consulentia19
Tech, demografia e orizzonti temporali: gli impatti sugli investimenti
Il resoconto della seconda giornata di Consulentia: focus sui Millennials, sull’utilizzo delle tecnologie e sugli approcci di breve e lungo termine
7 Febbraio 2019 06:50
Dopo il convegno inaugurale dedicato alle reti, nel pomeriggio Consulentia19 è entrata nel vivo con una serie di tavole rotonde che ha visto impegnati alcuni dei protagonisti del mondo del risparmio gestito su temi come l'orizzonte di investimento, l'impatto della tecnologia e il cambiamento demografico.
Proprio della sfida rappresentata dalla tecnologia hanno parlato Flavio Carpenzano, Senior Portfolio Manager - Fixed Income AllianceBernstein, Michele Quinto, Co-Branch Manager Sales Director Retail Business Italy Franklin Templeton Investments e Lorenzo Alfieri, Country Head per l’Italia J.P. Morgan Asset Management. Carpenzano ha spiegato come, in AB, la tecnologia venga sfruttata per avere un migliore accesso alla liquidità, un elemento che aiuta a realizzare un processo di investimento più integrato tra uomo e macchina. Per Carpenzano, infatti, non esiste una dicotomia tra questi due elementi, mentre Lorenzo Alfieri ha ribadito che "il gestore non verrà mai soppiantato dai robot". Passando poi in rassegna il fattore spread e i mercati più interessanti, sono emerse le diverse view delle case di gestione. Nell'analisi di Michele Quinto sono i mercati emergenti a promettere bene per il 2019, con le obbligazioni in valuta locale di paesi come Brasile, Messico e Argentina che "hanno acquisito maggiore credibilità e comunque ripagano adeguatamente il rischio". Obbligazioni dei paesi emergenti che dovrebbero essere favorite anche da una certa stabilizzazione del dollaro, come ha sottolineato Alfieri, che ha espresso preferenza per il settore IT "nonostante sia ben prezzato" e per soluzioni come real asset e private debt. Da Carpenzano sono arrivati buoni input sull'obbligazionario, visto che "un contesto con crescita bassa ma costante" è l'ideale anche per titoli governativi come il Bund.
Si è parlato di Millennials e di cambiamenti demografici nella tavola rotonda che ha coinvolto Isabel Reuss, Global Head of SRI Research Allianz Global Investors, Paolo Proli, Head of Retail Division Amundi Asset Management e Matteo Buonomini, Executive Director Goldman Sachs Asset Management. Proli, in particolare, ha posto l'accento sulla necessità di personalizzare la consulenza alle esigenze dei Millennials "passando alla consulenza di secondo livello attraverso lo storytelling" perché la generazione che "erediterà i patrimoni" vuole investire in asset coerenti con il proprio stile di vita. Una delle chiavi per dialogare con i giovani, che per semplici ragioni anagrafiche hanno comunque un orizzonte di investimento lungo, secondo Reuss può essere la pensione "visto che ad oggi non risparmiano abbastanza per il futuro". Un altro importante elemento da tenere in considerazione quando si parla di Millennials è quello degli ESG: "Il 60% dei Millennials tiene conto di fattori ESG quando investe - ha spiegato Buonomini - il doppio rispetto alla generazione precedente e l'industria del risparmio gestito sta rispondendo con prodotti adatti".
Focus sull'orizzonte temporale di investimento, invece, nella tavola rotonda che ha visto protagonisti Michele Cicoria, Business Development Services, Senior Manager Ethenea Independent Investors, Natale Borra, Head of Distribution Fidelity International e Carlo Benetti, Market Specialist GAM Italia. Indispensabile, per tutti e tre, collocare gli investimenti in un orizzonte temporale più lungo quando si presentano i risultati ai clienti, soprattutto dopo un anno come il 2018 in cui praticamente tutte le asset class hanno chiuso in negativo. Un concetto espresso con una metafora calcistica da Cicoria, secondo il quale "un modo per recuperare tempo è chiedere ai clienti di essere giudicati per il risultato di un intero campionato, e non solo dopo una partita". Per Natale Borra è giunto il momento, per il consulente finanziario, di diventare un vero wealth manager familiare in grado di gestire le varie esigenze, compresa quella del passaggio patrimoniale andando anche a lavorare sul tema del financial planning. "Se il concetto di diversificazione geografica è chiaro - ha spiegato Benetti - non lo è ancora quello della diversificazione temporale. La parola chiave di questa fase è semplicità: per esempio nella parte azionaria si deve puntare su storie di lungo periodo come l'andamento demografico legato agli investimenti sulla salute".
