Brexit
Stallo Brexit, un nuovo referendum spingerebbe la sterlina
L’analisi di GAM: May e Corbyn sono guidati dalla convenienza politica che rende probabile un rinvio della scadenza del 29 marzo. Se si aprisse la strada a un nuovo referendum la sterlina ne beneficerebbe per prima
1 Marzo 2019 14:01
La sterlina si sta mostrando estremamente sensibile agli sviluppi del tormentone Brexit, con una leadership di entrambi i partiti che si contraddistingue per incertezza. La sterlina infatti ha raggiunto un massimo relativo a seguito della notizia dell’appoggio di Jeremy Corbyn a un secondo referendum e della disponibilità di Theresa May a votare in Parlamento per posticipare la scadenza di marzo, evitando il rischio di un’uscita dall’Europa senza alcun accordo. Secondo Charles Hepworth, Investment Director di GAM Investments, il repentino cambio di posizione dei due leader corrisponde al tentativo di tranquillizzare i propri rappresentanti in parlamento ed è una scelta di convenienza politica. Per Corbyn, dichiarato sostenitore di Brexit, aprire a un nuovo referendum è un passo indietro doloroso fatto per accontentare i membri del partito ed evitare che passino al neocostituito Indipendent Group.
Per May invece, osserva Hepworth, posticipare ulteriormente la decisione, con solo una ventina di giorni lavorativi per decidere sulle modalità di uscita dall’Unione, non si tradurrà comunque in alcuna garanzia sull’esito finale. Quindi, è la conclusione dell’esperto, il mancato raggiungimento di un qualunque tipo di accordo “rimane l’ipotesi meno probabile”. Ma anche l’approvazione della proposta May appare, nella forma attuale, poco plausibile. Sia l’Europa che la May stanno rimandando in attesa dell’ultimo voto, con la premier che spera che chi le ha votato contro al primo tentativo sia così spaventato dal poco tempo a disposizione da accettare la proposta iniziale. Un rinvio di alcuni mesi farebbe invece infuriare i Tory integralisti e pro-Brexit. Inoltre, nota Hepworth, non si capisce perché un paio di mesi in più dovrebbero far risolvere quello che non si è fatto nei molti mesi trascorsi dall’invocazione dell’articolo 50.
Quindi la May sta giocando sia con l’Unione Europea che con suo il parlamento un braccio di ferro la cui posta in palio è estremamente alta. Due settimane fa ha promesso che avrebbe concesso un voto definitivo sull’accordo entro questa settimana, salvo poi fare un passo indietro nel weekend, posticipando la votazione fino ad appena diciassette giorni prima della deadline di marzo. Secondo l’esperto di GAM “è sicuramente una strategia pericolosa, sempre che di strategia si tratti”. Ma aggiunge che estendere la scadenza di marzo per fare un secondo tentativo non sarebbe quanto di più strano si sia visto in parlamento, anche perché c’è una probabilità, contenuta ma in crescita, che si opti per tornare al voto popolare – una eventualità a cui viene attribuita una probabilità del 33%.
E qui l’analisi di Hepworth arriva alla sterlina, che potrà anche aver raggiunto un massimo relativo recentemente, ma la sua impressione è che il suo valore non rifletta ancora un vero è proprio accordo, quanto piuttosto l’eventualità di un rinvio. L’esperto di GAM crede che il rimbalzo di questi giorni sia stato eccessivo, e per questa ragione, finché non ci saranno informazioni concrete intorno alle quali costruire la nostra view, GAM non intende assumere una particolare posizione rispetto alla sterlina mantenendosi neutrale. Se l’accordo verrà raggiunto in parlamento, Hepworth crede che la sterlina potrebbe crescere ancora di qualche punto percentuale nel breve termine, ma solo per invertire probabilmente il corso causa il perdurare dell’incertezza economica. Invece un secondo referendum “porterebbe a un movimento verso l’alto molto più significativo, dato che le probabilità di una vittoria del remain appaiono superiori a quelle del leave”.
IL TENTATIVO DI FAR RIPENSARE ALMENO PARTE DEI TORY
Per May invece, osserva Hepworth, posticipare ulteriormente la decisione, con solo una ventina di giorni lavorativi per decidere sulle modalità di uscita dall’Unione, non si tradurrà comunque in alcuna garanzia sull’esito finale. Quindi, è la conclusione dell’esperto, il mancato raggiungimento di un qualunque tipo di accordo “rimane l’ipotesi meno probabile”. Ma anche l’approvazione della proposta May appare, nella forma attuale, poco plausibile. Sia l’Europa che la May stanno rimandando in attesa dell’ultimo voto, con la premier che spera che chi le ha votato contro al primo tentativo sia così spaventato dal poco tempo a disposizione da accettare la proposta iniziale. Un rinvio di alcuni mesi farebbe invece infuriare i Tory integralisti e pro-Brexit. Inoltre, nota Hepworth, non si capisce perché un paio di mesi in più dovrebbero far risolvere quello che non si è fatto nei molti mesi trascorsi dall’invocazione dell’articolo 50.
UN BRACCIO DI FERRO CON BRUXELLES E CON LONDRA
Quindi la May sta giocando sia con l’Unione Europea che con suo il parlamento un braccio di ferro la cui posta in palio è estremamente alta. Due settimane fa ha promesso che avrebbe concesso un voto definitivo sull’accordo entro questa settimana, salvo poi fare un passo indietro nel weekend, posticipando la votazione fino ad appena diciassette giorni prima della deadline di marzo. Secondo l’esperto di GAM “è sicuramente una strategia pericolosa, sempre che di strategia si tratti”. Ma aggiunge che estendere la scadenza di marzo per fare un secondo tentativo non sarebbe quanto di più strano si sia visto in parlamento, anche perché c’è una probabilità, contenuta ma in crescita, che si opti per tornare al voto popolare – una eventualità a cui viene attribuita una probabilità del 33%.
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UN NUOVO REFERENDUM FAREBBE BENE ALLA STERLINA
E qui l’analisi di Hepworth arriva alla sterlina, che potrà anche aver raggiunto un massimo relativo recentemente, ma la sua impressione è che il suo valore non rifletta ancora un vero è proprio accordo, quanto piuttosto l’eventualità di un rinvio. L’esperto di GAM crede che il rimbalzo di questi giorni sia stato eccessivo, e per questa ragione, finché non ci saranno informazioni concrete intorno alle quali costruire la nostra view, GAM non intende assumere una particolare posizione rispetto alla sterlina mantenendosi neutrale. Se l’accordo verrà raggiunto in parlamento, Hepworth crede che la sterlina potrebbe crescere ancora di qualche punto percentuale nel breve termine, ma solo per invertire probabilmente il corso causa il perdurare dell’incertezza economica. Invece un secondo referendum “porterebbe a un movimento verso l’alto molto più significativo, dato che le probabilità di una vittoria del remain appaiono superiori a quelle del leave”.