Asia
Fiducia degli investitori, forse marzo ha restituito la tanto sospirata stabilità
A livello globale l’indice della fiducia degli investitori istituzionali segna a marzo un incremento di 0,4 punti, trainato dal Nord America e dall’Asia. Prevale invece la diffidenza in Europa
2 Aprile 2019 10:49
Il mese di marzo ha, forse, restituito agli investitori un punto di equilibrio da cui poter ripartire. A rivelarlo è lo State Street Investor Confidence Index (ICI), l’indice che misura la fiducia degli istituzionali e che nel terzo mese dell’anno ha registrato un lieve incremento (+0,4 punti), che lo ha portato dai 70,9 punti di febbraio ai 71,3 di marzo. Un trend, tuttavia, non omogeneo nelle differenti aree geografiche del pianeta.
Infatti l’ICI index del Nord America si è apprezzato di oltre due punti percentuali (per la precisione da 66,2 a 68,3 punti) e quello dell’Asia di 3,6 punti (toccando quota 100 punti, dai 96,4 di febbraio) mentre l’ICI Europa ha proseguito il suo calo con una contrazione mensile di ben 7,8 punti che lo ha proiettato a 88,4 punti. Ricordiamo che la soglia dei 100 punti divide la propensione al rischio (per valori superiori) da parte degli investitori, ovvero l’inclinazione ad una maggiore prudenza nelle scelte di portafoglio (per valori inferiori a cento).
Quello che ha sorpreso anche gli analisti del report mensile dell’ICI Index dello scorso mese, è la scarsa correlazione tra l’importante recupero delle quotazioni delle principali asset class di rischio da inizio anno (azioni, obbligazioni societarie e mercati emergenti) e il trend dell’indice di fiducia degli investitori istituzionali. Sembra che, in questa fase la fiducia degli investitori dipenda soprattutto dal continuo flusso di dati che segnalano il deterioramento dell’economia, nonché dai molteplici rischi politici, tra cui la possibilità di una hard Brexit e la possibile affermazione a maggio dei populisti alla prossime elezioni europee , e dall’incerto esito delle dispute commerciali tra Washington e Pechino.
Tuttavia, come fanno notare alcuni attenti osservatori, questi fattori risultano di intralcio alle scelte di portafoglio per tutti gli investitori istituzionali, a prescindere dall’area geografica di origine. Per spiegare allora come mai l’indice di fiducia degli investitori in Asia sia a quota 100 (e in tendenziale aumento) si deve ricorrere alle opportunità degli investimenti a rischio negli altri mercati. Agli occhi degli istituzionali asiatici, probabilmente, i mercati azionari, obbligazionari e dei paesi in via di sviluppo presentano delle interessanti opportunità da cogliere che gli investitori europei e nordamericani non sembrano individuare.
NORD AMERICA E ASIA IN RIALZO, EUROPA IN RIBASSO
Infatti l’ICI index del Nord America si è apprezzato di oltre due punti percentuali (per la precisione da 66,2 a 68,3 punti) e quello dell’Asia di 3,6 punti (toccando quota 100 punti, dai 96,4 di febbraio) mentre l’ICI Europa ha proseguito il suo calo con una contrazione mensile di ben 7,8 punti che lo ha proiettato a 88,4 punti. Ricordiamo che la soglia dei 100 punti divide la propensione al rischio (per valori superiori) da parte degli investitori, ovvero l’inclinazione ad una maggiore prudenza nelle scelte di portafoglio (per valori inferiori a cento).
Valutazioni di Borsa, un marzo più simile al 2000 o al 2009?
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ININFLUENTE IL RECUPERO DEI MERCATI
Quello che ha sorpreso anche gli analisti del report mensile dell’ICI Index dello scorso mese, è la scarsa correlazione tra l’importante recupero delle quotazioni delle principali asset class di rischio da inizio anno (azioni, obbligazioni societarie e mercati emergenti) e il trend dell’indice di fiducia degli investitori istituzionali. Sembra che, in questa fase la fiducia degli investitori dipenda soprattutto dal continuo flusso di dati che segnalano il deterioramento dell’economia, nonché dai molteplici rischi politici, tra cui la possibilità di una hard Brexit e la possibile affermazione a maggio dei populisti alla prossime elezioni europee , e dall’incerto esito delle dispute commerciali tra Washington e Pechino.
OPPORTUNITÀ D’INVESTIMENTO AL DI FUORI DELL’ ASIA
Tuttavia, come fanno notare alcuni attenti osservatori, questi fattori risultano di intralcio alle scelte di portafoglio per tutti gli investitori istituzionali, a prescindere dall’area geografica di origine. Per spiegare allora come mai l’indice di fiducia degli investitori in Asia sia a quota 100 (e in tendenziale aumento) si deve ricorrere alle opportunità degli investimenti a rischio negli altri mercati. Agli occhi degli istituzionali asiatici, probabilmente, i mercati azionari, obbligazionari e dei paesi in via di sviluppo presentano delle interessanti opportunità da cogliere che gli investitori europei e nordamericani non sembrano individuare.
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