Edoardo Ugolini
Mercati azionari, ci potrebbero presto essere le basi per un rimbalzo a inizio 2019
Tuttavia, secondo Ugolini (Zest AM) i mercati evidenziano un upside limitato nei prossimi anni (pari al 5% circa annuo), mentre la volatilità resterà alta: necessario un atteggiamento opportunistico
7 Dicembre 2018 09:00
Anche dicembre sembra partito per i mercati finanziari nella scia dei denominatori comuni degli ultimi due mesi: incertezza, volatilità e nervosismo. Eppure almeno due aspetti avrebbero dovuto giocare a favore della propensione al rischio degli investitori. Il vertice tra il presidente americano Trump e quello cinese XI si è concluso con l’annuncio di negoziazioni che congelano per 90 giorni l’incremento dei dazi dal 10% al 25% previsto sulle importazioni di merci cinesi negli Stati Uniti. In secondo luogo, la Federal Reserve a fine mese ha lasciato intendere che non ha intenzione di aumentare i tassi fino a deprimere la crescita, di fatto restando ‘behind the curve’, ovvero preferirebbe la crescita al controllo dell’inflazione.
Invece, i mercati sono tornati sulle montagne russe con variazioni anche piuttosto ampie tra una seduta di Borsa e quella successiva. Un contesto che rende l’ultimo mese dell’anno, un periodo particolarmente importante per i gestori, i private bankers, i traders che, soprattutto stavolta, avrebbero l’esigenza di migliorare le performance di portafoglio dopo un anno arido di soddisfazioni.
“In generale possiamo dire due cose” dichiara Edoardo Ugolini , Portfolio Manager di Zest Asset Management e gestore del fondo [tooltip-fondi codice_isin="LU0438908591"]Zest Absolute Return Var 4[/tooltip-fondi], “In primis i politici sono chiamati a fornire soluzioni efficaci su specifici problemi che si stanno protraendo nel tempo creando implicazioni significative, sia a livello economico che ai mercati finanziari: dalla Brexit, ancora in stallo, alla legge di bilancio italiana, fino al problema della guerra dei dazi commerciali proclamata dall’amministrazione Trump”. In secondo, secondo Edoardo Ugolini, entro fine anno almeno sulle due problematiche si dovrebbe avere più chiarezza, dal momento che l’11 dicembre il parlamento britannico deve votare l’intesa che la premier Theresa May ha siglato con la Ue ed entro il 31 dicembre dovrà essere approvata la legge di bilancio italiana per il 2019.
“Se l’accordo sulla Brexit fosse approvato, sancirebbe che la forza commerciale e economica dell’Europa è molto più grande di quella che i suoi detrattori vogliono far credere: di fatto l’accesso al mercato europeo ha un peso così grande da ridurre a miti consigli anche i più sfegatati brexiteers” sottolinea Edoardo Ugolini, secondo il quale lo stato di necessità, interno e internazionale, potrebbe costringere a un’approvazione dell’accordo con la Ue sebbene non pienamente condiviso dal parlamento.
Spazio di manovra ristretto pure per il braccio di ferro tra Italia e Ue sulla legge di bilancio italiana per il 2019. “Le banche italiane stanno soffrendo moltissimo per via della caduta dei prezzi dei Btp e dei Cct in portafoglio e la eventuale ‘guerra’ ad oltranza con l’Europa porterebbe le banche alla necessità di procedere a ricapitalizzazioni e/o riduzione degli attivi, generando così, a cascata, un rallentamento economico, dunque ad un ulteriore aumento del rapporto deficit/pil” spiega Edoardo Ugolini.
Secondo l’esperto i mercati azionari stanno subendo una correzione che è generata dalle tensioni sui tassi in America, dalle incertezze politiche in Europa e da un rallentamento cinese (anche per effetto dei dazi commerciali). “A questi prezzi buona parte delle aspettative negative sono state incorporate, ma eventuali nuovi scossoni potrebbero portare i mercati a nuovi minimi (fino a cinque punti percentuali) sotto i minimi già visti negli Stati Uniti (S&P500 a 2.550 punti) mentre i mercati europei dovrebbero tenere i minimi già visti (tra i 3.050 e i 3.090 punti dell’Eurostoxx 50)” aggiunge Edoardo Ugolini. Il quale non esclude che da questi livelli si possano creare le basi per un rimbalzo nei primi mesi del 2019. Resta però il fatto, sottolinea Edoardo Ugolini, che i mercati evidenzino un upside limitato nei prossimi anni (pari al 5% circa annuo) e che la volatilità resterà alta, per cui si renderà necessario un atteggiamento opportunistico.
