Amundi
Dopo un trimestre di mercati turbo tocca alle economie ripartire
A chiusura del primo quarto Amundi assegna pagelle brillanti a tutte le asset class, grazie anche a un aiutino della Fed, ma ora si interroga sulla possibilità per le economie di ripartire nella parte restante del 2019
1 Aprile 2019 17:21
I mercati finanziari hanno chiuso un primo trimestre di “gran sollievo” per gli investitori in tutte le asset class che escono promosse a pieni voti nelle pagelline stilate da Amundi SGR, completamente diverse da quelle decisamente negative di un anno fa, quando la partenza d’anno, dopo un gennaio euforico, era finita nel peggiore dei modi. Ma tutte le questioni geopolitiche rimangono aperte, a cominciare dalla Brexit per seguire con le dispute commerciali sino-americane, la cui buona conclusione non è ancora del tutto assicurata. I mercati si affacciano nel secondo trimestre con un comportamento dicotomico, con l’obbligazionario che sembra segnalare il pericolo imminente di recessione con rendimenti tornati negativi in Area Euro e l’inversione della curva USA, mentre l’ azionario sembra ben sostenuto, nella speranza che le Banche Centrali e “spiriti animali” dell’economia riescano a pilotare un atterraggio morbido seguito da una ripartenza nella seconda parte dell’anno.
E’ questa in sintesi l’analisli di Giordano Beani, Head of Multi-Asset Fund Solutions Italy Amundi SGR, che conclude affermando: “Chi esattamente sia non lo sappiamo, ma di certo una delle due parti si sbaglia, e noi, da sempre fedeli seguaci dell’azionario, sappiamo bene per chi fare il tifo”. Analizzando il primo trimestre Beani osserva che tutte le asset class, azionario, obbligazionario governativo e corporale, high yield, emergenti e periferici europei, hanno tutte conseguito performance positive e in alcuni casi di entità tale da cancellare il passivo dell’anno scorso. Secondo l’esperto, le ragioni dell’inversione di rotta sono soprattutto il mutato atteggiamento delle principali Banche Centrali, Fed in testa, passata da un atteggiamento restrittivo quasi non curante dei segnali dei mercati, ad una postura estremamente accomodante, con una pausa dei rialzi dei tassi fino a fine 2019. Anche la BCE è tornata ad essere estremamente accomodante spostando ogni ipotesi di rialzo dei tassi ufficiali almeno fino a fine 2019 e annunciando nuovi programmi di sostegno con il ritorno dei TLTRO e misure per lenire gli effetti dei tassi negativi.
Sul trimestre hanno influito positivamente anche l’avvio delle trattative tra Stati Uniti e Cina. Le notizie più recenti puntano a un nuovo round di negoziati , che sembra confermare i buoni progressi in atto, anche se non è stata ancora annunciata una data finale per l’eventuale accordo. I mercati azionari, che avevano raggiunto a fine dicembre valutazioni molto compresse rispetto ai rendimenti obbligazionari, con il “premio di rischio” risalito quasi al 5% ai massimi da inizio 2016, sono andati alla riscossa, con l’Indice MSCI World in rialzo del 12,3% e Wall Street in ascesa del 13% a chiusura del trimestre. L’Area Euro ha fatto quasi altrettanto bene con un rialzo dell’11,7% dell’indice Eurostoxx 50 con l’Italia sul podio con il +16,2% dell’Indice FTSE MIB. Sui principali mercati sviluppati bene anche Australia con un +9,5%, Londra, che nonostante la Brexit ha chiuso a +8,2% ed il Giappone, forse la delusione maggiore, con “solo” +6%. Bene anche gli emergenti azionari con l’Indice MSCI Emerging in rialzo del 9,6% guidati dalla Cina con un roboante +28,6% dell’indice CSI 300.
Anche sui mercati obbligazionari si sono registrate performance positive su tutti i comparti, compreso con grande sorpresa anche quello governativo a lunga scadenza sia negli Stati Uniti sia nell’Area Euro “core” con performance rispettivamente del +3,3% e del +2,7% delle scadenze tra i 7 e i 10 anni. Ottime performance anche dei segmenti corporate investment grade Euro (+4%) e USA (+6,6%) e dei segmenti “high yield” Euro (+4,8%) e US (+7,8%). Infine anche le obbligazioni emergenti hanno dato ritorni positivi sia in valute forti (+6,8%) sia in valute locali (+3,1%). L’esperto di Amundi conclude la sua panoramica del trimestre segnalando che tra le divise il dollaro, anche qui contro ogni previsione, ha mantenuto una certa forza nei confronti dell’euro, chiudendo il trimestre in rialzo del 2% a 1,122, mentre la sterlina si è rafforzata contro Euro e dollaro e lo Yen è rimasto pressoché stabile, mentre tra le principali commodity ha spiccato il petrolio con il Brent in rialzo di ben il 25%, mentre l’oro è rimasto praticamente fermo.
