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La partita Usa-Cina e l’impatto sul dollaro
Qualsiasi progresso nei negoziati Usa-Cina favorisce il mercato azionario cinese, ma gli Usa devono stare attenti al rallentamento della loro economia, spiegano gli esperti di Gam Investments
25 Gennaio 2019 14:28
Le tensioni USA Cina hanno avuto come conseguenza un calo della fiducia nei confronti delle azioni del Dragone: nel 2018 i timori degli investitori, come spiega Jian Shi Cortesi, portfolio manager per l’azionario asiatico e cinese di Gam Investments, hanno riguardato in particolare le possibili conseguenze sull’economia cinese della disputa commerciale tra i due giganti. L’amministrazione Trump, ricorda l’esperto, ha imposto dazi doganali su quasi il 50% delle merci importate dalla Cina al fine di compensare il deficit commerciale tra i due Paesi, ma anche per contrastare le politiche commerciali cinesi considerate inique dagli Stati Uniti.
Secondo Cortesi, “la guerra commerciale continuerà a essere il tema dominante che influirà sul sentiment degli investitori e sull’andamento dei mercati azionari nel 2019”. Gli investitori, infatti, si sono tenuti alla larga dai titoli azionari cinesi e le valutazioni sono scese su livelli molto bassi. Per questo motivo, “eventuali progressi nei negoziati commerciali tra i due Paesi nel corso del 2019 rappresenteranno un fattore estremamente positivo per le azioni cinesi. Basterebbe che il sentiment del mercato passasse da ‘molto pessimista’ a ‘meno pessimista’ per assistere a un rimbalzo di tali azioni rispetto ai bassi livelli attuali.
Guardando dall’altra parte della barricata, il dollaro Usa “si trova ad affrontare una serie di forze contrastanti”, sottolinea Adrian Owens, investment director obbligazioni e valute di Gam Investments. Nel breve periodo il biglietto verde dovrebbe essere ancora favorito per vari fattori: “una crescita ancora relativamente robusta, i differenziali dei tassi di interesse e le prospettive di crescita neutrali in Europa, Cina e Giappone”.
Tuttavia, secondo il gestore nel 2019 il differenziale di crescita tra gli Stati Uniti e il resto del mondo potrebbe calare, e se l’economia americana rallentasse ancora, il deficit del Paese potrebbe iniziare a preoccupare veramente, considerata la politica fiscale pro-ciclica di Trump. Inoltre, il presidente Trump potrebbe influire sull’andamento della valuta statunitense con le sue dichiarazioni: “Non ci sorprenderebbe se iniziasse a promuovere un dollaro più debole per sostenere le esportazioni”, spiega Owens, secondo cui alla luce di tali preoccupazioni è probabile che nel corso dell’anno ci sia un indebolimento della moneta americana.
UN TEMA ANCORA CALDO
Secondo Cortesi, “la guerra commerciale continuerà a essere il tema dominante che influirà sul sentiment degli investitori e sull’andamento dei mercati azionari nel 2019”. Gli investitori, infatti, si sono tenuti alla larga dai titoli azionari cinesi e le valutazioni sono scese su livelli molto bassi. Per questo motivo, “eventuali progressi nei negoziati commerciali tra i due Paesi nel corso del 2019 rappresenteranno un fattore estremamente positivo per le azioni cinesi. Basterebbe che il sentiment del mercato passasse da ‘molto pessimista’ a ‘meno pessimista’ per assistere a un rimbalzo di tali azioni rispetto ai bassi livelli attuali.
FORZE CONTRASTANTI SUL DOLLARO
Guardando dall’altra parte della barricata, il dollaro Usa “si trova ad affrontare una serie di forze contrastanti”, sottolinea Adrian Owens, investment director obbligazioni e valute di Gam Investments. Nel breve periodo il biglietto verde dovrebbe essere ancora favorito per vari fattori: “una crescita ancora relativamente robusta, i differenziali dei tassi di interesse e le prospettive di crescita neutrali in Europa, Cina e Giappone”.
LE RAGIONI DI UN PROBABILE INDEBOLIMENTO
Tuttavia, secondo il gestore nel 2019 il differenziale di crescita tra gli Stati Uniti e il resto del mondo potrebbe calare, e se l’economia americana rallentasse ancora, il deficit del Paese potrebbe iniziare a preoccupare veramente, considerata la politica fiscale pro-ciclica di Trump. Inoltre, il presidente Trump potrebbe influire sull’andamento della valuta statunitense con le sue dichiarazioni: “Non ci sorprenderebbe se iniziasse a promuovere un dollaro più debole per sostenere le esportazioni”, spiega Owens, secondo cui alla luce di tali preoccupazioni è probabile che nel corso dell’anno ci sia un indebolimento della moneta americana.