della storia dei mercati azionari statunitensi, Columbia TI ha notato che quando i tassi dei Treasury aumentano le small cap tendono a fare meglio delle large cap.

di Redazione 2 Novembre 2018 12:17

financialounge -  Columbia Threadneedle Investments Nicolas Janvier small cap tassi USA
Tra le tante ragioni che gli addetti ai lavori citano per giustificare la correzione dei mercati azionari di inizio anno e quella attuale emerge un denominatore comune: il rialzo dei rendimenti dei titoli di stato (Treasury) USA a lungo termine. Quello che probabilmente non è stato ricordato però è che quando i tassi dei Treasury statunitensi crescono, i titoli small cap tendono storicamente a registrare performance superiori a quelle delle large cap. “Attraverso lo studio della storia dei mercati azionari statunitensi, abbiamo individuato una correlazione tra periodi di rialzo dei tassi d'interesse e extrarendimento delle aziende USA a bassa capitalizzazione rispetto a quelle di maggiori dimensioni di mercato” rivela Nicolas Janvier, gestore azionario USA di Columbia Threadneedle Investments.

LE STATISTICHE DEL PASSATO


Il suo riferimento è, per esempio, al periodo che va dai primi anni Sessanta ai primi anni Ottanta: in un contesto in cui i tassi d'interesse tendevano a crescere, le small cap statunitensi registravano una perfomance del 13% annuo rispetto al 7,6% dell'indice S&P 500. Viceversa, nei successivi  20 anni quando, a fronte di tassi in contrazione, l'indice S&P 500 mostrava un rendimento annuo vicino al 17%, di quattro punti superiore a quello dell’indice delle società a bassa capitalizzazione.

LE RAGIONI SPECIFICHE A FAVORE DELLE SMALL CAP


Al di là delle evidenze statistiche, esistono ragioni specifiche che giustificano la migliore predisposizione delle small cap in un ambiente come quello attuale di tassi in tendenziale rialzo. In primis, le small cap dipendono fortemente dalle condizioni dell'economia statunitense: un costante e graduale incremento dei rendimenti dei Treasury segnala una economia in salute.

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FORTE DIPENDENZA DALL’ECONOMIA INTERNA


Mentre le aziende di grandi dimensioni generano tra il 55% e il 60% del proprio fatturato sul mercato interno, le small cap dipendono per l’80 per cento. In pratica, le piccole imprese tendono a riflettere in modo più diretto la performance dell'economia statunitense interna mentre le large cap dipendono in misura maggiore dallo scenario internazionale. Ora, dal momento che l'attuale contesto macroeconomico statunitense è ancora piuttosto solido, le prospettive degli utili per le small cap sono positive e, inoltre, delineano un quadro in miglioramento.

INDICI PIU’ ESPOSTI AI TITOLI FINANZIARI


In secondo luogo, emerge una diversa composizione degli indici. Quello delle small cap vanta al proprio interno una quota maggiore di titoli finanziari e, in particolare, una lunga serie di piccole banche regionali. Proprio gli istituti di credito beneficiano in due modi del rialzo dei tassi. Il primo deriva dal fatto che un clima economico positivo tende a stimolare la domanda di finanziamenti, sia da parte delle famigli che delle imprese. Il secondo è dato dai margini di interesse: le banche assumono prestiti a breve termine e concedono finanziamenti a lungo termine e una curva dei rendimenti più ripida migliora il loro margine d'interesse netto.

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I VANTAGGI DAI TAGLI FISCALI DI TRUMP


In terzo luogo, le società di più piccole dimensioni sono le maggiori beneficiarie della riforma fiscale implementata dall’amministrazione Trump. “L'aliquota fiscale media precedentemente applicata alle small cap era nell'ordine del 30% rispetto al 25% circa delle società dell'indice S&P 500. Ma i flussi di cassa delle small cap sono migliorati drasticamente allorché l'aliquota fiscale è stata tagliata al 21%” asserisce Nicolas Janvier.  Per contro, occorre ammettere che, nel caso in cui il rialzo dei tassi spingesse i rendimenti dei Treasury molto al di sopra dell’attuale range (3,0% - 3,20%), le ripercussioni negative si farebbero sentire anche sulle azioni small cap, azzerandone i vantaggi competitivi rispetto alle large cap.

UN REGIME FAVOREVOLE A NON TUTTI I GESTORI ATTIVI


Nel frattempo, l’appeal delle oltre 2.500 small cap statunitensi è piuttosto notevole anche perché la copertura da parte degli analisti e la liquidità sono molto inferiori rispetto all'universo delle large cap. Un ambiente ideale per gli investitori più selettivi alla ricerca di opportunità in un mercato che si muove verso un regime di maggiore dispersione.  “Ciò detto, per molti investitori professionisti questo possibile regime di rialzo dei tassi è un territorio ancora inesplorato. Infatti, è dai primi anni Ottanta che gli Stati Uniti non vivono un periodo prolungato di rialzo dei tassi e i gestore di fondi che hanno maturato esperienza di gestione in un contesto di questo tipo sono davvero pochi” specifica Nicolas Janvier.

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