Airbnb

Airbnb vs Marriott: la sfida globale che può spingere il real estate

Il colosso degli alberghi Marriott si prepara ad entrare nella sharing economy per contrastare l’ascesa di Airbnb, che  a sua volta investe nel business alberghiero tradizionale. Una gara che potrebbe beneficiare il real estate

30 Aprile 2019 16:15

financialounge -  Airbnb mercato immobiliare settore alberghiero
Alla fine la old economy si arrende alla nuova sharing economy, almeno nel settore dell’ospitalità a pagamento. Airbnb & Co dilagano, nonostante le barriere legali e regolatorie che incontrano in molti paesi, a cominciare dagli Stati Uniti, e minacciano di insidiare il business delle grandi catene alberghiere. E allora il numero uno globale degli alberghi, Marriott, accetta la sfida ed entra nel campo del concorrente digitale, buttandosi sul mercato dell’affitto.

IL SORPASSO DI AIRBNB


Per ora sono solo progetti, riportati dal WSJ, ma presto potrebbe arrivare l’annuncio ufficiale del lancio di un nuovo business dedicato agli affitti da parte del colosso degli alberghi. Sarebbe la prima catena internazionale ad aggiungere l’affitto di appartamenti al business alberghiero tradizionale, con tutte le problematiche organizzative e legali che questo passo comporta. Ma sembra che ci stiano pensando anche altri big del settore, da Hilton a Hyatt. Marriott, con i suoi brand noti in tutto il mondo, W Hotels e Ritz-Carlton, ha un’offerta di 1,3 milioni di camere a livello globale. Fino a pochi anni fa sarebbe stata ritenuta imbattibile, ma oggi impallidisce se confrontata con i quasi 5 milioni di camere che Airbnb offre ai suoi clienti attraverso la piattaforma ormai nota in tutto il mondo, come si vede nel grafico qui sotto.

[caption id="attachment_141914" align="alignnone" width="224"]L'offerta di stanze a livello globale (Fonte: WSJ) L'offerta di stanze a livello globale (Fonte: WSJ)[/caption]

RISPOSTA OBBLIGATA ALL’AGGRESSIVITÀ DI AIRBNB


La mossa che Marriott sta preparando è anche una risposta praticamente obbligata all’aggressività di Airbnb, che da qualche tempo sta sconfinando dal business dell’house sharing in quello alberghiero tradizionale. Infatti il mese scorso ha annunciato l’acquisto di Hotel Tonight dopo aver comprato la società indiana di prenotazioni alberghiere Oyo Hotels & Homes. Un’aggressività motivata anche dai piani di lancio di un’Ipo l’anno prossimo. Quello che è certo è che come mostra anche il caso dell’altro mega-Unicorno, Uber, il fenomeno della sharing economy è tutt’altro che una moda passeggera e si prepara a diventare un business miliardario globale che attira sempre più l’interesse degli investitori. A favore di Marriott e degli altri operatori tradizionali gioca l’esperienza e la competenza in tutte le problematiche legali che chi fa il mestiere dell’affittacamere deve affrontare, mentre a sfavore gioca il problema di dover costruire da zero una piattaforma globale e di acquisire la disponibilità delle properties.

Unicorni, le IPO 2019 potrebbero raccogliere 100 miliardi di dollari


Unicorni, le IPO 2019 potrebbero raccogliere 100 miliardi di dollari





BUONA NOTIZIA PER I PROPRIETARI DI IMMOBILI


Per chi dispone di appartamenti da affittare temporaneamente è sicuramente una buona notizia, c’è da aspettarsi che gli old business che ora diventano una new entry facciano concorrenza offrendo a chi mette la casa a disposizione condizioni più vantaggiose rispetto ad Airbnb. A meno che le catene non intendano acquisire direttamente gli immobili da destinare all’affitto, nel qual caso sarebbe una buona notizia per il mercato immobiliare in tutto il mondo, soprattutto per le location piazzate strategicamente per ragioni turistiche o d’affari, in paesi che sono già destinazione di grossi flussi, come l’Italia.

Trending