Amundi
Come scegliere le azioni USA dopo il risultato del mid-term
Taubes (AMUNDI) dopo l’esito delle elezioni di mid term, formula un suggerimento per investire nell’azionario statunitense: basarsi sulle valutazioni combinando opportunamente qualità e valore.
9 Novembre 2018 09:30
I risultati nelle elezioni statunitensi di mid-term hanno sancito l’affermazione dei democratici alla Camera mentre i repubblicani hanno rafforzato la loro maggioranza al Senato. Si tratta di un esito in linea con le previsioni della vigilia e che ha ampiamente confermato lo scenario centrale di AMUNDI nel quale emerge un Congresso diviso da cui potrebbero scaturire due scenari nella interazione tra la leadership dei Democratici alla Camera e l’amministrazione Trump.
“Il primo scenario è quello caratterizzato da un governo progressivamente diviso che difficilmente riuscirà ad emanare un numero cospicuo di leggi di rilievo” afferma Kenneth J. Taubes, CIO of US Investment Management di AMUNDI che, nel secondo scenario, ipotizza invece un ambiente più costruttivo che faccia leva su specifici punti di contatto tra Trump e la leadership democratica alla Camera, a cominciare per esempio dagli investimenti in infrastrutture. Più in generale, dal momento che i democratici non dispongono di una maggioranza a prova di veto alla Camera o al Senato, è piuttosto improbabile che possa passare una revoca del piano fiscale di Trump. Il quale, dal canto suo, dovrà però nei prossimi mesi fare i conti con una Camera dei deputati (a cui fanno capo le competenze sulle questioni di bilancio) a maggioranza democratica. E’ pertanto probabile che Trump continui a forzare il fronte del commercio estero e decidere di implementare i dazi sui rimanenti 267 miliardi di dollari di esportazioni cinesi negli Stati Uniti.
Per quanto riguarda le implicazioni dei risultati delle elezioni sul mercato obbligazionario, Kenneth J. Taubes ritiene che potrebbero esserci pressioni nel momento in cui il Presidente e il Congresso dovessero approvare un nuovo programma di stimoli fiscali.
Da tenere sotto osservazione l’incremento del budget di spesa per le infrastrutture che potrebbe tonificare la crescita al punto di portare il ritmo dell’economia americana al di sopra del potenziale. Questo, secondo Kenneth J. Taubes, potrebbe comportare un’accelerazione della politica restrittiva da parte della Federal Reserve, magari persino con un curva dei tassi invertita (con i rendimenti dei titoli a breve termine superiori a quelli a lungo).
In ogni caso, l’esperto proietta nei prossimi mesi i rendimenti dei titoli di stato (Treasury) USA a 10 anni attorno ai livelli attuali mentre le obbligazioni societarie potrebbero subire pressioni sulla scia del rallentamento della crescita dei profitti e della stretta della Fed. Le raccomandazioni di Kenneth J. Taubes in ambito obbligazionario sono chiare: limitare l’esposizione ai bond aziendali, garantire una efficiente diversificazione del portafoglio e gestire attivamente la duration (la durata media dei titoli in portafoglio per ridurne la sensibilità all’aumento dei tassi, ndr) portandola vicino alla neutralità. Tra le tipologie di titoli preferiti dall’esperto in questa fase, figurano alcuni segmenti contraddistinti da asset con collaterale, inclusi gli MBS (Mortgage Backed Securities, titoli garantiti da ipoteche su immobili). Secondo l’esperto, occorre poi essere pronti a individuare un più interessante punto di ingresso nel mercato obbligazionario statunitense dal momento che il ciclo di rialzo dei tassi della Fed sembra prossimo alla fine.
A proposito di banca centrale USA, nel caso in cui la politica monetaria statunitense divenisse più restrittiva sulla scia di un ulteriore allentamento della politica fiscale, il dollaro potrebbe guadagnare terreno altrimenti è probabile che il biglietto verde continui ad oscillare intorno alle attuali valutazioni.
E riguardo a Wall Street? Se si osserva l’andamento del mercato azionario nel passato, gli indici hanno registrato performance fiacche o negative prima delle elezioni di mid-term per poi registrare un rally fino alla fine dell'anno. Ed è proprio questo che si aspetta Kenneth J. Taubes da qui a dicembre con un altro elemento da valutare: una maggiore spesa per le infrastrutture sarebbe ulteriore carburante per Wall Street. Tuttavia, nei prossimi mesi, il focus dei mercati sarà sui fondamentali e, in particolare, sulla dinamica dei profitti tenendo sotto stretta osservazione l’evoluzione della delle guerre commerciali che hanno la potenzialità di impattare sui margini e sugli utili. Uno scenario nel quale gli indici si muoveranno in linea con l’incremento dei profitti aziendali che, a loro volta, dipenderanno molto sia dal contesto economico che dagli investimenti.
“La selezione di temi, settori e singoli nomi sarà sempre più rilevante, in quanto la maturità del ciclo potrebbe alla fine diventare un ostacolo, se la Fed dovesse muoversi troppo al di sopra del tasso neutrale (livello né espansivo né restrittivo per l’economia), che è sempre difficile da valutare” puntualizza Kenneth J. Taubes che, infine, formula un ultimo suggerimento per investire nell’azionario statunitense: basarsi sulle valutazioni combinando opportunamente qualità e valore.
