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Sarà l’anno della “riconvergenza”: attenti a non farsi distrarre dalle turbolenze
Solo piccoli ritocchi ai portafogli per affrontare quello che per Karen Ward di J.P. Morgan Asset Management sarà l’anno della riconvergenza verso il basso delle economie sviluppate
21 Dicembre 2018 14:03
Strano anno questo 2018 che si avvia alla conclusione. C’erano le condizioni perché fosse favorevole agli investimenti, con l’economia Usa a far da locomotiva, l’inflazione sotto controllo e un aumento graduale dei tassi da parte della Fed, e invece le uniche classi di attivo a salvarsi sono state le azioni e le obbligazioni denominate in dollari. E il 2019? Karen Ward, Chief Market Strategist per la regione EMEA di J.P. Morgan Asset Management nel suo “Prospettive per gli investimenti nel 2019” ritiene che sarà un anno di “riconvergenza”, le economie dei paesi sviluppati e anche gli utili societari convergeranno su tassi di crescita più bassi.
I tagli fiscali come quelli effettuati negli Usa generalmente generano effetti più duraturi, ma l’incertezza geo-politica sta portando le aziende di tutto il mondo a rinviare gli investimenti; non si ripeterà quindi la brillante performance dell’economia Usa, la crescita si ridurrà fino a meno del 2% entro la fine del 2019. Per quanto riguarda l‘Europa, le stime sono di una crescita intorno all’1,5% per gran parte dell’anno.
Un potenziale conforto per i mercati potrebbe arrivare dalla Fed. Secondo la strategist di J.P. Morgan Asset Management il tasso dei Fed Fund salirà avvicinandosi al 3% entro la metà dell’anno, ma ritiene anche che la Fed dimostrerà di essere notevolmente più prudente e dipendente dai dati economici nei mesi successivi. Una crescita economica più lenta e le fragilità politiche potrebbe limitare la capacità della Bce di aumentare i tassi nella seconda metà dell’anno.
La convergenza, verso il basso, della crescita delle economie dei paesi sviluppati dovrebbe accompagnarsi a una riduzione della crescita degli utili relativa. Negli Usa dazi, salari e costi del servizio del debito più elevati peseranno sui margini aziendali e anche il vantaggio tecnologico sembra perdere parte del suo smalto, con gli investitori preoccupati per il potenziale di utili strutturale dei colossi tecnologici, soprattutto alla luce del maggiore controllo normativo.
Le valutazioni dei principali mercati azionari non sono, tuttavia, particolarmente elevate, almeno in termini di rapporto prezzo/utile atteso. I multipli dei Mercati Emergenti appaiono interessanti, ma dovrà aumentare la propensione al rischio perché ritorni la fiducia degli investitori verso questa area, la maggiore prudenza della Fed sarà d’aiuto. Meno aiuto potrà venire dalla componente obbligazionaria: “Sebbene i rischi per gli utili societari stiano aumentando in tutto il mondo, il reddito fisso come alternativa alle azioni registra un modesto interesse degli investitori europei”, scrive la strategist di J.P. Morgan Asset Management.
Una delle raccomandazioni di Karen Ward è di stare attenti a non reagire in modo eccessivo alle turbolenze politiche, apportando cambiamenti radicali all’asset allocation, decisioni politiche e sentiment, ricorda, possono cambiare rapidamente. Solo piccoli ritocchi al portafoglio, dunque, per migliorare la sua resilienza. Una maggiore diversificazione geografica per l’azionario, spostandosi sui titoli a più elevata capitalizzazione, con una preferenza per gli stili quality e value. In teoria il reddito fisso dovrebbe svolgere un ruolo maggiore in portafoglio, ma Ward ritiene necessario essere selettivi e considerare alternative come i fondi macro. “Muoversi nell’arco di un ciclo di mercato è un po’ come viaggiare in aereo”, conclude Ward. “I momenti pericolosi, quelli in cui è veramente necessario non sbagliare, sono il decollo e l’atterraggio. Gli investitori devono prestare maggiore attenzione ai comandi e non lasciarsi distrarre dalle consuete turbolenze mentre si attraversano le nuvole”.
