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Azioni, correzione fisiologica? Occhi puntati sul secondo semestre

Per Amundi la correzione dei mercati azionari è fisiologica, ma è fondamentale che il deterioramento economico lasci spazio a una stabilizzazione e a una ripresa nella seconda parte dell’anno

13 Marzo 2019 09:47

financialounge -  Amundi azioni Eurozona Giordano Beani PIL
Dopo un avvio brillante dei mercati finanziari, è arrivato il momento di una pausa. Il motivo della correzione che ha interessato soprattutto i mercati azionari è da ricercare, come sottolinea Giordano Beani, Head of Multi-Asset Fund Solutions Italy di Amundi Sgr, nella sua newsletter settimanale, nel ritorno dei timori relativi alla debole crescita economica globale.


PIL IN CALO NELL’AREA EURO


Nell’area euro la crescita del PIL nel secondo semestre del 2018 si è rivelata debole e il Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea ha rivisto decisamente al ribasso le sue stime, segnalando peraltro che i rischi rimangono orientati al ribasso. Per il 2019 la crescita dovrebbe attestarsi all’1,1%, dall’1,7%, mentre per il prossimo anno la previsione è dell’1,6%; riviste al ribasso anche le stime sull’inflazione, fissate nell’1,2% per l’anno in corso e nell’1,4% per il 2020.


RALLENTA ANCHE LA CINA


Le stime di crescita per il 2019 sono state riviste al ribasso, con l’indicazione di una forchetta tra 6% e 6,5%, rispetto al +6,6% del 2018 che già appariva “debole” per gli standard di crescita del gigante cinese. Dati molto deludenti anche per quanto riguarda la bilancia commerciale di febbraio, con un calo di oltre il 20%, anno su anno, per le esportazioni e del 5,2% per le importazioni.


QUALCHE SEGNALE INCORAGGIANTE


In questo quadro complessivamente negativo, negli Usa i nuovi posti di lavoro del mese di febbraio sono stati solo 20mila contro i 180mila previsti, ci sono tuttavia segnali di una possibile ripresa dell’attività almeno nel settore dei servizi. Appaiono in miglioramento gli indicatori dei direttori degli acquisti (sono noti come PMI) nel settore non manifatturiero, sia nell’Area Euro (52,8 rispetto a 52,3 atteso) che negli Stati Uniti (59,7 rispetto a 57,3 atteso).


LA BCE RESTERÀ ANCORA ACCOMODANTE


La revisione al ribasso delle stime di crescita ha indotto la BCE a modificare anche la “guidance”, l’orientamento sulla direzione futura dei tassi ufficiali: rimarranno invariati non più fino all’estate, ma almeno sino alla fine del 2019. L’altro annuncio, peraltro già atteso dal mercato, ha riguardato le operazioni di rifinanziamento a lungo termine per il settore bancario, le TLTRO III, che sostituiranno quelle che andranno a scadenza da giugno 2020; la sorpresa, sottolineano in AMUNDI, è che avranno una durata più breve, due soli anni, e saranno più care.

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I TITOLI DI STATO GUADAGNANO


La conferma che la politica monetaria della BCE resterà accomodante ancora per lungo tempo è stata bene accolta sui mercati dei titoli di Stato. I rendimenti del Bund tedesco decennale si sono ridotti allo 0,069%, ai minimi di ottobre 2016, e di questo clima positivo ha beneficiato anche il differenziale tra Btp e Bund calato a 243 punti, nonostante le tensioni nel governo sui destini della TAV; in calo anche il rendimento del decennale Usa, dal 2,75% al 2,63%.


CORREZIONE FISIOLOGICA, QUADRO MACRO DA MONITORARE


“La correzione della settimana scorsa è perfettamente inquadrabile da un punto di vista della fisiologia dei mercati, che non potevano continuare ad inanellare rialzi ai ritmi visti nei primi due mesi dell’anno” scrive Beani di Amundi. “Ciò detto, è fondamentale che il deterioramento macroeconomico in atto lasci seguito ad indicazioni di stabilizzazione e speranze di possibile ripresa nella seconda parte dell’anno”.

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