cambiamenti climatici

Investire contrastando il cambiamento climatico è possibile

In occasione del Fridays for Future Roberto Grossi, vice direttore di Etica Sgr, fa il punto sul sul ruolo del risparmio gestito nella lotta al surriscaldamento globale

15 Marzo 2019 10:53

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Ispirati dalla sedicenne svedese Greta Thunberg, centinaia di migliaia di studenti di tutto il mondo stanno manifestando per chiedere ai governi politiche incisive per combattere il cambiamento climatico. Un evento di portata globale, che interessa la società nel suo complesso e vede i giovani italiani in prima fila con ben 235 manifestazioni: il numero più alto a livello mondiale. Se le istanze del “Fridays for Future” sono rivolte soprattutto ai governi, anche il mondo della finanza può ricoprire un ruolo cruciale indirizzando gli investimenti verso aziende che non guardano solo al profitto. Etica Sgr è impegnata in questo ambito e può contare su un comparto specifico (Etica Impatto Clima) nato nel 2018 proprio con l’obiettivo di coniugare gli investimenti alla lotta contro il riscaldamento globale. In questa intervista Roberto Grossi, vice direttore di Etica Sgr, ci spiega perché oggi la sostenibilità deve essere un fattore guida degli investimenti.

Perché il cambiamento climatico è un’emergenza di portata globale? Possiamo ancora fare qualcosa per contrastarlo?


“La scienza è ormai concorde: se non gestiamo in modo efficace il riscaldamento globale, nei prossimi decenni potremmo perdere l’equilibrio delle stagioni, la bellezza dei nostri luoghi, l’unicità di tante specie animali e vegetali nel mondo. Non è un caso che l’ultimo premio Nobel per l’economia sia stato assegnato a due studiosi americani, Bill Nordhaus e Paul Romer, che hanno approfondito rispettivamente l’interazione tra i cambiamenti climatici e l’economia e l’innovazione e la crescita a lungo termine. In questo modo l’Accademia di Svezia ha sicuramente voluto mettere in evidenza una delle questioni decisive per lo sviluppo sostenibile della nostra società, quella del clima. Per conseguire una crescita più sostenibile occorre che ciascun attore della società faccia la sua parte. Il sistema finanziario non fa certo eccezione. Riorientare i capitali privati verso investimenti SRI comporta un riesame globale del funzionamento del sistema finanziario”.

Etica Sgr è impegnata fin dalla sua nascita nella sostenibilità, in questi anni avete assistito a un cambiamento nella cultura degli investimenti in Italia? Cosa manca per il salto di qualità definitivo?


“Quando la nostra società è nata, nel 2000, il mercato era molto diverso. In Italia gli investimenti sostenibili e responsabili erano considerati di nicchia. Negli ultimi anni la crescita dell’SRI (Socially Responsible Investment) si sta dimostrando particolarmente vivace e oggi è già un fenomeno di dimensioni rilevanti. Tanto da creare una moda a cui alcune società rispondono in modo opportunistico.
Ecco noi siamo convinti che in futuro il ruolo da protagonista verrà occupato dalle realtà che dimostrano un approccio serio alla finanza sostenibile, anche in conseguenza della spinta normativa.
Per poter raggiungere questo risultato si dovrà lavorare molto sulla trasparenza: oggi il quadro definitorio è ancora frammentato e soggetto a interpretazioni diverse a seconda del mercato o del Paese di riferimento. Parallelamente crediamo che la formazione possa svolgere un ruolo chiave nella diffusione della cultura SRI. In questo, la consulenza finanziaria potrà avere un importante ruolo nel guidare questo mercato, tenendo in considerazione le preferenze dei clienti in materia di sostenibilità nella redazione dei piani d’offerta”.

Qual è il ruolo del mondo del risparmio gestito nella lotta al cambiamento climatico e più in generale nel cambiamento del modello economico attuale?


“La Commissione UE ha varato l’Action Plan che individua specifiche azioni riconducibili a tre obiettivi precisi: orientare i flussi di capitale verso investimenti che puntano ad una crescita sostenibile ed inclusiva dell’economia europea; individuare e considerare i rischi che derivano dai cambiamenti climatici, dal degrado ambientale, dall’esaurimento delle risorse e dalle tematiche sociali; incoraggiare la trasparenza e l’orizzonte temporale di lungo periodo nell’attività finanziaria ed economica. Ci saranno effetti concreti per il mercato del risparmio gestito, anche se ci auguriamo che si vada nella direzione giusta, fatta di cambiamenti concreti e non di semplice greenwashing. Possiamo dire che le tematiche ambientali, sociali e governance oggi siano ormai concetti universali. Un bel vantaggio competitivo per Etica Sgr, che è ancora l’unica società di gestione del risparmio italiana a proporre esclusivamente fondi comuni di investimento sostenibili e responsabili fin dalla sua nascita.

Può illustrare la composizione del Fondo Etica Impatto Clima? Su quali titoli investite e perché?


“Nel 2018 Etica Sgr ha rafforzato e amplificato gli impegni assunti in ambito ambientale per promuovere lo sviluppo sostenibile, lanciando un nuovo fondo dedicato agli investimenti a favore dello sviluppo di un’economia a basso impatto per il cambiamento climatico. È nato così Etica Impatto Clima, un fondo comune bilanciato che investe in titoli emessi da aziende e Stati che hanno scelto la sostenibilità ambientale per sviluppare il proprio business, in coerenza con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibili delle Nazioni Unite. Una soluzione di investimento per il proprio risparmio e, contemporaneamente, che pensa al futuro del Pianeta.
La selezione delle imprese su cui investe il fondo avviene secondo quattro step. Il primo è basato sui criteri ambientali (analisi sull’utilizzo di combustibili fossili, prodotti e servizi con ridotto impatto, utilizzo di sostanze chimiche a rischio, sabbie bituminose, shale oil e gas serra). Il secondo è basato su indicatori di impatto (valutazione sui sistemi di gestione e rendicontazione ambientale, catena di fornitura, politiche di packaging e di gestione dei rifiuti sostenibili). Il terzo prende in considerazione la transizione low carbon (riduzione delle emissioni di gas climalteranti, utilizzo o produzione di energia da fonti rinnovabili). Infine si analizza il rischio reputazionale (monitoraggio del livello di rischio reputazionale, soprattutto ambientale)”.

Contrastare i cambiamenti climatici con un fondo specifico: ecco come


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