FED
Meeting Fed, supporto al credito dei paesi sviluppati e ai governativi emergenti
Bettaieb (Vontobel) nel commentate la recente riunione della Federal Reserve giudica eccessivamente negative le reazioni dei mercati e prevede che si arriverà ad una stabilizzazione dei prezzi
28 Dicembre 2018 07:00
Mercoledì scorso il FOMC (Federal Open Market Committee, l’organismo della Federal Reserve incaricato di decidere sui tassi di interesse USA) ha aumentato per la quarta volta quest’anno i tassi di 25 punti base (+0,25%), portando l’intervallo di riferimento per i fondi federali al 2,25%-2,50%.
Il tono delle modifiche emerse in questa riunione è risultato relativamente meno aggressivo a cominciare dai punti mediani per il periodo 2019-21 che la banca centrale statunitense ha rivisto al ribasso a 25 punti base. L’interpretazione che ne ha dato Mondher Bettaieb, Head of Fixed Income di Vontobel Asset Management, è che per l’anno prossimo gli aumenti dei tassi da parte della Fed potrebbero essere limitati a due rispetto ai tre previsti prima della riunione della FED.
“ll comitato ha abbassato di 25 punti base anche il punto mediano dei tassi a lungo termine. Questo implica che i tassi sono più vicini ai livelli neutrali (né espansivi né restrittivi per l’economia, ndr) di quanto sarebbero stati altrimenti, e che una pausa negli aumenti si materializzerà l'anno prossimo, forse nel secondo trimestre, come inizialmente previsto” puntualizza Mondher Bettaieb
Nel corso della riunione la banca centrale statunitense ha rivisto al ribasso le proiezioni economiche: il presidente Powell, con molto pragmatismo, ha fatto sapere che è consapevole del fatto che l'economia potrebbe rivelarsi meno dinamica rispetto alla loro previsione di crescita del 2,3% per il prossimo anno. Tradotto in pratica, significa che la Federal Reserve sarà particolarmente prudente nell’evitare un errore politico che potrebbe compromettere la traiettoria dell’economia reale.
Resta il fatto che le piazze finanziarie, a cominciare da Wall Street, hanno reagito in modo negativo alle decisioni assunte durante la riunione e comunicate al mercato. “Siamo convinti che si sia trattato di una reazione irrazionale da parte dei mercati azionari. La banca centrale statunitense non è stata affatto aggressiva e, anzi, si è preoccupata di segnalare in modo chiaro che intende preservare l'attuale espansione economica e il ciclo del credito. Alla luce di queste considerazioni siamo persuasi che questa reazione del mercato tenderà a stabilizzarsi” specifica Mondher Bettaieb. I
In tutti i casi, l’esperto ci tiene a far notare come le decisioni assunte dalla Fed siano fattori positivi per il dollaro (che ha cominciato infatti a indebolirsi sui mercati) e per i rendimenti dei titoli di stato (Treasury) USA (anche questi previsti in graduale calo) e, al contempo, possano risultare di supporto al mercato obbligazionario dei paesi sviluppati e ai titoli di stato dei mercati emergenti.
TONO RELATIVAMENTE MENO AGGRESSIVO
Il tono delle modifiche emerse in questa riunione è risultato relativamente meno aggressivo a cominciare dai punti mediani per il periodo 2019-21 che la banca centrale statunitense ha rivisto al ribasso a 25 punti base. L’interpretazione che ne ha dato Mondher Bettaieb, Head of Fixed Income di Vontobel Asset Management, è che per l’anno prossimo gli aumenti dei tassi da parte della Fed potrebbero essere limitati a due rispetto ai tre previsti prima della riunione della FED.
TASSI PIU’ VICINI AL LIVELLO NEUTRALE
“ll comitato ha abbassato di 25 punti base anche il punto mediano dei tassi a lungo termine. Questo implica che i tassi sono più vicini ai livelli neutrali (né espansivi né restrittivi per l’economia, ndr) di quanto sarebbero stati altrimenti, e che una pausa negli aumenti si materializzerà l'anno prossimo, forse nel secondo trimestre, come inizialmente previsto” puntualizza Mondher Bettaieb
PROIEZIONE ECONOMICHE RIVISTE AL RIBASSO
Nel corso della riunione la banca centrale statunitense ha rivisto al ribasso le proiezioni economiche: il presidente Powell, con molto pragmatismo, ha fatto sapere che è consapevole del fatto che l'economia potrebbe rivelarsi meno dinamica rispetto alla loro previsione di crescita del 2,3% per il prossimo anno. Tradotto in pratica, significa che la Federal Reserve sarà particolarmente prudente nell’evitare un errore politico che potrebbe compromettere la traiettoria dell’economia reale.
REAZIONI NEGATIVE DEI MERCATI
Resta il fatto che le piazze finanziarie, a cominciare da Wall Street, hanno reagito in modo negativo alle decisioni assunte durante la riunione e comunicate al mercato. “Siamo convinti che si sia trattato di una reazione irrazionale da parte dei mercati azionari. La banca centrale statunitense non è stata affatto aggressiva e, anzi, si è preoccupata di segnalare in modo chiaro che intende preservare l'attuale espansione economica e il ciclo del credito. Alla luce di queste considerazioni siamo persuasi che questa reazione del mercato tenderà a stabilizzarsi” specifica Mondher Bettaieb. I
FATTORI POSITIVI DA VALUTARE
In tutti i casi, l’esperto ci tiene a far notare come le decisioni assunte dalla Fed siano fattori positivi per il dollaro (che ha cominciato infatti a indebolirsi sui mercati) e per i rendimenti dei titoli di stato (Treasury) USA (anche questi previsti in graduale calo) e, al contempo, possano risultare di supporto al mercato obbligazionario dei paesi sviluppati e ai titoli di stato dei mercati emergenti.