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Opportunità in Europa sui titoli ciclici e value

La correzione di fine 2018 è stata simile a quella del 2015-16 e secondo Columbia Threadneedle potrebbe seguire anche oggi un rally con opportunità in Europa. Troppo presto per pensare a una recessione

28 Febbraio 2019 07:00

financialounge -  azioni Columbia Threadneedle Investments Europa Morning News Paul Doyle
Dopo un solido 2017, nel 2018 i mercati europei hanno perso terreno a causa di una correzione simile a quella del 2015-16, quando industriali, minerari, bancari, materie prime e mercati emergenti cedettero il 30% o più. Ma poi seguì un deciso recupero. Ora la situazione potrebbe ripetersi, soprattutto in Europa, dove le azioni sono sottovalutate rispetto a quelle americane, soprattutto i titoli ciclici e value. E’ la sintesi dell’analisi di Paul Doyle, Gestore di portafoglio, Azioni europee, di Columbia Threadneedle Investments. L’esperto ricorda che nel 2015-16, come negli ultimi mesi, i dati sul settore manifatturiero indicavano contrazione in Europa con gli spread dei bond high yield a 400 punti base che suggerivano una recessione imminente. Che invece fu evitata, perché la Fed interruppe gli aumenti dei tassi a marzo 2016.

LA FED HA APERTO MARGINI PER UN RALLY DI TITOLI VALUE E CICLICI


Oggi come allora la Fed ha rinunciato all’aggressività e si è messa in pausa, su timori che la guerra commerciale possa danneggiare l’economia mondiale e quella americana più di quanto si pensasse. Doyle nota che non è compito della Fed evitare le recessioni – anzi, talvolta le crea di proposito per evitare eccessi peggiori – ma sicuramente la svolta di Powell l'ha resa meno probabile, e si chiede quali siano le implicazioni per un’Europa dove la Bce è già meno incline ad alzare i tassi rispetto alla Fed, anche per i dati deludenti provenienti dai paesi dell’Unione. Di qui la conclusione che vi sono i margini per un rally dei titoli value e ciclici, proprio come accaduto nel 2015-16, sulla scia di ulteriori dichiarazioni incoraggianti da parte della Fed.

I TITOLI SU CUI PUNTA COLUMBIA IN GRAN BRETAGNA E ITALIA


Doyle si aspetta un recupero dell’attività manifatturiera globale nella prima metà dell’anno a fronte dell’attenuazione dei problemi macro, più probabile anche in Cina ora che l’impulso al credito è in miglioramento e la debolezza del renminbi compensa l’impatto negativo dei dazi, il che dovrebbe aiutare anche l’Europa. Beni strumentali e chimica sono stati i segmenti più ipervenduti durante la correzione in Europa. Ora serve soltanto la capacità di scegliere i titoli giusti. Tra questi Columbia segnala sul mercato britannico titoli come Kingspan, Elis e Ryanair, che potrebbero mettere a segno un forte rimbalzo nel caso di una “soft Brexit” o di una “no Brexit”, in quanto scontano già l’esito peggiore. Spostandosi in Italia, secondo l’esperto la situazione politica rimane tesa con il governo che continua a lanciare i suoi strali contro l’UE per conservare il consenso. Il che induce alla cautela sulle banche italiane ed anche europee. Questo non impedisce a Columbia di rivelare di aver investito in Fineco Bank, che offre proprio ciò che la clientela dei millennial desidera e fornisce anche una piattaforma parallela e altrettanto efficace per i fondi d’investimento.

Banche europee (soprattutto italiane) ancora sotto osservazione


Banche europee (soprattutto italiane) ancora sotto osservazione





NON SIAMO A UN PUNTO DI SVOLTA


Le conclusioni cui giunge Doyle è che a fine 2018 siamo passati in meno di un anno dall’euforia alla sfiducia, con il sentiment indebolito dagli squilibri della crescita e dai timori di una riduzione della liquidità a livello globale. Ma, avverte, non siamo ancora a un punto di svolta. I ribassi di fine anno sono dovuti ai timori per la crescita tipici della fase avanzata dal ciclo, “tuttavia, non siamo ancora giunti alla fine di quest’ultimo, in quanto sarebbe accompagnata da un’inflazione elevata, da una crescita sostenuta e da un’economia vivace”. Nessuna di queste è presente in Europa, per cui l’esperto ritiene “che vi siano ancora margini di guadagno in un mercato nettamente sottovalutato rispetto agli Stati Uniti e caratterizzato da alcune ottime aziende”.

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