Amundi
Guerra dei dazi: perché combinare prudenza e scelte tattiche
Lo scenario di base degli esperti di Amundi prevede un accordo che ponga fine alla guerra commerciale Usa-Cina, la ripresa dell'economia globale nella seconda metà dell'anno e banche centrali ancora accomodanti
17 Maggio 2019 16:24
La decisione dell’amministrazione Trump di introdurre dazi maggiorati sulle importazioni dalla Cina ha riacceso la guerra commerciale tra i due Paesi, ed è destinata a danneggiare sia gli esportatori cinesi che i consumatori statunitensi. E’ vero che sia Washington che Pechino hanno compiuto sforzi concreti per un accordo, ma è altrettanto vero che quella attuale è anche la fase probabilmente più difficile, dal momento che le tematiche da risolvere rappresentano punti critici per entrambi i contendenti.
“In base ai diversi fattori in campo e agli interventi politici”, fanno sapere gli esperti di Amundi, “riteniamo che l'impatto sulla crescita globale e sugli scambi possa rivelarsi non pervasivo e non sembra all’orizzonte uno scenario recessivo assoluto né negli Stati Uniti né in Cina”. Inoltre, mentre il sentiment locale sembra meno fragile rispetto allo scorso anno, le autorità di Pechino risultano più attrezzate per compensare lo shock esterno. Il tutto senza trascurare il fatto che da inizio anno la Federal Reserve ha assunto un tono più accomodante nella politica monetaria.
Resta il fatto che, alla luce del ruolo economico della Cina e della sua elevata influenza nella regione, l'aumento dei dazi avrà un impatto significativo sull’area asiatica, in particolare per quanto riguarda Corea del Sud, Taiwan e Hong Kong, mentre l'India dovrebbe riuscire a essere relativamente meno coinvolta. A livello settoriale, invece, il settore automobilistico figura tra i più espositi in assoluto insieme al resto del settore industriale.
Un altro mercato da tenere sotto stretta osservazione è quello delle valute, dove le recenti debolezze accusate dal won coreano, dal dollaro di Hong Kong e dallo yuan cinese segnalano uno scenario di avversione al rischio (risk –off) per i mercati azionari. A proposito di yuan, per ora, i professionisti di Amundi vedono la valuta cinese (RMB) oscillare nel range compreso tra 6,7 e 7,0 rispetto al dollaro USA, restando tuttavia al di sotto del livello di resistenza di 7,0, percepito dal mercato come una soglia pericolosa.
Per quanto riguarda il posizionamento da adottare sul mercato azionario cinese dopo il riacutizzarsi della guerra commerciale Usa-Cina, gli esperti di Amundi distinguono tra le A-shares (titoli di aziende cinesi, denominate in yuan e quotate sulle borse locali di Shanghai e Shenzen) e le H-shares (negoziate a Hong Kong in dollari locali). “In termini relativi, riteniamo che al momento il mercato delle A-shares sia più rischioso del mercato delle H-shares: prevediamo che il primo possa accusare un'ulteriore correzione del 5% nei prossimi tre mesi”, spiegano i professionisti di Amundi.
I quali, tuttavia, non escludono che all’interno del mercato delle A-shares possano esserci settori in grado di beneficiare della domanda interna che, grazie alle politiche fiscali espansive messe in campo da Pechino, potrà ammortizzare l’impatto negativo dei dazi della guerra commerciale Usa-Cina. A tutto questo occorre poi aggiungere la ricaduta positiva degli ingenti investimenti del governo centrale, tesi a colmare il gap tecnologico con gli Stati Uniti nei settori farmaceutico, istruzione e dei semiconduttori.
“In termini di preferenza, i settori nei quali siamo più esposti sono quelli dei consumi non ciclici e della tecnologia, mentre siamo meno positivi su finanziari, industrie cicliche, comunicazioni ed energia” rivelano gli esperti di Amundi. Il cui scenario di base prevede il raggiungimento di un accordo sulla guerra commerciale Usa-Cina, la ripresa dell'economia globale nella seconda parte di quest’anno e un atteggiamento ancora prevalentemente accomodante da parte delle banche centrali.
“Questo non esclude affatto che possano materializzarsi episodi di volatilità del mercato capaci di determinare interessanti punti di ingresso nei mercati con valutazioni convincenti” specificano i professionisti di Amundi. I quali, al contempo, suggeriscono comunque di non abbassare la guardia e mantenere un atteggiamento prudente. Questo perché i mercati non incorporano completamente nei prezzi un'eventuale escalation della guerra commerciale Usa-Cina che comporterebbe un significativo sell-off (vendita sul mercato di titoli senza limitazione né di prezzo né di quantità, ndr) nelle attività rischiose.