LA POLITICA COMMERCIALE USA PORTERÀ A UN RITMO PIÙ DEBOLE DELLA CRESCITA
I tagli fiscali come quelli effettuati negli Usa generalmente generano effetti più duraturi, ma l’incertezza geo-politica sta portando le aziende di tutto il mondo a rinviare gli investimenti; non si ripeterà quindi la brillante performance dell’economia Usa, la crescita si ridurrà fino a meno del 2% entro la fine del 2019. Per quanto riguarda l‘Europa, le stime sono di una crescita intorno all’1,5% per gran parte dell’anno.
POLITICHE MONETARIE ANCORA RELATIVAMENTE ACCOMODANTI
Un potenziale conforto per i mercati potrebbe arrivare dalla Fed. Secondo la strategist di J.P. Morgan Asset Management il tasso dei Fed Fund salirà avvicinandosi al 3% entro la metà dell’anno, ma ritiene anche che la Fed dimostrerà di essere notevolmente più prudente e dipendente dai dati economici nei mesi successivi. Una crescita economica più lenta e le fragilità politiche potrebbe limitare la capacità della Bce di aumentare i tassi nella seconda metà dell’anno.
Video -Asset class e performance, le previsioni di J.P. Morgan AM
Asset class e performance, le previsioni di J.P. Morgan AM
GLI UTILI SOCIETARI NON RIPETERANNO L’EXPLOIT DEL 2019
La convergenza, verso il basso, della crescita delle economie dei paesi sviluppati dovrebbe accompagnarsi a una riduzione della crescita degli utili relativa. Negli Usa dazi, salari e costi del servizio del debito più elevati peseranno sui margini aziendali e anche il vantaggio tecnologico sembra perdere parte del suo smalto, con gli investitori preoccupati per il potenziale di utili strutturale dei colossi tecnologici, soprattutto alla luce del maggiore controllo normativo.
PRUDENZA SUI RENDIMENTI CONSEGUIBILI CON UN PORTAFOGLIO BILANCIATO
Le valutazioni dei principali mercati azionari non sono, tuttavia, particolarmente elevate, almeno in termini di rapporto prezzo/utile atteso. I multipli dei Mercati Emergenti appaiono interessanti, ma dovrà aumentare la propensione al rischio perché ritorni la fiducia degli investitori verso questa area, la maggiore prudenza della Fed sarà d’aiuto. Meno aiuto potrà venire dalla componente obbligazionaria: “Sebbene i rischi per gli utili societari stiano aumentando in tutto il mondo, il reddito fisso come alternativa alle azioni registra un modesto interesse degli investitori europei”, scrive la strategist di J.P. Morgan Asset Management.
J.P. Morgan AM guarda ai prossimi 15 anni: PIL globale al 2,5% e dollaro debole
J.P. Morgan AM guarda ai prossimi 15 anni: PIL globale al 2,5% e dollaro debole
CAMBIAMENTI RIDOTTI PER I PORTAFOGLI
Una delle raccomandazioni di Karen Ward è di stare attenti a non reagire in modo eccessivo alle turbolenze politiche, apportando cambiamenti radicali all’asset allocation, decisioni politiche e sentiment, ricorda, possono cambiare rapidamente. Solo piccoli ritocchi al portafoglio, dunque, per migliorare la sua resilienza. Una maggiore diversificazione geografica per l’azionario, spostandosi sui titoli a più elevata capitalizzazione, con una preferenza per gli stili quality e value. In teoria il reddito fisso dovrebbe svolgere un ruolo maggiore in portafoglio, ma Ward ritiene necessario essere selettivi e considerare alternative come i fondi macro. “Muoversi nell’arco di un ciclo di mercato è un po’ come viaggiare in aereo”, conclude Ward. “I momenti pericolosi, quelli in cui è veramente necessario non sbagliare, sono il decollo e l’atterraggio. Gli investitori devono prestare maggiore attenzione ai comandi e non lasciarsi distrarre dalle consuete turbolenze mentre si attraversano le nuvole”.