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Fiducia degli investitori, sale in Asia ma scende in Nord America

L’indice di fiducia degli investitori istituzionali rilevata in base all’indice ICI di State Street, scende ulteriormente a novembre confermando una esposizione ridotta agli asset di rischio.

4 Dicembre 2018 09:33

financialounge -  fiducia investitori indice di fiducia State Street Investor Confidence Index
Anche nel mese di novembre la fiducia degli investitori istituzionali ha mostrato un calo, confermando il trend discendente degli ultimi mesi e la minore inclinazione verso gli asset più rischiosi. A rivelarlo è lo State Street Investor Confidence Index (ICI) che nel mese di novembre è diminuito dagli 84,4 punti di ottobre agli attuali 82,7 punti, con una contrazione di 1,7 punti.

DIVERGENZA TRA LE TRE PRINCIPALI AREE


Dall’analisi delle tre principali aree geografiche emerge però una sostanziale divergenza. Mentre l’ICI del Nord America è in ulteriore discesa di 2,4 punti (da 81,6 a 79,2 punti) in Europa l’ICI index di riferimento ha messo a segno un lieve rialzo (+0,4 punti), attestandosi a quota 91,9, e l’ICI Asia è ritornato sopra i cento punti con un incremento di 2,6 punti, raggiungendo la soglia di 102,2. QUOTA 100 Da sottolineare che quota cento segna il discrimine dell’ICI index tra la propensione, da parte degli investitori, a impiegare risorse nelle asset class più rischiose (per un valore oltre tale livello) e l’avversione ad assumere posizioni di portafoglio più rischiose per ICI index sotto 100 punti.

PESANO LE FONTI DI RISCHIO


Secondo gli addetti ai lavori, i dati di novembre confermano che le diverse fonti di pericolo che si sono materializzate nel corso del 2018 continuano a pesare sulle scelte di investimento anche degli investitori istituzionali, nonostante questi ultimi abbiano di norma orizzonti temporali più lunghi rispetto al pubblico retail. Evidentemente, l’approssimarsi della fine del ciclo economico (che è tra i più lunghi della storia statunitense), le maggiori aspettative sull’inflazione (sebbene il prezzo del petrolio da ottobre sia drasticamente crollato) e la guerra commerciale alimentata dall’amministrazione Trump, hanno imposto ai responsabili degli investimenti istituzionali una maggiore cautela.

IL CALO DI FIDUCIA IL PEGGIORE DEGLI ULTIMI 10 ANNI


Resta il fatto che gli analisti che hanno redatto i report mensili sottolineano come il calo di fiducia degli investitori sia uno dei peggiori e più rapidi cali degli ultimi dieci anni. Un contesto di avversione al rischio che da settembre è sempre più evidente sebbene non manchino elementi sorprendenti come quello emerso questo mese. In uno scenario nel quale l’escalation dei dazi commerciali tra Stati Uniti e Cina rimaneva la principale e più acuta fonte di pericolo, il sentiment degli investitori istituzionali asiatici (cioè quelli che probabilmente risultano più degli altri esposti alle tariffe di Trump) è migliorato nel corso del mese.

WALL STREET ED EMERGENTI, UN BUON ENTRY POINT


Secondo alcuni osservatori, però, questa sarebbe solo un’apparente contraddizione in quanto gli investitori istituzionali asiatici, che diversificano i portafogli nelle asset class delle altre aree geografiche, potrebbero aver ritenuto la correzione in atto a Wall Street (e, in parte in Europa e nei mercati emergenti) un buon entry point per impiegare risorse disponibili in asset class più rischiose a sconto.

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