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Investitori istituzionali pronti a ridurre le azioni in portafoglio
Uno studio promosso da BlackRock rivela che nel 2019 gli investitori istituzionali preferiranno mercati privati e obbligazioni rispetto all’equity, un trend particolarmente forte in USA
di Redazione 15 Gennaio 2019 08:00
Una platea di 230 clienti istituzionali a cui fanno capo asset in gestione per oltre 7 miliardi di dollari. E’ questo il campione del sondaggio promosso da BlackRock per conoscere quali modifiche intendono apportare all’asset allocation per l’anno in corso fondi pensioni aziendali e pubblici, compagnie di assicurazioni, case d'investimento, casse di previdenza, fondazioni e family office di tutto il mondo.
Tra le maggiori evidenze spicca il dato che il 51% degli istituzionali dichiara di voler ridurre la propria allocazione in titoli azionari quotati nel 2019. Si tratta di una intenzione che sta crescendo di intensità negli anni dal momento che è passata dal 29% del 2017 al 35% dello scorso anno e che mostra un picco nel Nord America dove la percentuale si attesta addirittura al 68% contro il 27% nell'Europa continentale.
Da notare che, se la tendenza globale è di ridurre le esposizioni azionarie a breve termine all'interno dei portafogli azionari, nel sondaggio si evince pure che gli intervistati sono inclini ad incrementare le allocazioni alle strategie di ricerca alfa (32% delle risposte) e alla focalizzazione sulle strategie ambientali, sociali e di governance (ESG) e sull'impatto degli investimenti (32%).
In parallelo, si intensifica l’appeal degli investimenti alternativi illiquidi, come certificato dalle percentuali di intenzioni di incremento che hanno registrato l’attivo reale (54%), il private equity (47%) e l’immobiliare (40%).
"A mano a mano che il ciclo economico si allunga il contesto diventa sempre più impegnativo e i mercati privati si candidano ad offrire ai clienti un’opportunità d’investimento", ha precisato Edwin Conway, Responsabile Globale Institutional Client Business di BlackRock. L’esperto ritiene fisiologico l’incremento del peso degli asset illiquidi nei portafogli dei clienti istituzionali i quali hanno infatti potuto constatare come tali strumenti possano aumentare i rendimenti e migliorare la diversificazione anche grazie alle emissioni obbligazionarie societarie non quotate (il cosiddetto credito privato).
A proposito di reddito fisso. Dal sondaggio emerge che la propensione ad aumentarne il peso in portafoglio da parte degli istituzionali sale dal 29% del 2018 al 38% di quest’anno. A livello di preferenze, oltre al credito privato (segnalato dal 56% degli intervistati), figurano la short duration (30%), i mercati emergenti (29%) e le cartolarizzazioni (27%).
Un altro aspetto di rilievo che il sondaggio mette in evidenza è la volontà degli istituzionali di disporre di maggiori risorse liquide nel 2019: in particolare nella regione Asia-Pacifico, dove il 33% degli intervistati dichiara di essere orientato ad incrementare le proprie disponibilità liquide per proteggere i portafogli.
MENO TITOLI AZIONARI IN PORTAFOGLIO
Tra le maggiori evidenze spicca il dato che il 51% degli istituzionali dichiara di voler ridurre la propria allocazione in titoli azionari quotati nel 2019. Si tratta di una intenzione che sta crescendo di intensità negli anni dal momento che è passata dal 29% del 2017 al 35% dello scorso anno e che mostra un picco nel Nord America dove la percentuale si attesta addirittura al 68% contro il 27% nell'Europa continentale.
PIU’ STRATEGIE DI RICERCA ALFA E PRINCIPI ESG
Da notare che, se la tendenza globale è di ridurre le esposizioni azionarie a breve termine all'interno dei portafogli azionari, nel sondaggio si evince pure che gli intervistati sono inclini ad incrementare le allocazioni alle strategie di ricerca alfa (32% delle risposte) e alla focalizzazione sulle strategie ambientali, sociali e di governance (ESG) e sull'impatto degli investimenti (32%).
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L’APPEAL DEGLI INVESTIMENTI ALTERNATIVI ILLIQUIDI
In parallelo, si intensifica l’appeal degli investimenti alternativi illiquidi, come certificato dalle percentuali di intenzioni di incremento che hanno registrato l’attivo reale (54%), il private equity (47%) e l’immobiliare (40%).
"A mano a mano che il ciclo economico si allunga il contesto diventa sempre più impegnativo e i mercati privati si candidano ad offrire ai clienti un’opportunità d’investimento", ha precisato Edwin Conway, Responsabile Globale Institutional Client Business di BlackRock. L’esperto ritiene fisiologico l’incremento del peso degli asset illiquidi nei portafogli dei clienti istituzionali i quali hanno infatti potuto constatare come tali strumenti possano aumentare i rendimenti e migliorare la diversificazione anche grazie alle emissioni obbligazionarie societarie non quotate (il cosiddetto credito privato).
CRESCE LA VOGLIA DI REDDITO FISSO
A proposito di reddito fisso. Dal sondaggio emerge che la propensione ad aumentarne il peso in portafoglio da parte degli istituzionali sale dal 29% del 2018 al 38% di quest’anno. A livello di preferenze, oltre al credito privato (segnalato dal 56% degli intervistati), figurano la short duration (30%), i mercati emergenti (29%) e le cartolarizzazioni (27%).
BlackRock punta sul rendimento e non disdegna i BTP
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PIU’ LIQUIDITA’ PER PROTEGGERE I PORTAFOGLI
Un altro aspetto di rilievo che il sondaggio mette in evidenza è la volontà degli istituzionali di disporre di maggiori risorse liquide nel 2019: in particolare nella regione Asia-Pacifico, dove il 33% degli intervistati dichiara di essere orientato ad incrementare le proprie disponibilità liquide per proteggere i portafogli.