cina

Crescita globale, l'Europa resta al palo

In base ai dati della World Bank dal 2010 al 2017 la ricchezza mondiale è cresciuta complessivamente del 22,3%, ovvero di 14.727 miliardi di dollari, per il 71,8% grazie a Cina e Usa

11 Gennaio 2019 09:24

financialounge -  cina crescita globale Europa USA World Bank
Nonostante i timori di una nuova recessione alle porte, le più recenti previsioni per il 2019 indicano ancora una crescita del Pil a livello globale del 3,6%, inferiore al 3,8% del 2018 e al 3,9% del 2017 ma comunque ancora su una traiettoria ben sostenuta. Gli Stati Uniti dovrebbero decelerare dal 2,8% del 2018 al 2,4%, la Cina dovrebbe planare dal 6,5% al 6% mentre l’Eurozona dovrebbe ridurre ulteriormente il ritmo dall’1,9% del 2018 (e 2,5% del 2017) all’1,6%. Le previsioni di crescita per l’insieme della ricchezza dei paesi sviluppati per il 2019 si posiziona ad un +2,1% (dal 2,3% del 2018) mentre quella prodotta dai Paesi in via di sviluppo dovrebbe attestarsi a +4,8% (dal 5,1% dello scorso anno).

PAESI EMERGENTI MOTORI DI SVILUPPO


Queste stime confermano come i mercati emergenti siano sempre di più i veri motori della crescita globale e che le economie sviluppate fanno sempre più fatica a crescere in modo vigoroso. In questo trend di lungo periodo, tuttavia, si assiste a una divergenza significativa all’interno dei Paesi sviluppati, che appare evidente analizzando i dati della World Bank, che ha redatto i valori del Pil in dollari Usa dei singoli Paesi nel 2010 e nel 2017.

CRESCITA GLOBALE: +22,3% IN 7 ANNI


Ebbene, in questi sette anni la ricchezza mondiale è cresciuta complessivamente del 22,3%, ovvero di 14.727 miliardi di dollari, dai 65.956 miliardi del 2010 agli 80.683 miliardi del 2017. Gli Stati Uniti hanno contribuito con 4.426 miliardi ovvero per il 30,1% del totale, e la Cina per 6.137 miliardi (41,7% del totale), mentre sia il Giappone (-828 miliardi) che la zona euro (-88 miliardi) hanno sottratto ricchezza nel periodo. L’Europa nel suo insieme (cioè includendo Regno Unito, Svizzera, Norvegia, Svezia e Paesi dell’Est) ha registrato un incremento di Pil per 368 miliardi, contribuendo in positivo alla ricchezza globale per il 2,5%. Da segnalare come il Regno Unito da solo sia riuscito a sviluppare un incremento di crescita nei 7 anni esaminati pari a 181 miliardi di dollari, pari all’1,2% della crescita globale del periodo.

CINA E USA: PROTAGONISTI ASSOLUTI


In pratica, dal 2010 al 2017, Cina e Stati Uniti hanno fornito il propellente alla crescita globale per il 71,8% del totale: aggiungendo l’India (6,4% del totale) e la Corea del Sud (3,0%) si supera abbondantemente l’80%. Per il resto si tratta di contributi minimali quasi ininfluenti.

La Cina cresce meno, ma le opportunità non mancano


La Cina cresce meno, ma le opportunità non mancano






LA DERIVA DELLA ZONA EURO


Nella zona euro, come abbiamo visto, si è registrata addirittura una decrescita con le sole eccezioni di Germania (+260 miliardi), Irlanda (+112 miliardi) e Austria (+25 miliardi) capaci di incrementare il Pil. Gli altri paesi di Eurolandia, invece, hanno accusato una decrescita della ricchezza prodotta: dall’Olanda (-10 miliardi) al Portogallo (-21 miliardi), dalla Francia (-60 miliardi) alla Grecia (-99 miliardi), dalla Spagna (-120 miliardi) all’Italia (-190 miliardi). Numeri che parlano chiaro sulle prospettive future dell’Europa e, ancora più in particolare, della zona euro e che dovrebbero suscitare un serio dibattito, affinché l’affermazione "Europa, gigante economico, nano politico" non finisca per trasformarsi in "Europa insignificante in tutti i campi che contano".

Trending