Infine, relativamente alle ultime dichiarazioni di Powell che hanno aperto la possibilità ad una pausa di riflessione alla politica di rialzi delineata dalla Fed, l’esperto dichiara: “L’America di Trump punta ad una identificazione dell’andamento di Wall street con l’andamento dell’economia per cui le pressioni per tenere i tassi ‘sotto il punto di equilibrio’ sono molto forti. Questo comporterà che l’inflazione non sarà una priorità da combattere. In questo scenario siamo tendenzialmente compratori di dollari” conclude Edoardo Ugolini.
ANCHE DICEMBRE SI PREANNUNCIA DIFFICILE
Invece, i mercati sono tornati sulle montagne russe con variazioni anche piuttosto ampie tra una seduta di Borsa e quella successiva. Un contesto che rende l’ultimo mese dell’anno, un periodo particolarmente importante per i gestori, i private bankers, i traders che, soprattutto stavolta, avrebbero l’esigenza di migliorare le performance di portafoglio dopo un anno arido di soddisfazioni.
DUE IMPORTANTI ASPETTI
“In generale possiamo dire due cose” dichiara Edoardo Ugolini , Portfolio Manager di Zest Asset Management e gestore del fondo [tooltip-fondi codice_isin="LU0438908591"]Zest Absolute Return Var 4[/tooltip-fondi], “In primis i politici sono chiamati a fornire soluzioni efficaci su specifici problemi che si stanno protraendo nel tempo creando implicazioni significative, sia a livello economico che ai mercati finanziari: dalla Brexit, ancora in stallo, alla legge di bilancio italiana, fino al problema della guerra dei dazi commerciali proclamata dall’amministrazione Trump”. In secondo, secondo Edoardo Ugolini, entro fine anno almeno sulle due problematiche si dovrebbe avere più chiarezza, dal momento che l’11 dicembre il parlamento britannico deve votare l’intesa che la premier Theresa May ha siglato con la Ue ed entro il 31 dicembre dovrà essere approvata la legge di bilancio italiana per il 2019.
L’IMPORTANZA DELL’ACCORDO SULLA BREXIT
“Se l’accordo sulla Brexit fosse approvato, sancirebbe che la forza commerciale e economica dell’Europa è molto più grande di quella che i suoi detrattori vogliono far credere: di fatto l’accesso al mercato europeo ha un peso così grande da ridurre a miti consigli anche i più sfegatati brexiteers” sottolinea Edoardo Ugolini, secondo il quale lo stato di necessità, interno e internazionale, potrebbe costringere a un’approvazione dell’accordo con la Ue sebbene non pienamente condiviso dal parlamento.
SPAZIO RISTRETTO ANCHE PER L’ITALIA
Spazio di manovra ristretto pure per il braccio di ferro tra Italia e Ue sulla legge di bilancio italiana per il 2019. “Le banche italiane stanno soffrendo moltissimo per via della caduta dei prezzi dei Btp e dei Cct in portafoglio e la eventuale ‘guerra’ ad oltranza con l’Europa porterebbe le banche alla necessità di procedere a ricapitalizzazioni e/o riduzione degli attivi, generando così, a cascata, un rallentamento economico, dunque ad un ulteriore aumento del rapporto deficit/pil” spiega Edoardo Ugolini.
BORSE VICINE AD UN PUNTO DI RIMBALZO
Secondo l’esperto i mercati azionari stanno subendo una correzione che è generata dalle tensioni sui tassi in America, dalle incertezze politiche in Europa e da un rallentamento cinese (anche per effetto dei dazi commerciali). “A questi prezzi buona parte delle aspettative negative sono state incorporate, ma eventuali nuovi scossoni potrebbero portare i mercati a nuovi minimi (fino a cinque punti percentuali) sotto i minimi già visti negli Stati Uniti (S&P500 a 2.550 punti) mentre i mercati europei dovrebbero tenere i minimi già visti (tra i 3.050 e i 3.090 punti dell’Eurostoxx 50)” aggiunge Edoardo Ugolini. Il quale non esclude che da questi livelli si possano creare le basi per un rimbalzo nei primi mesi del 2019. Resta però il fatto, sottolinea Edoardo Ugolini, che i mercati evidenzino un upside limitato nei prossimi anni (pari al 5% circa annuo) e che la volatilità resterà alta, per cui si renderà necessario un atteggiamento opportunistico.
Il mercato azionario sconta una recessione, ma l’obbligazionario lo smentisce
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GLI OBIETTIVI DELL’AMMINISTRAZIONE TRUMP
Infine, relativamente alle ultime dichiarazioni di Powell che hanno aperto la possibilità ad una pausa di riflessione alla politica di rialzi delineata dalla Fed, l’esperto dichiara: “L’America di Trump punta ad una identificazione dell’andamento di Wall street con l’andamento dell’economia per cui le pressioni per tenere i tassi ‘sotto il punto di equilibrio’ sono molto forti. Questo comporterà che l’inflazione non sarà una priorità da combattere. In questo scenario siamo tendenzialmente compratori di dollari” conclude Edoardo Ugolini.
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