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Crescita globale, tre elementi di ottimismo sul lungo termine

I tre fattori che rendono Wade (Schroders) fiducioso sulla crescita globale a più lungo termine sono i prezzi dell’energia più contenuti, un possibile accordo commerciale Usa-Cina e politiche monetarie più accomodanti

26 Marzo 2019 07:00

financialounge -  crescita globale dazi Keith Wade Morning News politica monetaria Schroders
Nonostante il clima sui mercati finanziari sia migliorato nel primo trimestre di quest’anno rispetto al quarto trimestre del 2018, resta sul tavolo la questione legata alla crescita globale sulla quale resta l’ombra di una possibile imminente recessione. A questo proposito, Keith Wade, Chief Economist & Strategist di Schroders, ci tiene a ribadire che non dovrebbe configurarsi nessuna recessione quanto piuttosto un rallentamento. L’esperto non nasconde né la debolezza degli indicatori di breve termine né che i volumi degli scambi commerciali a livello globale abbiano accusato un crollo alla fine del 2018, e nemmeno che le basse quotazioni delle commodity industriali siano un sintomo di un rallentamento del ciclo industriale. Non solo. Non esclude neppure che i livelli degli indici manifatturieri PMI, già in contrazione negli ultimi mesi, possano portarsi su livelli ancora più critici (sotto quota 50, la soglia che discrimina la crescita) sulla scia di un calo nei prossimi mesi degli inventari aziendali come conseguenza dell’accelerazione degli ordini di importazioni prima dell’aumento dei dazi commerciali.

TRE FATTORI DI SUPPORTO ALLA CRESCITA


“Tuttavia, se la domanda mantiene un certo livello senza collassare, una ripresa della crescita globale è possibile nel momento in cui i livelli delle scorte aziendali si saranno equilibrati e gli eccessi saranno eliminati. Inoltre i bilanci aziendali e i flussi di cassa non sembrano aver toccato soglie eccessive e, di conseguenza, una contrazione della crescita non dovrebbe comportare tagli significativi delle spese” specifica Keith Wade. Il quale, spostando la visuale ad un orizzonte temporale più lungo, rivela di essere leggermente più ottimista sulla crescita globale, come conseguenza di tre fattori: prezzi dell’energia più contenuti, possibile accordo commerciale tra USA e Cina e politiche monetarie più accomodanti.

PIL RIVISTO AL RIBASSO PER IL 2019 MA AL RIALZO PER IL 2020


In base a questi tre fattori l’esperto ha da una parte rivisto leggermente al ribasso le previsioni di crescita globale per quest’anno (portando l’aumento del Pil dal 2,9% al 2,8%, incrociando le stime al ribasso per Eurozona, regno Unito e Giappone, e in lieve aumento per la Cina) ed ha alzato quelle per l’anno prossimo: per il 2020,in particolare, le stime del Pil USA sono salite dal +1,3% al +1,6%, quello del Giappone dallo zero al +0,4% quelle della Cina dal +6,0% al +6,1%.

PREZZI DELL’ENERGIA PIU’ BASSI


Ma quali impatti positivi potranno avere per la crescita globale i tre fattori individuati da Keith Wade? Le quotazioni più basse dell’energia contribuiscono a limitare le tensioni sui prezzi al consumo e di conseguenza ad incrementare il potere d’acquisto dei consumatori a livello globale. Quelli statunitensi, per esempio, dovrebbero beneficiare di una crescita delle retribuzioni reali (cioè al netto dell’inflazione) di due punti percentuali, il livello più alto degli ultimi tre anni. E implicazioni analoghe si potranno avere in Asia ed Europa determinando un ambiente favorevole ai consumi, che rappresentano un solido elemento a sostegno della crescita.

ACCORDO USA-CINA


Per quanto riguarda le dispute commerciali tra Washington e Pechino, invece, sta prendendo corpo la volontà da ambo le parti di trovare un accordo. “E’ vero che sono ancora diversi gli ostacoli da superare, in particolare quelli riguardanti la protezione dei diritti di proprietà intellettuale, ma è anche vero che sembra scongiurata la pericolosa escalation che ci aspettavamo precedentemente” puntualizza Keith Wade. Secondo il quale l’intesa tra le due superpotenze globali dovrebbe contribuire a ridurre l’incertezza e a rasserenare le aziende che hanno sospeso la pianificazione delle spese, in attesa di decidere il futuro dei loro investimenti e della catena di produzione e distribuzione internazionale.

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UNA FED PIU’ ACCOMODANTE


Infine, ma non per importanza, sono del tutto evidenti le implicazioni positive del nuovo clima di politiche monetarie più accomodanti sulla scia del cambiamento dell’orientamento politico della Fed, che sembra ora più incline a rispondere alle condizioni del mercato finanziario. “Inoltre, la banca entrale statunitense ha segnalato una conclusione più vicina del previsto per il suo Quantitative tightening, il programma di riduzione di bilancio, che in base alle attuali aspettative, dovrebbe essere completato entro la fine dell’anno” conclude Keith Wade.

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