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Dazi e Borse: due scenari positivi e uno... pessimo

Tre possibili scenari nella contesa sui dazi commerciali: ecco come potrebbero reagire le Borse di Cina e Usa

28 Maggio 2019 07:00

financialounge -  cina guerra dei dazi Morning News Trump UBS
Non c’è dubbio che l’annuncio di Trump ai primi di maggio di alzare i dazi dal 10% al 25% su 250 miliardi di dollari di merci cinesi importate negli Stati Uniti e la minaccia di estendere tale aliquota a tutti i 536 miliardi di dollari di import dalla Cina abbia scompaginato le aspettative dei mercati. Infatti, uno dei pilastri che ha sostenuto il rally di Borsa da inizio anno insieme alle politiche monetarie meno restrittive da parte della Fed, è stata proprio l’aspettativa di un accordo imminente nella disputa commerciale tra Washington e Pechino.

TRUMP RINCARA LA DOSE COLPENDO HUAWEI


Non solo, il presidente americano ha ulteriormente aggravato la situazione nei negoziati commerciali mettendo al bando Huawei negli USA: una decisione che ha poi visto Google decidere di escludere l'accesso alle apparecchiature Huawei agli aggiornamenti del sistema operativo Android e altre importanti aziende Usa produttrici di chip e microchip (Intel, Qualcomm e Broadcom) adeguarsi alla linea dettata dalla Casa Bianca.

LE IMPLICAZIONI SUI MERCATI


Quali implicazioni ha tutto questo per i mercati? A breve, e cioè fino al summit G20 di giugno, è probabile che l’andamento possa proseguire sulla falsariga delle ultime settimane con alti e bassi di Borsa in base alle news di aggiornamento delle posizioni delle parti in causa. Dopo però le previsioni si complicano. A cercare di fare luce sulle prospettive ci hanno pensato gli analisti di UBS che hanno messo a punto tre possibili scenari con altrettante differenti percentuali di probabilità.

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LO SCENARIO PIÙ PROBABILE


La più accreditata, con una percentuale del 50%, è quella che scaturirebbe nel caso in cui nei prossimi due mesi, e cioè fino al summit G20, programmato ad Osaka (Giappone) il 28 e il 29 giugno, non sia annunciato nessun accordo tra Washington e Pechino.
Ma poi, nei successivi sei mesi, ovvero entro la fine di quest’anno, si materializzi un accordo magari raggiunto dopo negoziati faticosi ma senza l’escalation di nuovi dazi e ritorsioni tra Stati Uniti e Cina. In questo scenario, gli analisti di UBS stimano un potenziale rialzo di Wall Street tra il 3% e il 7% e un possibile guadagno dell’azionario cinese tra il 5% e il 10%.

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NESSUN ACCORDO, LO SCENARIO PEGGIORE


Il secondo scenario con maggiore probabilità, sempre secondo gli analisti di UBS, è quello in cui non si concretizza nessuna intesa né nei prossimi due mesi e nemmeno entro fine anno e, inoltre c’è un’escalation delle tariffe commerciali con rottura dei negoziati tra Washington e Pechino. In questo scenario, che per gli esperti di UBS ha un 30% di probabilità di prendere forma, l’azionario statunitense potrebbe perdere tra il 10 e il 15% del suo valore e quello cinese il 15%.

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ACCORDO ENTRO IL SUMMIT G20 DI GIUGNO


Infine, e siamo al terzo scenario a cui i professionisti di UBS assegnano una probabilità del 20%, è quello che prevede un accordo tra le parti entro il prossimo summit del G20: ovviamente sarebbe quello più propizio per i mercati e infatti, secondo gli analisti di UBS, Wall Street potrebbe festeggiare con un rialzo tra il 5% e il 10% mentre l’azionario cinese potrebbe spingersi all’insù tra il 10% e il 15%.

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