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Ipo tech, lo shutdown frena i giganti Uber e Lyft

Uber e Lyft sono aziende decacorns, ovvero con una valutazione di mercato di oltre 10 miliardi di dollari, cioè 10 volte gli unicorni che invece sono valutati almeno 1 miliardo

14 Gennaio 2019 09:22

financialounge -  decacorns IPO lyft SEC shutdown uber
Dopo un 2018 nel quale le Ipo non hanno brillato, complice un mercato azionario con intonazione negativa, l’anno appena iniziato aspetta le nuove matricole di Borsa nella speranza che possano essere accolte con successo dal mercato. E, tra quelle che potrebbero presto sbarcare in Borsa figurano Uber e Lyft. Si tratta di due dei cosiddetti "decacorns" (decacorni, aziende che hanno un valore di mercato di oltre 10 miliardi di dollari), definizione mutuata dal termine "unicorno", applicato alle società candidate all’Ipo con una valutazione di almeno 1 miliardo di dollari.

LYFT VALE 15 MILIARDI DI DOLLARI


Lyft è una startup statunitense con sede a San Francisco, che funziona come Uber ed è una delle sue più pericolose concorrenti. Infatti, a differenza di Uber, è riuscita a schivare le forti polemiche legali che ha visto manifestare migliaia di tassisti contro l’app mobile di Uber. La strategia di Lyft è stata quella di siglare solide alleanze, come quelle con la startup cinese Didi, (operativa nei medesimi servizi), con Hertz (per il noleggio auto) e con il colosso petrolifero Shell per la fornitura di carburante. Secondo il Wall Street Journal, Lyft ha registrato ricavi di 563 milioni nel terzo trimestre e nel corso del 2018 le è stata assegnata una valutazione del mercato privato di 15,1 miliardi di dollari.

PER LE BANCHE IPO UBER FINO A 120 MILIARDI


Uber, invece, lo scorso agosto era valutata a 72 miliardi, ma si dice che i banchieri di Wall Street siano arrivati a una valutazione dell'Ipo fino a 120 miliardi di dollari. E questo nonostante la società abbia registrato perdite nel terzo trimestre di quest’anno per 1,07 miliardi, superiori agli 891 milioni registrati nel trimestre precedente. I ricavi però sono aumentati del 38% a 2,95 miliardi rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente e sono saliti del 5% rispetto al secondo trimestre. Restando in ambito di decacorns, altre potenziali candidate all'Ipo di quest'anno sono Airbnb, che è stata valutata 31 miliardi in un deal di finanziamento accordatole nel 2017, e la società di sicurezza Palantir Technologies Inc., che è stata valutata 20 miliardi di dollari in un deal di finanziamento dell'ottobre 2015.

IL MURO DELLO SHUTDOWN


Tutto questo potrebbe però subire pesanti ritardi o cancellazioni per effetto dello shutdown negli Stati Uniti, che sta interrompendo anche il processo delle Ipo previste nel 2019, comprese quelle relative a Uber e Lyft. Infatti la Sec (Securities and Exchange Commission, l’omologa statunitense della Consob italiana), durante la chiusura degli uffici federali non è in grado di fornire feedback e approvazioni sui documenti prima del lancio sul mercato. Secondo gli addetti ai lavori, mano a mano che lo shutdown prosegue si accumula un arretrato che ritarderà il processo delle Ipo per le aziende di tutte le dimensioni, incluse le grandi offerte quali Uber, Lyft , Slack, Pinterest. Se lo shutdown dovesse continuare per un periodo prolungato, le aziende potrebbero finire con l’aver fornito dichiarazioni finanziarie "obsolete" e sarebbero quindi costrette a dover aggiornare la documentazione con i dati di bilancio del trimestre successivo, allungando ulteriormente i tempi.

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UN RITARDO CHE POTREBBE ESSERE BENVENUTO


E’ però anche vero, come hanno rilevato gli esperti di Renaissance Capital, che il ritardo forzato potrebbe aiutare alcune società, data la debolezza del mercato azionario alla fine del 2018. Tale debolezza probabilmente ha ridotto la propensione al rischio degli investitori e potrebbe costringere a fissare le nuove Ipo a un prezzo scontato. Pertanto, se il recupero degli indici di Borsa proseguisse, l'ambiente per le nuove emissioni sul mercato dovrebbe essere molto più ricettivo in primavera rispetto a ora.

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PRONTI PER FUTU HOLDINGS


Nel frattempo, gli investitori aspettano Futu Holdings Ltd., una società di brokeraggio online con sede a Hong Kong sostenuta dal colosso cinese Tencent Holdings Ltd., che dovrebbe essere una delle prime grandi offerte pubbliche iniziali asiatichedel 2019. La società ha presentato istanza di quotazione alla fine di dicembre con l'obiettivo dichiarato di raccogliere fino a 300 milioni di dollari tramite la quotazione presso il listino Nasdaq con il simbolo "FHL". Secondo il prospetto preliminare, che vede tra i promoter Goldman Sachs, UBS e Credit Suisse, i proventi saranno utilizzati per obiettivi di crescita aziendale, compresi ricerca e sviluppo, per finanziare il capitale circolante e per coprire maggiori requisiti di capitale richiesti a Hong Kong e in altre giurisdizioni.

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