Craig Botham

Voto in India: possibile cambio politico, non economico

Stanno per iniziare le elezioni, Modi potrebbe anche cedere il passo ma per Schroders non sembra destinata a cambiare la linea politica del premier uscente, favorevole allo sviluppo del business

10 Aprile 2019 11:32

financialounge -  Craig Botham india Narendra Modi Schroders tensioni geopolitiche
Lo sterminato popolo indiano si prepara ad andare a votare, le elezioni generali dovrebbero iniziare l’11 aprile per concludersi solo oltre un mese dopo, il 19 maggio, con i risultati disponibili il 23 dello stesso mese, quando l’Europa inizierà a votare per il nuovo Parlamento. Solo allora si scoprirà se il partito oggi al governo, il Bharatiya Janata Party, resterà alla guida del paese con il Presidente Narendra Modi o se l’Indian National Congress, guidato da Rahul Gandhi, tornerà al potere. Potrebbe anche esserci un terzo esito, con uno dei due partiti che non riesce a raggiungere la maggioranza e potrebbe essere costretto a una coalizione con una parte terza, Ma qualunque sia il risultato, per l’investitore è meglio non estremizzare il possibile impatto sull’economia indiana, che probabilmente in ogni caso si troverà ad affrontare diversi cambiamenti ma non deviare dalla linea business friendly di Modi. E’ la conclusione cui giunge l’analisi di Craig Botham, Emerging Markets Economist di Schroders.

LE TENSIONI TRA INDIA E PAKISTAN HANNO RILANCIATO MODI


Gli ultimi sondaggi hanno indicato che la coalizione della National Democratic Alliance, di cui il partito di Modi è la componente principale, potrebbe essere a rischio. Le elezioni locali di fine 2018 hanno rafforzato questa percezione, dato che il BJP ha perso consensi rispetto all’INC di Gandhi. Ma il consenso in declino di Modi ha di recente recuperato a seguito delle tensioni esplose a metà febbraio, quando un gruppo militante basato in Pakistan ha ucciso 40 poliziotti indiani in un attentato suicida, culminato con la cattura e il seguente rilascio di un pilota dell’aeronautica indiana, in seguito a un combattimento aereo nei cieli del Pakistan. L’abilità nella gestione della crisi ha fatto risalire i consensi per Modi e anche per il suo partito – in qualità di formazione nazionalista Hindu - sembra averne beneficiato.

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UN PAESE ENORME CHE PRENDE DECISIONI CON LENTEZZA


Ma cosa può significare un ritorno al potere del BJP, anche se verosimilmente con una maggioranza ridotta? Nel 2014 l’arrivo al potere di Modi aveva suscitato molta euforia, dovuta alla fiducia nella sua capacità di far riprendere l’economia e sostenere gli investimenti, grazie a riforme favorevoli alle imprese. Questo sentiment oggi non è più giustificabile, dopo il grande errore politico della demonetizzazione e il fallimento delle riforme agraria e del lavoro. Secondo l’esperto di Schroders l’esperienza Modi riflette più l’anima dell’India che le caratteristiche del premier uscente: un’enorme democrazia con partiti regionali forti e rare maggioranze assolute, che non si presta a riforme rapide e cambiamenti drastici. Il Goods and Services Tax ad esempio è stato proposto per la prima volta nel 1999 ma è riuscito alla fine a passare proprio con Modi solo nel 2017. Chiunque vinca, osserva Botham, “non dovremmo aspettarci un cambiamento importante delle politiche, in qualunque direzione”.

CHIUNQUE VINCA NON FARÀ UNA DIFFERENZA SOSTANZIALE


Se Modi vince in India, secondo Schroders probabilmente continuerà a perseguire un’agenda a favore delle imprese, ma con una maggioranza ridotta sarà più difficile far passare riforme controverse, mentre una vittoria del Partito del Congresso o una coalizione potrebbe preoccupare inizialmente i mercati all’inizio, ma le diverse posizioni politiche sono meno distanti di quanto sembri. In termini di prospettive di mercato, secondo l’esperto è improbabile qualsiasi forte reazione al risultato del voto. Le riforme agraria e del lavoro sono ormai delegate a livello di singoli stati ed escluse dall’agenda nazionale, quindi i prossimi cinque anni saranno molto simili in presenza di qualsiasi scenario. Nessun rally importante se vince Modi, nessun sell-off in caso di vittoria del partito del Congresso o di un Parlamento bloccato. La conclusione di Botham è che l’India probabilmente resterà incamminata su un sentiero di miglioramento graduale e incrementale, e quindi le aspettative dovrebbero essere ricalibrate verso un cauto ottimismo.

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