corporate bond
Perché le elezioni spagnole non spaventano i mercati
Dopo i rialzi di fine 2018 gli spread sull’obbligazionario sono tornati a restringersi e la domanda di corporate bond supera regolarmente l’offerta. Un governo di minoranza non è considerato male
23 Marzo 2019 10:00
Dalla Brexit in poi, passando per la Catalogna, l’elezione di Macron, gli arretramenti dei due grandi partiti tradizionali in Germania e le elezioni italiane di un anno fa, i mercati europei del debito e del reddito fisso sembrano vaccinati alle sorprese che possono arrivare dalla politica, anche se alla vigilia magari erano considerate potenzialmente devastanti. Ora è il caso delle elezioni anticipate in Spagna, che a fine aprile precederanno di un mese esatto quelle per il Parlamento Europeo di maggio. L’economia iberica è entrata in una fase di debolezza relativa, con l’Europa in netto rallentamento, mentre i sondaggi indicano la possibilità di un’affermazione delle forze populiste. Ma Guido Barthels, portfolio manager di Ethenea, afferma che i mercati non temono le elezioni spagnole.
Secondo l’esperto della casa di gestione, infatti, l’andamento dei credit default swap segnala un’accoglienza positiva all’annuncio di nuove elezioni in Spagna, perché “una situazione instabile con un governo di minoranza è considerata peggiore di una maggioranza potenzialmente stabile, malgrado il pericolo di rafforzamento delle forze populiste di destra”. Barthels osserva che l'economia europea sembra stia sviluppando una fase di debolezza particolarmente pronunciata: nel quarto trimestre 2018 la Germania è riuscita appena a raggiungere lo 0%, riuscendo a malapena a evitare una recessione tecnica, a differenza dell’Italia, mentre in tutta Europa la produzione industriale va fortemente indebolendosi. E di recente, anche i consumi negli Stati Uniti hanno registrato un calo.
“Abbiamo a che fare con un mercato molto fragile, in cui un semplice raffreddore può rapidamente degenerare in una vera e propria polmonite, anche se poi può sparire con la stessa velocità con cui si è manifestata”, spiega Barthels. A novembre e dicembre 2018, il mercato delle obbligazioni societarie si era già preso un forte raffreddore. La liquidità si era quasi del tutto prosciugata, a danno soprattutto di chi desiderava vendere. Gli spread si erano nettamente ampliati ma sono tornati a restringersi in misura significativa a gennaio 2019. Malgrado gli elevati volumi di emissione di corporate bond, la domanda di nuove obbligazioni supera di gran lunga l'offerta, determinando un netto assottigliamento degli spread. Oggi, nota Barthels, i compratori si comportano come se gli ultimi due mesi del 2018 non fossero mai esistiti, facendo mostra di una memoria incredibilmente corta.
La bottom line dell’esperto di Ethenea prende atto di queste apparenti contraddizioni: “In questo contesto difficile si inserisce la crisi spagnola, a cui però i mercati hanno reagito bene”. Secondo il manager tuttavia, “ciò che potrebbe essere positivo per la Spagna sarà tuttavia negativo per l'Europa”. Infatti le elezioni europee, che si terranno esattamente un mese dopo le elezioni anticipate in Spagna, potrebbero far entrare ulteriori euroscettici nel Parlamento Europeo.
I CREDIT DEFAULT SWAP SEGNALANO ACCOGLIENZA POSITIVA
Secondo l’esperto della casa di gestione, infatti, l’andamento dei credit default swap segnala un’accoglienza positiva all’annuncio di nuove elezioni in Spagna, perché “una situazione instabile con un governo di minoranza è considerata peggiore di una maggioranza potenzialmente stabile, malgrado il pericolo di rafforzamento delle forze populiste di destra”. Barthels osserva che l'economia europea sembra stia sviluppando una fase di debolezza particolarmente pronunciata: nel quarto trimestre 2018 la Germania è riuscita appena a raggiungere lo 0%, riuscendo a malapena a evitare una recessione tecnica, a differenza dell’Italia, mentre in tutta Europa la produzione industriale va fortemente indebolendosi. E di recente, anche i consumi negli Stati Uniti hanno registrato un calo.
IL MERCATO RESTA FRAGILE, DIMENTICATO IL BRUTTO FINALE DEL 2018
“Abbiamo a che fare con un mercato molto fragile, in cui un semplice raffreddore può rapidamente degenerare in una vera e propria polmonite, anche se poi può sparire con la stessa velocità con cui si è manifestata”, spiega Barthels. A novembre e dicembre 2018, il mercato delle obbligazioni societarie si era già preso un forte raffreddore. La liquidità si era quasi del tutto prosciugata, a danno soprattutto di chi desiderava vendere. Gli spread si erano nettamente ampliati ma sono tornati a restringersi in misura significativa a gennaio 2019. Malgrado gli elevati volumi di emissione di corporate bond, la domanda di nuove obbligazioni supera di gran lunga l'offerta, determinando un netto assottigliamento degli spread. Oggi, nota Barthels, i compratori si comportano come se gli ultimi due mesi del 2018 non fossero mai esistiti, facendo mostra di una memoria incredibilmente corta.
Ipotesi elezioni anticipate in Italia, un rischio per i mercati?
Ipotesi elezioni anticipate in Italia, un rischio per i mercati?
UN ESITO CHE POTREBBE ESSERE NEGATIVO PER L’EUROPA
La bottom line dell’esperto di Ethenea prende atto di queste apparenti contraddizioni: “In questo contesto difficile si inserisce la crisi spagnola, a cui però i mercati hanno reagito bene”. Secondo il manager tuttavia, “ciò che potrebbe essere positivo per la Spagna sarà tuttavia negativo per l'Europa”. Infatti le elezioni europee, che si terranno esattamente un mese dopo le elezioni anticipate in Spagna, potrebbero far entrare ulteriori euroscettici nel Parlamento Europeo.