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Idee di investimento – Azioni – 20 maggio 2019

Probabilmente non è ancora l’ora del "sell in May": ma dove investire? Nelle società con visibilità di crescita nei prossimi 5 anni, nelle small cap, nell’India e anche nel Giappone

di Redazione 20 Maggio 2019 09:32

IL CONTESTO RESTA FAVOREVOLE ALLE AZIONI


Secondo Christian Schmitt, portfolio manager del fondo bilanciato Ethna-Dynamisch, della scuderia Ethenea, il celebre detto “sell in May and go away” (vendi in maggio e taglia la corda) in questo caso non va preso alla lettera. “L’approccio di mercato di Ethenea cerca di prendere in esame tutti gli elementi che possono influenzare le future perfomance del mercato azionario”, spiega nell’articolo Sell in May? Non ora il gestore, “e se mettiamo insieme tutti i dati macroeconomici, di politica monetaria, sui fondamentali, sulle valutazioni azionarie, sul mercato e sui segnali che vengono dalle altre asset class, come materie prime, valute e obbligazioni, la nostra conclusione è che vi sia ancora un contesto di mercato favorevole per le azioni. Quindi il calendario non è un motivo sufficiente per vendere in questo momento”. Il portfolio manager di Ethenea suggerisce di focalizzarsi su aziende con modelli di business di alta qualità e con driver di crescita strutturali, che sono presenti in qualsiasi settore e area geografica.

CRESCITA ANNUA DEI PROFITTI DI ALMENO IL 10%


Guardando al 2019 e oltre, in AllianceBernstein valutano con attenzione gli effetti dell’inflazione sui costi di produzione, per evitare società che potrebbero generare sorprese negative sugli utili. Le aziende con un forte potere di determinazione dei prezzi potrebbero potenzialmente compensare le pressioni inflazionistiche, caratteristica che viene presa in forte considerazione nei modelli di valutazione. Ma per Mark Phelps, gestore di AB Concentrated Global Equity Portfolio di AllianceBernstein, la migliore strategia di investimento è individuare le aziende che hanno il potenziale per generare una crescita annua dei profitti del 10% o più nei successivi cinque anni. “Anche nei periodi migliori sono veramente poche le aziende in grado di farlo, ma quelle che ci riescono tendono a sovraperformare il mercato nel tempo”, sottolinea nell’articolo Alla ricerca di storie di crescita nel lungo termine Mark Phelps. Il quale poi aggiunge: “Riteniamo che l’individuare le società con il potenziale di generare una crescita consistente degli utili tra le tensioni commerciali e la persistente incertezza dei mercati azionari globali rappresenti una ricetta per il successo nel lungo periodo”.

SMALL E MID CAP, LA MINIERA DELL’M&A


Intanto prosegue il trend di crescita dell’M&A (fusioni e acquisizioni), il campo in cui operano gli specialisti di merger arbitrage che adottano strategie d’investimento basate sulla ricerca di eventuali discrepanze tra i prezzi di attività finanziarie quando viene annunciata un’operazione societaria di finanza straordinaria, come fusioni, acquisizioni o leveraged buyout. “Investiamo in tre principali categorie di opportunità risk arbitrage: fusioni e acquisizioni (il nostro focus principale), revisioni di indici e spin-off” dichiara nell’articolo Fusioni e acquisizioni, terreno fertile nell’universo small e mid cap Roberto Bottoli, portfolio manager delle strategie Merger Arbitrage di GAM Investments, che però tiene a precisare che le ultime due componenti svolgono una funzione tattica e di diversificazione del portafoglio, tramite la generazione di alpha e il compito di contribuire a mitigare i casi di riduzione dello spread. Quest’ultimo è il differenziale tra prezzo offerto e prezzo effettivo pagato a operazione completata che potrebbe anche non raggiungere il prezzo proposto dall’acquirente. Secondo Roberto Bottoli l’universo delle mid e small cap, anche per l’effetto di essere meno affollato – sia in termini di investitori che di analisti che seguono e valutano i titoli – offre rendimenti più elevati per lo stesso livello di rischio e garantisce comunque un valido contributo alla diversificazione della strategia. Inoltre, le aziende di piccola e media taglia non rientrano praticamente mai in operazioni che possano alterare la struttura competitiva di un mercato specifico e, pertanto, azzerano gran parte del rischio di antitrust che in diversi casi ha bloccato operazioni di M&A di grandi dimensioni.

A TOKYO OPPORTUNITA’ NELL’HEALTHCARE E NEI PAGAMENTI CASHLESS


Guardando al mercato azionario più in generale, ci si interroga se la Borsa di Tokyo possa costituire un listino interessante per gli investimenti. A questo proposito, secondo Reiko Mito, responsabile delle strategie azionarie sul Giappone di GAM , le società giapponesi sosterranno la crescita degli utili a lungo termine con il sostegno di un contesto macroeconomico positivo. A sostenere nel medio periodo la crescita delle società giapponesi, spiega nell’articolo Più luci che ombre sul Sol Levante Mito, sono una serie di fattori. “L’intelligenza artificiale e l’Internet of Things dovrebbero continuare a stimolare nuove opportunità di business e consentire processi operativi più efficienti; l’evoluzione di tecnologie come il 5G, il cloud e l’elettrificazione delle auto (e la guida autonoma) dovrebbero inoltre stimolare la domanda”. Tra i settori, alcune opportunità possono essere identificate nell’healthcare, dove le aziende stanno sviluppando tecnologie innovative che potrebbero migliorare enormemente i processi nelle strutture ospedaliere e agevolare i tempi di recupero dei pazienti. Inoltre, il governo sta promuovendo un sistema di pagamenti cashless, il che dovrebbe essere particolarmente vantaggioso per le piccole e medie imprese creando efficienze per le società con un organico più contenuto.

INDIA, LA STRADA DELLE RIFORME


Infine, a prescindere dall’esito delle elezioni, l’India resta tra i paesi in via di sviluppo con i fondamentali più robusti nel contesto globale. L’esito più probabile, in base agli ultimi sondaggi, è una conferma del partito di destra Bharatiya Janata Party (BJP), guidato dal primo ministro Narendra Modi. “I mercati amano la continuità e il lavoro svolto dal premier e dal suo esecutivo sono ritenuti sostanzialmente positivi. Tra i risultati più significativi conseguiti dall’amministrazione Modi figurano alcune importanti riforme come la ‘Goods and Services Taxes’ – l’imposta sui beni e servizi – e la legge fallimentare” riferisce nell’articolo Servizi, immobiliare e finanza: i tesori nascosti dell’India Jin Zhang, portfolio manager della boutique Quality Growth di Vontobel Asset Management, secondo il quale è importante che, chiunque sia chiamato a guidare l’India dopo le elezioni, possa proseguire sulla strada delle riforme. Anche perché è la strada obbligata non soltanto per attrarre maggiori flussi di capitale, ma anche per ammodernare le infrastrutture del paese, migliorare le leggi sul lavoro e razionalizzare norme e regolamenti. “Tra i settori che potranno beneficiare al meglio delle riforme figura quello dell’energia. Ottimizzare e stabilizzare la disponibilità di energia elettrica costituisce la condizione essenziale per incentivare le imprese manifatturiere a fare business in India” specifica Jin Zhang. Il quale, tuttavia, ricorda come sia determinante per gli investitori selezionare le aziende che operano in un paese vasto e diversificato e dove i vincoli normativi e le infrastrutture rendono particolarmente complesso fare impresa.
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