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Obbligazioni, ora è meglio non combattere né la Fed né la Bce

La Fed ha concluso il suo ciclo di rialzi e ha annunciato la fine del deflusso dal bilancio: ciò aumenterà la liquidità in dollari USA anche sul mercato del reddito fisso, spiega Bettaieb (Vontobel)

26 Marzo 2019 11:29

financialounge -  BCE Europa FED Mondher Bettaieb obbligazioni USA Vontobel
Le decisioni illustrate dal presidente Powell mercoledì sera alla comunità finanziaria sono risultate perfettamente in linea con quanto atteso da diversi investitori nel reddito fisso, tra i quali anche Mondher Bettaieb, Head of Corporate Bonds, Vontobel Asset Management. Per l’esperto, infatti, c’è la conferma che il ciclo di rialzo del Federal Open Market Committee (FOMC, l’organismo interno alla Fed che decide sui tassi di interesse statunitensi) sia terminato grazie anche alla spiegazione di Powell circa la mancanza di necessità da parte del FOMC di inasprire la politica non appena reputi il tasso d'interesse neutrale, ovvero né riduttivo e né espansivo per l'economia.

I DOT PLOT


Per Mondher Bettaieb quello che contava davvero per gli investitori a reddito fisso, erano i cosiddetti dot plot, i puntini a cura dei membri del FOMC che permettono di delineare il trend dei tassi monetari USA a breve e a lungo termine. Ebbene, secondo l’esperto, se è vero che l’effetto immediato è la constatazione che i dot plot a breve termine sono stati rivisti in modo rilevante verso il basso e quelli mediani di più lunga durata confermati al 2,75%, è altrettanto vero che alcune evidenze interne, legate alle decisioni dei singoli membri del FOMC, offrono importanti indizi. In particolare 10 membri su 16 ipotizzano il dot plot a lungo termine posizionato al 2,625, proiezione molto vicina all'attuale range dei tassi della Fed tra il 2,25% e il 2,5%.

IL CICLO DI RIALZI NEGLI USA E’ FINITO


Incrociando questi dati con l’annuncio da parte della banca centrale USA di una politica monetaria molto accomodante mercoledì sera per i prossimi due anni, Mondher Bettaieb giunge ad una conclusione di assoluto rilievo per le scelte di portafoglio nell’ambito del reddito fisso: che il rialzo dei tassi statunitensi per questo ciclo sia finito, anche perché un altro ritocco all’insù a breve termine risulterebbe in contraddizione con gli annunci della Fed per il semplice fatto che porterebbe i saggi al di sopra del livello del 2,625%.

RIDUZIONE DEL DEFLUSSO DI BILANCIO DELLA FED


Un altro importante aspetto emerso dalla riunione della Fed di mercoledì scorso per gli investitori a reddito fisso, riguarda la fine del suo deflusso dal bilancio. Si prevede che dal prossimo mese di maggio i massimali di bilancio dovrebbero contrarsi da 30 a 15 miliardi di dollari statunitensi: tradotto in pratica significa che la Banca centrale USA comprerà 15 miliardi di titoli del Tesoro (Treasury) in più al mese a partire dalla fine di maggio favorendo la liquidità in dollari USA sul mercato. Un elemento di assoluto rilievo per i mercati finanziari soprattutto se messo in relazione alla decisione di Draghi riguardante il varo della terza edizione dei TLTRO, i finanziamenti per le banche europee finalizzati all’economia reale.

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750 MILIARDI DI EURO NEL SISTEMA EUROPEO


Per comprendere la portata di questa specifica decisione della Bce, va ricordato che il sistema bancario europeo genera ogni anno circa 250 miliardi di euro di nuovi depositi che, a questo punto, non dovranno essere impiegati per sostituire le operazioni TLTRO in scadenza entro il 2021 per un importo complessivo di circa 750 miliardi di euro. Pertanto, dal momento che la nuova operazione di TLTRO durerà fino al 2023 (circa tre anni interi almeno prima della scadenza), il sistema bancario europeo potrà beneficiare di 750 miliardi di liquidità in eccesso (tre anni per 250 miliardi di nuovi depositi). “Si tratta di un ingente eccesso di liquidità che farà molto bene ai mercati del reddito fisso. Dovrebbe sostenere il ciclo economico e creditizio, e incentivare gli investitori ad acquistare i titoli delle obbligazioni societarie” sintetizza Mondher Bettaieb che, alla luce di queste considerazioni, resta convinto che sia meglio evitare di combattere in questa fase sia la Fed che la Bce.

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