DUE SCENARI POSSIBILI
“Il primo scenario è quello caratterizzato da un governo progressivamente diviso che difficilmente riuscirà ad emanare un numero cospicuo di leggi di rilievo” afferma Kenneth J. Taubes, CIO of US Investment Management di AMUNDI che, nel secondo scenario, ipotizza invece un ambiente più costruttivo che faccia leva su specifici punti di contatto tra Trump e la leadership democratica alla Camera, a cominciare per esempio dagli investimenti in infrastrutture. Più in generale, dal momento che i democratici non dispongono di una maggioranza a prova di veto alla Camera o al Senato, è piuttosto improbabile che possa passare una revoca del piano fiscale di Trump. Il quale, dal canto suo, dovrà però nei prossimi mesi fare i conti con una Camera dei deputati (a cui fanno capo le competenze sulle questioni di bilancio) a maggioranza democratica. E’ pertanto probabile che Trump continui a forzare il fronte del commercio estero e decidere di implementare i dazi sui rimanenti 267 miliardi di dollari di esportazioni cinesi negli Stati Uniti.
LE IMPLICAZIONI SUL REDDITO FISSO
Per quanto riguarda le implicazioni dei risultati delle elezioni sul mercato obbligazionario, Kenneth J. Taubes ritiene che potrebbero esserci pressioni nel momento in cui il Presidente e il Congresso dovessero approvare un nuovo programma di stimoli fiscali.
Da tenere sotto osservazione l’incremento del budget di spesa per le infrastrutture che potrebbe tonificare la crescita al punto di portare il ritmo dell’economia americana al di sopra del potenziale. Questo, secondo Kenneth J. Taubes, potrebbe comportare un’accelerazione della politica restrittiva da parte della Federal Reserve, magari persino con un curva dei tassi invertita (con i rendimenti dei titoli a breve termine superiori a quelli a lungo).
GESTIONE ATTIVA DELLA DURATION
In ogni caso, l’esperto proietta nei prossimi mesi i rendimenti dei titoli di stato (Treasury) USA a 10 anni attorno ai livelli attuali mentre le obbligazioni societarie potrebbero subire pressioni sulla scia del rallentamento della crescita dei profitti e della stretta della Fed. Le raccomandazioni di Kenneth J. Taubes in ambito obbligazionario sono chiare: limitare l’esposizione ai bond aziendali, garantire una efficiente diversificazione del portafoglio e gestire attivamente la duration (la durata media dei titoli in portafoglio per ridurne la sensibilità all’aumento dei tassi, ndr) portandola vicino alla neutralità. Tra le tipologie di titoli preferiti dall’esperto in questa fase, figurano alcuni segmenti contraddistinti da asset con collaterale, inclusi gli MBS (Mortgage Backed Securities, titoli garantiti da ipoteche su immobili). Secondo l’esperto, occorre poi essere pronti a individuare un più interessante punto di ingresso nel mercato obbligazionario statunitense dal momento che il ciclo di rialzo dei tassi della Fed sembra prossimo alla fine.
Mercato obbligazionario, le spine dell’Italia e dei mercati emergenti
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DOLLARO STABILE A MENO CHE LA FED…
A proposito di banca centrale USA, nel caso in cui la politica monetaria statunitense divenisse più restrittiva sulla scia di un ulteriore allentamento della politica fiscale, il dollaro potrebbe guadagnare terreno altrimenti è probabile che il biglietto verde continui ad oscillare intorno alle attuali valutazioni.
POSSIBILE RALLY A WALL STREET FINO A DICEMBRE
E riguardo a Wall Street? Se si osserva l’andamento del mercato azionario nel passato, gli indici hanno registrato performance fiacche o negative prima delle elezioni di mid-term per poi registrare un rally fino alla fine dell'anno. Ed è proprio questo che si aspetta Kenneth J. Taubes da qui a dicembre con un altro elemento da valutare: una maggiore spesa per le infrastrutture sarebbe ulteriore carburante per Wall Street. Tuttavia, nei prossimi mesi, il focus dei mercati sarà sui fondamentali e, in particolare, sulla dinamica dei profitti tenendo sotto stretta osservazione l’evoluzione della delle guerre commerciali che hanno la potenzialità di impattare sui margini e sugli utili. Uno scenario nel quale gli indici si muoveranno in linea con l’incremento dei profitti aziendali che, a loro volta, dipenderanno molto sia dal contesto economico che dagli investimenti.
COMBINARE QUALITÀ E VALORE
“La selezione di temi, settori e singoli nomi sarà sempre più rilevante, in quanto la maturità del ciclo potrebbe alla fine diventare un ostacolo, se la Fed dovesse muoversi troppo al di sopra del tasso neutrale (livello né espansivo né restrittivo per l’economia), che è sempre difficile da valutare” puntualizza Kenneth J. Taubes che, infine, formula un ultimo suggerimento per investire nell’azionario statunitense: basarsi sulle valutazioni combinando opportunamente qualità e valore.