IMPATTO CONTENUTO SULLA CRESCITA
“In base ai diversi fattori in campo e agli interventi politici”, fanno sapere gli esperti di Amundi, “riteniamo che l'impatto sulla crescita globale e sugli scambi possa rivelarsi non pervasivo e non sembra all’orizzonte uno scenario recessivo assoluto né negli Stati Uniti né in Cina”. Inoltre, mentre il sentiment locale sembra meno fragile rispetto allo scorso anno, le autorità di Pechino risultano più attrezzate per compensare lo shock esterno. Il tutto senza trascurare il fatto che da inizio anno la Federal Reserve ha assunto un tono più accomodante nella politica monetaria.
PENALIZZATE COREA, TAIWAN E HONG KONG
Resta il fatto che, alla luce del ruolo economico della Cina e della sua elevata influenza nella regione, l'aumento dei dazi avrà un impatto significativo sull’area asiatica, in particolare per quanto riguarda Corea del Sud, Taiwan e Hong Kong, mentre l'India dovrebbe riuscire a essere relativamente meno coinvolta. A livello settoriale, invece, il settore automobilistico figura tra i più espositi in assoluto insieme al resto del settore industriale.
YUAN CINESE NEL TRADING RANGE 6,7 – 7,0 CON IL DOLLARO
Un altro mercato da tenere sotto stretta osservazione è quello delle valute, dove le recenti debolezze accusate dal won coreano, dal dollaro di Hong Kong e dallo yuan cinese segnalano uno scenario di avversione al rischio (risk –off) per i mercati azionari. A proposito di yuan, per ora, i professionisti di Amundi vedono la valuta cinese (RMB) oscillare nel range compreso tra 6,7 e 7,0 rispetto al dollaro USA, restando tuttavia al di sotto del livello di resistenza di 7,0, percepito dal mercato come una soglia pericolosa.
H-SHARES MEGLIO POSIZIONATE
Per quanto riguarda il posizionamento da adottare sul mercato azionario cinese dopo il riacutizzarsi della guerra commerciale Usa-Cina, gli esperti di Amundi distinguono tra le A-shares (titoli di aziende cinesi, denominate in yuan e quotate sulle borse locali di Shanghai e Shenzen) e le H-shares (negoziate a Hong Kong in dollari locali). “In termini relativi, riteniamo che al momento il mercato delle A-shares sia più rischioso del mercato delle H-shares: prevediamo che il primo possa accusare un'ulteriore correzione del 5% nei prossimi tre mesi”, spiegano i professionisti di Amundi.
OPPORTUNITA’ SETTORIALI NELLE A-SHARES
I quali, tuttavia, non escludono che all’interno del mercato delle A-shares possano esserci settori in grado di beneficiare della domanda interna che, grazie alle politiche fiscali espansive messe in campo da Pechino, potrà ammortizzare l’impatto negativo dei dazi della guerra commerciale Usa-Cina. A tutto questo occorre poi aggiungere la ricaduta positiva degli ingenti investimenti del governo centrale, tesi a colmare il gap tecnologico con gli Stati Uniti nei settori farmaceutico, istruzione e dei semiconduttori.
Rischio correzione significativo se riparte la guerra dei dazi
Rischio correzione significativo se riparte la guerra dei dazi
LO SCENARIO BASE
“In termini di preferenza, i settori nei quali siamo più esposti sono quelli dei consumi non ciclici e della tecnologia, mentre siamo meno positivi su finanziari, industrie cicliche, comunicazioni ed energia” rivelano gli esperti di Amundi. Il cui scenario di base prevede il raggiungimento di un accordo sulla guerra commerciale Usa-Cina, la ripresa dell'economia globale nella seconda parte di quest’anno e un atteggiamento ancora prevalentemente accomodante da parte delle banche centrali.
MEGLIO UN ATTEGGIAMENTO PRUDENTE
“Questo non esclude affatto che possano materializzarsi episodi di volatilità del mercato capaci di determinare interessanti punti di ingresso nei mercati con valutazioni convincenti” specificano i professionisti di Amundi. I quali, al contempo, suggeriscono comunque di non abbassare la guardia e mantenere un atteggiamento prudente. Questo perché i mercati non incorporano completamente nei prezzi un'eventuale escalation della guerra commerciale Usa-Cina che comporterebbe un significativo sell-off (vendita sul mercato di titoli senza limitazione né di prezzo né di quantità, ndr) nelle attività rischiose.