azionario emergente

Valutazioni "incoraggianti" per l'azionario emergente

Ma nel suo outlook sul 2019 Schroders avverte anche che il potenziale è limitato. Interesse per Corea, Russia, Brasile, Polonia e Ungheria.

8 Gennaio 2019 12:09

financialounge -  azionario emergente cina Schroders Tom Wilson
Un 2019 di opportunità da cogliere sull’azionario dei mercati emergenti dopo un 2018 chiuso oltre il 20% sotto i massimi di inizio anno, ma tenendo conto che il potenziale resta limitato dalle incertezze dello scenario globale. E’ la conclusione dell’Outlook 2019 sull’equity dei mercati emergenti curato da Tom Wilson, Head of Emerging Market Equities di Schroders, uno dei principali gruppi finanziari globali, con un patrimonio gestito e amministrato pari a oltre 508 mld di euro.

POSSIBILE OPPORTUNITA’ DI ACQUISTO


Nel corso del 2018 la normalizzazione della politica monetaria americana e il crescente divario nella crescita economica hanno favorito la forza del dollaro, con un impatto negativo sulle valute e sulle finanze dei mercati emergenti, con l’aggiunta della contrazione del credito in Cina e della crescente incertezza sulla crescita della grande economia asiatica. Questo ha portato l’indice MSCI Emerging Markets a perdere più del 10%, nel corso del 2018 con un calo superiore al 20% rispetto ai massimi di gennaio. Secondo Wilson questo quadro potrebbe rappresentare un’opportunità di acquisto interessante, ma bisogna considerare diversi fattori.

OCCHI PUNTATI SUL CONFRONTO USA-CINA


Per l’esperto di Schroders infatti le valutazioni “nel complesso sono attraenti”, con rapporti prezzo-patrimonio netto e prezzo-utili al di sotto delle medie di lungo periodo. Inoltre le allocazioni da parte degli investitori rimangono consistenti, in seguito ai significativi flussi del 2017, con valutazioni che riflettono una view molto cauta sull’outlook degli utili. Tra le principali incertezze che preoccupano gli investitori, il confronto tra Usa e Cina, che non riguarda solo i volumi commerciali, ma anche questioni come il trasferimento tecnologico. È probabile che nella trattativa in corso gli Usa esigano concessioni che la Cina potrebbe interpretare come tentativi di limitare le proprie aspirazioni economiche e la propria influenza globale.

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UNA RISOLUZIONE DEL CONFLITTO NON FACILE


Wilson di conseguenza si aspetta che le tensioni riprendano nel 2019 e osserva che oltre al potenziale aumento dei dazi esistenti, è possibile che ne siano imposti altri sui rimanenti 270 miliardi di dollari di beni che la Cina esporta negli Usa. Il conflitto commerciale inoltre può colpire le supply chain di molti settori e probabilmente avere un impatto anche sulla fiducia e gli investimenti delle aziende. Una nuova escalation avrebbe un ulteriore effetto negativo sul sentiment e creerebbe ulteriore incertezza. Wilson non crede che si possa giungere ad una facile risoluzione del conflitto, ma osserva che, se la tregua attuale dovesse durare, avrebbe un effetto positivo, soprattutto se sommato agli stimoli in Cina e alla debolezza del dollaro.

CINQUE SITUAZIONI INTERESSANTI


Schroders si focalizza su questi due fattori, notando che ora Pechino sta dando priorità alla qualità della crescita, e dopo le restrizioni al credito dalla seconda metà del 2018 ha ripristinato gli stimoli monetari, fiscali e infrastrutturali, insieme a una maggior tolleranza regolatoria. Per quanto riguarda il dollaro la Casa si aspetta aspetta un modesto indebolimento nel 2019, che combinato a una dinamica moderata dei rendimenti dei Treasury potrebbe essere di beneficio per le economie e i mercati dei paesi emergenti. Tra le opportunità Wilson segnala “una view positiva sulla Corea”, vede una Russia “molto attraente in termini di flussi di cassa, rendimenti e valuta” e un possibile recupero della crescita in Brasile, anche se permane il rischio politico. Outlook giudicato favorevole anche per Polonia e Ungheria, date le buone prospettive sugli utili e le valutazioni interessanti.

VALUTAZIONI INCORAGGIANTI, POTENZIALE LIMITATO


In conclusione, secondo l’esperto di Schroders le valutazioni complessive dei mercati emergenti “sono incoraggianti”, ma raccomanda di continuare a monitorare quanto il rischio di un’ulteriore escalation delle tensioni commerciali sia già stato prezzato, il potenziale di indebolimento del dollaro nel 2019 e se gli stimoli in Cina saranno sufficienti a placare i timori sulla crescita. Secondo Wilson questi fattori potrebbero favorire la performance dei mercati emergenti nel 2019, ma avverte che la forza del potenziale recupero “è limitata da un outlook globale più cauto”, con gli Stati Uniti in una fase avanzata del ciclo economico e monetario, e un rallentamento atteso della crescita cinese a medio termine.

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