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Mercati ‘post picco’: le occasioni in Asia e nell’hi tech

Nella fase caratterizzata da un calo dell’attività economica e della crescita degli utili, dal rialzo dell’inflazione e dalla normalizzazione della politica monetaria la gestione attiva può fare la differenza

4 Gennaio 2019 08:00

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Nell’anno appena concluso tutti i principali indici azionari hanno chiuso in territorio negativo. Persino l’S&P500 di Wall Street ha terminato l’anno con un calo del 6,6% nonostante un aumento dei profitti aziendali che dovrebbe attestarsi ad un +23% rispetto all’anno precedente (stime Thomson Reuters). Hanno infatti prevalso, nell’ultimo trimestre dell’anno, i timori sul rallentamento dell’economia e sulla guerra commerciale tra Washington e Pechino. E’ quella che in gergo tecnico si definisce fase ‘post picco’, contraddistinta da un rallentamento dell’economia e della crescita dei profitti aziendali, da maggiori aspettative di inflazione e da politiche monetarie che da espansive diventano sempre più restrittive.

LA FASE DI ‘POST PICCO’


“Nel momento in cui le economie sono in fase di piena occupazione non riescono ad accelerare mentre le pressioni sui costi aziendali riducono i margini e i profitti. La combinazione del rallentamento della crescita e della compressione dei margini, si traduce in minori aspettative di utili mentre le economie in fase di piena occupazione portano ad un incremento delle retribuzioni e, a cascata, dell’inflazione: un circolo vizioso che comporta politiche monetarie sempre meno accomodanti” spiega Larry Hatheway, capo economista di GAM Investments.

IL VANTAGGIO DELLE STRATEGIE ATTIVE


E’ pertanto fisiologico che gli investitori prestino maggiore attenzione ad aspetti che nel recente passato avevano ignorato o trascurato, come le controversie commerciali o le incertezze geopolitiche. Questo determina una maggiore complessità nella costruzione del portafoglio d’investimento che deve fare i conti con una volatilità in aumento a fronte di rendimenti attesi inferiori. Considerazioni che rendono le strategie passive, quelle cioè che si limitano a replicare fedelmente (al rialzo o al ribasso) un indice di mercato, non particolarmente interessanti lasciando la scena alle strategie attive che, al contrario, consentono di selezionare i titoli destinati a registrare andamenti migliori rispetto alla media di mercato.

LA SELEZIONE DELLE AZIENDE VINCENTI


E che, dopo un picco, la selezione dei titoli ricopra un ruolo ancora più importante del solito né è profondamente convinto Reiko Mito, responsabile strategie azionarie di GAM Investments per il Giappone. “Quando il mercato è in una fase di boom generalizzato, investire in una strategia passiva ha senso in quanto consente di ricalcare l’andamento medio al rialzo del mercato. Al contrario, quando ci si trova in una fase post-picco la selezione dei titoli tramite una gestione attiva è in grado di fare la differenza in quanto non tutte le aziende saliranno in Borsa" sottolinea l’esperto. Il cui riferimento è, per fare esempi concreti, alle aziende che hanno un forte potere di acquisto nei confronti dei fornitori o il potere di determinazione dei prezzi nei confronti dei clienti. Aspetti che, combinati con indicatori finanziari robusti (in termini di basso indebitamento, buona capacità di generazione di flussi di cassa, governance aziendale) consentono una gestione più flessibile anche in un contesto più sfidante.

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AZIONI ASIATICHE E CINESI SOTTOVALUTATE


Jian Shi Cortesi, portfolio manager per l’azionario asiatico e cinese di GAM Investments, dal canto suo, segnala invece le opportunità che si sono venute a creare sui mercati azionari in Asia e in particolare in Cina, reduci da correzioni del 25-35% rispetto al livello massimo, con punte, in alcuni casi, anche di oltre il 50%. L’esperto, sulla base di valutazioni, in termini di rapporto prezzo-utili (p/e) di prezzo-patrimonio netto (p/bv) del 40% inferiori alle azioni USA, ritiene che sia un buon momento per iniziare a selezionare le azioni asiatiche sottovalutate.

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LA CORREZIONE PRECOCE DEI TITOLI HI TECH


Sempre a proposito di correzione dei prezzi di Borsa, Mark Hawtin, investment director settore azionario tecnologico di GAM Investments, ricorda come le azioni tecnologiche tendano, di norma, a scendere più rapidamente e tocchino il fondo prima di altri settori del mercato. “E’ stato così durante la grande crisi finanziaria quando il settore tecnologico toccò il fondo ben cinque mesi prima del resto del mercato, che invece ci arrivò nel marzo 2009” precisa Mark Hawtin che, alla luce di questa evidenza, reputa interessanti le fasi post-picco in quanto permettono di acquistare grandi nomi growth a valutazioni convenienti, a mano a mano che la situazione tenda a stabilizzarsi.

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