Arnab Das

Zona euro, i prossimi 10 anni all’insegna della disomogeneità

Gli esperti di Invesco prevedono un terzo decennio dell'euro caratterizzato dalla difformità nei tassi di crescita, nei rendimenti obbligazionari e nei premi per il rischio azionario per i singoli paesi membri della zona euro

24 Maggio 2019 07:00

financialounge -  Arnab Das elezioni europee Elizabeth Gillam Eurozona Graham Hook Invesco Morning News
Queste elezioni europee, in programma da giovedì 23 maggio a domenica 26, cadono all’inizio del terzo decennio dell’euro e, con ogni probabilità, detteranno la tendenza del futuro delle politiche della Ue per parecchi anni. “Con la formazione del nuovo Parlamento europeo, entro la fine di quest’anno, e per la prima volta, quasi tutti i vertici della Ue saranno sostituiti” riferiscono Elizabeth Gillam, Head of EU Public Policy, Graham Hook, Head of UK Public Policy, e Arnab Das, Global Market Strategist, di Invesco.

IMPULSO A FAVORIRE GLI INTERESSI NAZIONALI


Secondo i quali, è probabile che questo profondo processo di cambiamento dei vertici politici degli Stati membri comporti un maggiore impulso a favorire soprattutto gli interessi nazionali influenzando, a cascata, la politica dell'Ue.

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Le ultime previsioni sull’esito delle elezioni europee disegnano un quadro politico che, rispecchiando le attuali forze della politica nazionale degli Stati membri, comporti un indebolimento dei partiti moderati tradizionali, una maggiore frammentazione tra i partiti e vantaggi per i movimenti nazionalisti e populisti. A complicare ulteriormente le cose, il fatto che partecipino al voto anche i cittadini del Regno Unito: un fattore che introduce un ulteriore elemento di complessità nei negoziati per la Brexit e per le problematiche sul tavolo della Ue.

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LO STATUS QUO


Tuttavia, sebbene sia probabile un’affermazione dei nazionalisti, un cambiamento radicale nel Parlamento resta improbabile. Molto più probabile, invece, che si cerchi di trovare un equilibrio tra le parti per mantenere lo status quo. Da un lato, visti i crescenti nazionalismi interni, non sarà possibile perseguire la piena federalizzazione, nonostante la sua importanza per la sopravvivenza dell'euro. D’altro canto, gli Stati membri dovranno comunque sostenere l'euro, data la sua importanza per la stabilità e per la prosperità economica.

I SETTORI POLITICAMENTE SENSIBILI


“Alla luce dell’ascesa dei consensi dei nazionalisti/populisti negli Stati membri, nel Parlamento europeo troveranno più spazio i movimenti antifederalisti che si batteranno per contrastare l'armonizzazione delle politiche, in particolare in settori politicamente sensibili, come la sicurezza sociale, la corporate governance, e il mercato del lavoro” spiegano i tre esperti di Invesco secondo i quali, qualche margine in più si potrà creare in settori più tecnici.

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PIÙ EVIDENTI LE DIFFERENZE A LIVELLO NAZIONALE


La conseguenza di tutto questo è che saranno più evidenti le differenze a livello nazionale nell’ambito degli investimenti delle imprese e delle condizioni operative. “Riteniamo che l'euro, l'Eurozona e l'Ue continueranno a essere sostenute dagli Stati membri ma senza una vera e completa integrazione e armonizzazione, come invece sarebbe necessario per far ripartire la convergenza finanziaria che si era messa in moto nei primi anni duemila” specificano i tre esperti di Invesco.

PREMI PER IL RISCHIO FINANZIARIO


I quali, di conseguenza, si aspettano diversità economiche tra i vari stati in termini di competitività e unità di costo del lavoro, di investimenti e crescita della produttività, di bilanci e debiti statali, e del reddito pro capite. La risultante sarà, con ogni probabilità ,una variazione considerevole dei premi per il rischio finanziario: un terzo decennio dell'euro all’insegna della disomogeneità, caratterizzato cioè da difformità nei tassi di crescita, nei rendimenti obbligazionari e anche nei premi per il rischio azionario.

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