LA SFIDA TECNOLOGICA
Proprio della sfida rappresentata dalla tecnologia hanno parlato Flavio Carpenzano, Senior Portfolio Manager - Fixed Income AllianceBernstein, Michele Quinto, Co-Branch Manager Sales Director Retail Business Italy Franklin Templeton Investments e Lorenzo Alfieri, Country Head per l’Italia J.P. Morgan Asset Management. Carpenzano ha spiegato come, in AB, la tecnologia venga sfruttata per avere un migliore accesso alla liquidità, un elemento che aiuta a realizzare un processo di investimento più integrato tra uomo e macchina. Per Carpenzano, infatti, non esiste una dicotomia tra questi due elementi, mentre Lorenzo Alfieri ha ribadito che "il gestore non verrà mai soppiantato dai robot". Passando poi in rassegna il fattore spread e i mercati più interessanti, sono emerse le diverse view delle case di gestione. Nell'analisi di Michele Quinto sono i mercati emergenti a promettere bene per il 2019, con le obbligazioni in valuta locale di paesi come Brasile, Messico e Argentina che "hanno acquisito maggiore credibilità e comunque ripagano adeguatamente il rischio". Obbligazioni dei paesi emergenti che dovrebbero essere favorite anche da una certa stabilizzazione del dollaro, come ha sottolineato Alfieri, che ha espresso preferenza per il settore IT "nonostante sia ben prezzato" e per soluzioni come real asset e private debt. Da Carpenzano sono arrivati buoni input sull'obbligazionario, visto che "un contesto con crescita bassa ma costante" è l'ideale anche per titoli governativi come il Bund.
Bufi (Anasf): "Almeno un terzo dei ricavi spetta ai consulenti"
Bufi (Anasf): "Almeno un terzo dei ricavi spetta ai consulenti"
LA SFIDA DEMOGRAFICA
Si è parlato di Millennials e di cambiamenti demografici nella tavola rotonda che ha coinvolto Isabel Reuss, Global Head of SRI Research Allianz Global Investors, Paolo Proli, Head of Retail Division Amundi Asset Management e Matteo Buonomini, Executive Director Goldman Sachs Asset Management. Proli, in particolare, ha posto l'accento sulla necessità di personalizzare la consulenza alle esigenze dei Millennials "passando alla consulenza di secondo livello attraverso lo storytelling" perché la generazione che "erediterà i patrimoni" vuole investire in asset coerenti con il proprio stile di vita. Una delle chiavi per dialogare con i giovani, che per semplici ragioni anagrafiche hanno comunque un orizzonte di investimento lungo, secondo Reuss può essere la pensione "visto che ad oggi non risparmiano abbastanza per il futuro". Un altro importante elemento da tenere in considerazione quando si parla di Millennials è quello degli ESG: "Il 60% dei Millennials tiene conto di fattori ESG quando investe - ha spiegato Buonomini - il doppio rispetto alla generazione precedente e l'industria del risparmio gestito sta rispondendo con prodotti adatti".
Consulentia19 tra asset allocation e nuovi modelli di consulenza
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LA SFIDA DEL TEMPO
Focus sull'orizzonte temporale di investimento, invece, nella tavola rotonda che ha visto protagonisti Michele Cicoria, Business Development Services, Senior Manager Ethenea Independent Investors, Natale Borra, Head of Distribution Fidelity International e Carlo Benetti, Market Specialist GAM Italia. Indispensabile, per tutti e tre, collocare gli investimenti in un orizzonte temporale più lungo quando si presentano i risultati ai clienti, soprattutto dopo un anno come il 2018 in cui praticamente tutte le asset class hanno chiuso in negativo. Un concetto espresso con una metafora calcistica da Cicoria, secondo il quale "un modo per recuperare tempo è chiedere ai clienti di essere giudicati per il risultato di un intero campionato, e non solo dopo una partita". Per Natale Borra è giunto il momento, per il consulente finanziario, di diventare un vero wealth manager familiare in grado di gestire le varie esigenze, compresa quella del passaggio patrimoniale andando anche a lavorare sul tema del financial planning. "Se il concetto di diversificazione geografica è chiaro - ha spiegato Benetti - non lo è ancora quello della diversificazione temporale. La parola chiave di questa fase è semplicità: per esempio nella parte azionaria si deve puntare su storie di lungo periodo come l'andamento demografico legato agli investimenti sulla salute".
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