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Investimenti, gli italiani cercano facilità d’uso ma non rinunciano al consulente
Legg Mason Global Investment Survey 2018: agli investitori italiani piacerebbe poter gestire i propri investimenti con la stessa semplicità e comodità con cui acquistano online o ascoltano musica in streaming
21 Dicembre 2018 10:53
La diffusione dell’automazione in ogni aspetto della nostra vita, sia a livello lavorativo che domestico e del tempo libero, sta trasformando la società nella quale viviamo e le nostre abitudini. Non fa eccezione nemmeno il settore degli investimenti nel quale, nel corso degli ultimi anni, si sono moltiplicate le offerte di robo-advisory, strumenti digitali in grado di fornire servizi di pianificazione finanziaria automatizzata, senza supervisione umana. Tuttavia, dal momento che l’ambito finanziario riguarda i risparmi e la previdenza, costituisce un aspetto dove l’innovazione tecnologica, con tutte le migliorie in termini di comodità e semplicità d’uso, deve necessariamente conciliarsi con la sensibilità dell’uomo che deve affidare in modo consapevole i propri risparmi e le personali scelte di investimento ad un algoritmo.
Per cercare di conoscere il pensiero degli italiani sul tema, si possono analizzare i dati della Legg Mason Global Investment Survey 2018, sondaggio promosso da Legg Mason quest’anno in 17 paesi. Una survey nella quale il responso degli investitori italiani è in generale di apertura alla tecnologia, ma senza dimenticare l’importanza dell’interazione umana.
In particolare, emerge che il 60% degli investitori italiani reputa corretto sfruttare l’innovazione tecnologica per gli investimenti mentre il 47% gradirebbe poter disporre di un’app tramite la quale svolgere tutte le operazioni relative ai propri risparmi. A tale proposito, nel report Legg Mason si menziona il fatto che gli investitori aspirerebbero ad una gestione dei propri investimenti semplice e comoda come gli acquisti online o come l’ascolto in streaming della musica.
Questo, tuttavia, non significa affatto che le app possano sostituire i consulenti finanziari. Infatti, nella survey di Legg Mason gli investitori italiani, se da un lato apprezzano l’immediatezza e la facilità di uso dei nuovi servizi tecnologici avanzati, dall’altra sono convinti che gli aspetti umani nel servizio di consulenza finanziaria al cliente non potranno mai essere sostituiti dalla tecnologia. Lo hanno dichiarato il 67% degli intervitati mentre il 66% ammette che potrebbe innervosirsi all’idea di non poter relazionarsi con un essere umano nel gestire i propri investimenti.
“Per agevolare il raggiungimento degli obiettivi dei clienti è essenziale tener conto di molti fattori, dall’orizzonte temporale al profilo di rischio dell’investitore, e in questo i servizi digitali per la pianificazione finanziaria che si stiano evolvendo velocemente possono fornire una integrazione ma non sostituire, l’interazione umana. Il valore della competenza e dell’esperienza di un professionista in carne e ossa continuerà a restare un fattore di assoluto rilievo” commenta Matteo Lenardon, Deputy Country Head Italia di Legg Mason. E, a conferma di questo, c’è un dato specifico: il 57% degli investitori italiani afferma che, per la maggior parte delle decisioni di investimento si avvale di un consulente finanziario, il quale è per i 65% degli intervistati la fonte di informazioni più utilizzata per le scelte di portafoglio.
LA LEGG MASON GLOBAL INVESTMENT SURVEY 2018
Per cercare di conoscere il pensiero degli italiani sul tema, si possono analizzare i dati della Legg Mason Global Investment Survey 2018, sondaggio promosso da Legg Mason quest’anno in 17 paesi. Una survey nella quale il responso degli investitori italiani è in generale di apertura alla tecnologia, ma senza dimenticare l’importanza dell’interazione umana.
SEMPLICE COME GLI ACQUISTI ONLINE
In particolare, emerge che il 60% degli investitori italiani reputa corretto sfruttare l’innovazione tecnologica per gli investimenti mentre il 47% gradirebbe poter disporre di un’app tramite la quale svolgere tutte le operazioni relative ai propri risparmi. A tale proposito, nel report Legg Mason si menziona il fatto che gli investitori aspirerebbero ad una gestione dei propri investimenti semplice e comoda come gli acquisti online o come l’ascolto in streaming della musica.
LE APP NON POSSONO SOSTUIRE UN CONSULENTE
Questo, tuttavia, non significa affatto che le app possano sostituire i consulenti finanziari. Infatti, nella survey di Legg Mason gli investitori italiani, se da un lato apprezzano l’immediatezza e la facilità di uso dei nuovi servizi tecnologici avanzati, dall’altra sono convinti che gli aspetti umani nel servizio di consulenza finanziaria al cliente non potranno mai essere sostituiti dalla tecnologia. Lo hanno dichiarato il 67% degli intervitati mentre il 66% ammette che potrebbe innervosirsi all’idea di non poter relazionarsi con un essere umano nel gestire i propri investimenti.
Investitori italiani verso la diversificazione con la fine del QE
Investitori italiani verso la diversificazione con la fine del QE
IL VALORE DELLA RELAZIONE UMANA
“Per agevolare il raggiungimento degli obiettivi dei clienti è essenziale tener conto di molti fattori, dall’orizzonte temporale al profilo di rischio dell’investitore, e in questo i servizi digitali per la pianificazione finanziaria che si stiano evolvendo velocemente possono fornire una integrazione ma non sostituire, l’interazione umana. Il valore della competenza e dell’esperienza di un professionista in carne e ossa continuerà a restare un fattore di assoluto rilievo” commenta Matteo Lenardon, Deputy Country Head Italia di Legg Mason. E, a conferma di questo, c’è un dato specifico: il 57% degli investitori italiani afferma che, per la maggior parte delle decisioni di investimento si avvale di un consulente finanziario, il quale è per i 65% degli intervistati la fonte di informazioni più utilizzata per le scelte di portafoglio.
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