Andrea Delitala

Perché il rally azionario non sembra esaurito

La fase di consolidamento iniziata a marzo non esclude che la strategia d’investimento possa sfruttare un nuovo “catalist” positivo di mercato, grazie anche alle politiche accomodanti delle banche centrali

14 Marzo 2019 10:36

financialounge -  Andrea Delitala Marco Piersimoni Pictet Asset Management rally azionario
Dopo un paio di mesi in deciso recupero, i mercati finanziari hanno alzato il piede dall’acceleratore ma non per questo la strategia d’investimento deve necessariamente cambiare l’impostazione di fondo. Infatti, come fanno notare Andrea Delitala, head of investment advisory, e Marco Piersimoni, senior portfolio manager di Pictet Asset Management nel loro aggiornamento alla strategia d’investimento di marzo, emergono diversi aspetti che potranno rivelarsi importanti nel supporto alle quotazioni di mercato.

APPROCCIO PRUDENTE


Il primo riguarda la scarsa partecipazione degli investitori al rally di inizio anno. Complice la cautela affiorata in concomitanza della severa correzione del quarto trimestre 2018 (in particolare nel mese di dicembre), in questa prima parte del 2019 l’approccio degli investitori è stato improntato alla prudenza, come testimoniato dagli ingenti deflussi dai mercati azionari sviluppati: solo quelli relativi alle azioni europee hanno toccato i 116 miliardi di dollari in 12 mesi.

POCHI INVESTITORI IN CODA AL RALLY


“Ne deriva che il movimento rialzista potrebbe non essersi ancora esaurito ,dal momento che la partecipazione al rally di inizio anno ha interessato un numero ristretto di investitori. Inoltre resta prevalente la convinzione che la crescita macroeconomica sia destinata a mantenersi debole”, specificano Andrea Delitala e Marco Piersimoni. I quali, al contempo, ammettono che la fase di consolidamento del mercato iniziata a marzo possa proseguire in attesa di un nuovo “catalist” positivo per gli acquisti sui listini.

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LIMITATO POTENZIALE DI DOWNSIDE


L’altro aspetto incoraggiante da tenere nella dovuta considerazione nella strategia d’investimento, e che i due professionisti tengono a sottolineare, riguarda il potenziale correttivo del mercato che, a loro modo di vedere, non sembra ampio alla luce non soltanto del cauto posizionamento nelle scelte di portafoglio degli investitori ma anche per l’ampio supporto derivante dalle politiche monetarie garantite in questa fase dalle banche centrali.

FED, OBIETTIVO DI STABILITA’ DEI PREZZI


A proposito di istituti centrali, l’attenzione di Delitala e Piersimoni è su due specifici aspetti, uno riguardante la Fed e l’altro la Bce. “Sul fronte Fed il dibattito che si sta sviluppando all’interno del comitato su possibili modifiche all’obiettivo di stabilità dei prezzi merita una riflessione”, precisano i due esperti. Infatti, fanno notare, nel momento in cui nella conferenza indetta per inizio giugno su questo tema la banca centrale statunitense si orientasse verso un obiettivo d’inflazione media all’interno dell’intero ciclo economico, significherebbe dover recuperare la sotto-performance dei prezzi al consumo durante la fase recessiva del ciclo. E, per farlo, la Fed dovrebbe adottare, durante le fasi di ripresa economica, una politica monetaria più accomodante del necessario. Questo comporterebbe con ogni probabilità implicazioni importanti sia per i premi di rischio e sia per le curve obbligazionarie, che dovrebbero assumere una maggiore pendenza.

BCE, LE IMPLICAZIONI SUI TASSI A BREVE ITALIANI


Per quanto riguarda invece la banca centrale europea, l’opinione dei due esperti è che gli annunci in occasione della riunione di inizio marzo abbiano sorpreso i mercati con implicazioni non secondarie sulle future scelte in tema di strategia d’investimento. “Draghi ha rivisto di molto al ribasso le stime sulla crescita e sull’inflazione in Europa e, inoltre, ha anticipato un nuovo programma di Tltro, l’erogazione di liquidità alle banche finalizzata ai finanziamenti più diretti all’economia reale. Si tratta di una decisione che da un lato assicura il rifinanziamento del sistema bancario italiano e, dall’altro, sostiene la parte a breve della curva dei tassi italiana” concludono Delitala e Piersimoni.

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