LA SVOLTA ACCOMODANTE DI FED E ALTRE BANCHE CENTRALI
E’ questa in sintesi l’analisli di Giordano Beani, Head of Multi-Asset Fund Solutions Italy Amundi SGR, che conclude affermando: “Chi esattamente sia non lo sappiamo, ma di certo una delle due parti si sbaglia, e noi, da sempre fedeli seguaci dell’azionario, sappiamo bene per chi fare il tifo”. Analizzando il primo trimestre Beani osserva che tutte le asset class, azionario, obbligazionario governativo e corporale, high yield, emergenti e periferici europei, hanno tutte conseguito performance positive e in alcuni casi di entità tale da cancellare il passivo dell’anno scorso. Secondo l’esperto, le ragioni dell’inversione di rotta sono soprattutto il mutato atteggiamento delle principali Banche Centrali, Fed in testa, passata da un atteggiamento restrittivo quasi non curante dei segnali dei mercati, ad una postura estremamente accomodante, con una pausa dei rialzi dei tassi fino a fine 2019. Anche la BCE è tornata ad essere estremamente accomodante spostando ogni ipotesi di rialzo dei tassi ufficiali almeno fino a fine 2019 e annunciando nuovi programmi di sostegno con il ritorno dei TLTRO e misure per lenire gli effetti dei tassi negativi.
LA RISCOSSA DEGLI AZIONARI, FUOCHI D’ARTIFICIO CINESI
Sul trimestre hanno influito positivamente anche l’avvio delle trattative tra Stati Uniti e Cina. Le notizie più recenti puntano a un nuovo round di negoziati , che sembra confermare i buoni progressi in atto, anche se non è stata ancora annunciata una data finale per l’eventuale accordo. I mercati azionari, che avevano raggiunto a fine dicembre valutazioni molto compresse rispetto ai rendimenti obbligazionari, con il “premio di rischio” risalito quasi al 5% ai massimi da inizio 2016, sono andati alla riscossa, con l’Indice MSCI World in rialzo del 12,3% e Wall Street in ascesa del 13% a chiusura del trimestre. L’Area Euro ha fatto quasi altrettanto bene con un rialzo dell’11,7% dell’indice Eurostoxx 50 con l’Italia sul podio con il +16,2% dell’Indice FTSE MIB. Sui principali mercati sviluppati bene anche Australia con un +9,5%, Londra, che nonostante la Brexit ha chiuso a +8,2% ed il Giappone, forse la delusione maggiore, con “solo” +6%. Bene anche gli emergenti azionari con l’Indice MSCI Emerging in rialzo del 9,6% guidati dalla Cina con un roboante +28,6% dell’indice CSI 300.
BENE L’OBBLIGAZIONARIO SOPRATTUTTO SULLE SCADENZE LUNGHE
Anche sui mercati obbligazionari si sono registrate performance positive su tutti i comparti, compreso con grande sorpresa anche quello governativo a lunga scadenza sia negli Stati Uniti sia nell’Area Euro “core” con performance rispettivamente del +3,3% e del +2,7% delle scadenze tra i 7 e i 10 anni. Ottime performance anche dei segmenti corporate investment grade Euro (+4%) e USA (+6,6%) e dei segmenti “high yield” Euro (+4,8%) e US (+7,8%). Infine anche le obbligazioni emergenti hanno dato ritorni positivi sia in valute forti (+6,8%) sia in valute locali (+3,1%). L’esperto di Amundi conclude la sua panoramica del trimestre segnalando che tra le divise il dollaro, anche qui contro ogni previsione, ha mantenuto una certa forza nei confronti dell’euro, chiudendo il trimestre in rialzo del 2% a 1,122, mentre la sterlina si è rafforzata contro Euro e dollaro e lo Yen è rimasto pressoché stabile, mentre tra le principali commodity ha spiccato il petrolio con il Brent in rialzo di ben il 25%, mentre l’oro è rimasto praticamente fermo.