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Il rally del mercato azionario potrebbe finire presto

Secondo Nadège Dufossé di CANDRIAM, le valutazioni azionarie sono particolarmente elevate. Ma il rischio di un’inversione di rotta è dietro l’angolo

8 Maggio 2019 12:21

financialounge -  banche centrali Candriam Nadège Dufossé rally azionario
Tra gli investitori azionari la tentazione di applicare il vecchio adagio “sell in May” quest’anno è più forte che mai. Come spiega un’analisi di Nadège Dufossé, Cfa, head of asset allocation di CANDRIAM, “i principali listini azionari hanno recuperato il 12-20% dai loro minimi toccati nel dicembre 2018, il che corrisponde a rendimenti annualizzati relativamente irrealistici per il 2019”.

RALLENTAMENTO IN VISTA?


Un rally che, spiega l’esperta, “non potrà mantenere lo stesso ritmo nei prossimi mesi, avendo recuperato appena le pesanti perdite registrate nell'ultimo trimestre dell’anno scorso”. Un esempio su tutti è quello del mercato statunitense, che ha riportato guadagni del 10% in 12 mesi, con gli indici europei e giapponesi vicini ai livelli raggiunti a fine aprile 2018, mentre i mercati emergenti restano in territorio negativo.

L’AZIONARIO BENEFICIA DELLO STOP AI RIALZI DELLA FED


Le valutazioni azionarie più elevate, sottolinea Dufossé, sono sostenute dall’inversione di marcia della politica monetaria della banca centrale Usa: la Fed ha (forse temporaneamente) interrotto il ciclo di rialzo dei tassi, mentre il suo programma di riduzione del bilancio dovrebbe concludersi a settembre. “I tassi di interesse restano bassi in assenza di pressioni inflazionistiche, rendendo i titoli azionari relativamente più appetibili di quelli obbligazionari, in quanto il premio al rischio per il mercato Usa è adesso molto positivo, al +3%, al di sopra della sua media storica del 2,5%”.

EUROPA, PREMIO AL RISCHIO MAGGIORE


Se ci spostiamo in Europa, il gap di rendimento tra azioni e obbligazioni è ancora più ampio, con un risk premium del 7% rispetto ai rendimenti dei Bund decennali tedeschi. “Il miglioramento dei dati economici dopo il forte rallentamento segnato alla fine dello scorso anno sta quindi spingendo le azioni al rialzo”, fa notare l’esperta. Un altro fattore che potrebbe continuare a essere di sostegno al rally del mercato azionario è la prudenza, dal momento che gli investitori sembrano essersi persi parte dell’accelerazione. I mercati azionari non sono quindi ancora caratterizzati da un eccessivo ottimismo.

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I RISCHI DEL RIBASSO


Cosa può accadere? Secondo Dufossé, “in caso di un potenziale ribasso, le conseguenze sarebbero molto più significative che a fronte di un possibile rialzo. Infatti ci si può aspettare un ulteriore 4 - 5% in uno scenario rialzista basato sull'aumento degli indici azionari, mentre un ritorno ai minimi dello scorso anno comporterebbe un calo del 20%”. Poiché la crescita degli utili societari dovrebbe essere relativamente lenta quest'anno, il rialzo del mercato si basa principalmente su un premio al rischio azionario più basso e quindi su valutazioni più elevate. Tuttavia, il premio al rischio è in calo nonostante restino molte incertezze - soprattutto di natura politica - come ad esempio l’esito dei negoziati tra gli Stati Uniti e i relativi principali partner commerciali, oltre alle elezioni europee e alla Brexit.

FOCUS SULLE BANCHE CENTRALI


Un altro fattore di rischio per la seconda metà dell’anno è rappresentato dalla credibilità delle politiche monetarie delle banche centrali. “Gli investitori adesso si aspettano che la Fed tagli i tassi d’interesse nel 2020. Cosa potranno aspettarsi, però, se gli indicatori economici dovessero migliorare e l'inflazione aumentare? La comunicazione della Federal Reserve resterà credibile?”, si chiede l’esperta. Un focus particolare riguarda infine la Bce, che in autunno si troverà a nominare un nuovo presidente in autunno e “ad affrontare la sfida di riuscire a mantenere la sua attuale credibilità, cruciale per la stabilità della zona euro”.

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