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L’inversione della curva dei tassi Usa? Un segnale di acquisto per l’azionario
Thomas Lee, responsabile di Fundstrat GA, vede forti similitudini tra l'attuale inversione della curva dei tassi Usa e quella avvenuta nel 1998: nei 10 mesi successivi l’indice S&P 500 salì del 48%
4 Giugno 2019 07:00
È successo di nuovo: il rendimento dei titoli di Stato Usa a 10 anni è inferiore di quelli a tre mesi. Storicamente, gli investitori leggono questo evento come un campanello d'allarme che segnala l'arrivo di una recessione, quindi un evento dirompente per chi investe nell'azionario. Ma è davvero così? Negli ultimi anni alcune teorie date per consolidate (come per esempio il rapporto tra disoccupazione e inflazione) non hanno funzionato. E molti analisti hanno cominciato a guardare all'inversione della curva dei rendimenti con occhi diversi, sostenendo che non tutti i campanelli d'allarme che arrivano dal mondo obbligazionario sono uguali. Sarà così anche questa volta?
Procediamo con ordine. Il rendimento del titolo del Tesoro (Treasury) decennale Usa è sceso mercoledì 29 maggio al di sotto di quello offerto dal Treasury a tre mesi: è quella che, in gergo, tecnico si configura come un'inversione della curva dei rendimenti, la misura della differenza tra il rendimento del Treasury a più lungo termine rispetto al governativo statunitense a più breve scadenza.
Ricordiamo che lo scorso 22 marzo si era già materializzata, per la prima volta dal 2007, l’inversione della curva dei tassi statunitensi, con il rendimento del Treasury decennale scivolato al 2,439% mentre il T-bill a 3 mesi si era attestato al 2,462%. Tali inversioni di tasso sono rare perché gli investitori tendono di solito a chiedere rendimenti più elevati in corrispondenza delle emissioni di più lungo periodo. Pertanto, quando i tassi si invertono la situazione viene vista come il segnale di una possibile recessione economica in arrivo. Stavolta, il rendimento del titolo 10 anni del Tesoro Usa si è posizionato al 2,133% mentre il tasso a tre mesi offre il 2,35%: un’inversione dei tassi che risulta la più ampia dal 2007 in base ai dati FactSet.
E’ vero che gli operatori di Wall Street preferiscono guardare al differenziale tra il rendimento del Treasury a 10 anni con quello a 2 anni ma è altrettanto vero che, un'inversione della curva 3 mesi/10 anni è comunque presa in seria considerazione come un indicatore di recessione affidabile. Le inversioni della curva 3 mesi/10 anni hanno preceduto sette delle ultime recessioni ma hanno anche inviato due falsi positivi alla fine del 1996 e una curva piatta nel 1998.
A questo proposito, Thomas Lee, responsabile di Fundstrat Global Advisors, afferma che non tutte le inversioni della curva dei tassi sono uguali e ritiene che l'attuale inversione sia paragonabile alla situazione del 1998. La sua convinzione è che, quando la curva dei rendimenti si inverte perché la domanda di acquisto sui Treasury decennali sta spingendo i tassi in basso, la situazione tende a riflettere le crescenti preoccupazioni sui rischi di mercato piuttosto che a presagire un rallentamento del ciclo economico.
Nel 1998, il mercato obbligazionario ha visto un'inversione a causa della crisi del debito russo, che ha anche provocato il crollo del più grande hedge fund del mondo (LTCM, Long Term Capital Management): secondo gli analisti di Fundstrat quella inversione, analizzata a posteriori, ha rappresentato una grande opportunità di acquisto.
“Riteniamo che gli investitori stiano reagendo in modo eccessivo a questa inversione. Nel 1998 è stato un enorme segnale di acquisto tattico, poiché ha contrassegnato un ‘peak risk off’ – un picco dell’avversione al rischio- prima che i mercati azionari iniziassero a toccare il fondo per poi rimbalzare in modo vigoroso” ha puntualizzato Thomas Lee. Il suo riferimento è al fatto che tra l’8 ottobre 1998 (qualche settimana dopo la configurazione della curva invertita dei tassi) e il 17 luglio 1999, l’indice S&P 500 di Wall Street si è impennato del 48%.
In attesa di sapere se la tesi di Thomas Lee prenderà corpo, gli investitori continuano ad acquistare a piene mani Treasury Usa sulla scia dei nuovi timori per la guerra dei dazi tra Washington e Pechino e , al contempo, liquidare posizioni nell’azionario: dal 3 al 30 maggio, l’S&P 500 ha lasciato sul terreno oltre sei punti e mezzo percentuali.
L'ultimo sviluppo nella sempre più accesa guerra commerciale sino-americana riguarda l’ipotesi che Pechino possa frenare le sue esportazioni di terre rare negli Stati Uniti come misura di rappresaglia contro Washington. Tuttavia, secondo Xinhua, la maggiore e più antica delle due agenzie di stampa ufficiali della Repubblica Popolare Cinese, un funzionario cinese della Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma avrebbe smentito dichiarando: "Se qualcuno vuole usare le terre rare importate contro la Cina, i cinesi non saranno d'accordo".
COS’È L’INVERSIONE DELLA CURVA DEI TASSI
Procediamo con ordine. Il rendimento del titolo del Tesoro (Treasury) decennale Usa è sceso mercoledì 29 maggio al di sotto di quello offerto dal Treasury a tre mesi: è quella che, in gergo, tecnico si configura come un'inversione della curva dei rendimenti, la misura della differenza tra il rendimento del Treasury a più lungo termine rispetto al governativo statunitense a più breve scadenza.
ERA GIÀ ACCADUTO A MARZO
Ricordiamo che lo scorso 22 marzo si era già materializzata, per la prima volta dal 2007, l’inversione della curva dei tassi statunitensi, con il rendimento del Treasury decennale scivolato al 2,439% mentre il T-bill a 3 mesi si era attestato al 2,462%. Tali inversioni di tasso sono rare perché gli investitori tendono di solito a chiedere rendimenti più elevati in corrispondenza delle emissioni di più lungo periodo. Pertanto, quando i tassi si invertono la situazione viene vista come il segnale di una possibile recessione economica in arrivo. Stavolta, il rendimento del titolo 10 anni del Tesoro Usa si è posizionato al 2,133% mentre il tasso a tre mesi offre il 2,35%: un’inversione dei tassi che risulta la più ampia dal 2007 in base ai dati FactSet.
POTERE PREDITTIVO DI NUOVE RECESSIONI
E’ vero che gli operatori di Wall Street preferiscono guardare al differenziale tra il rendimento del Treasury a 10 anni con quello a 2 anni ma è altrettanto vero che, un'inversione della curva 3 mesi/10 anni è comunque presa in seria considerazione come un indicatore di recessione affidabile. Le inversioni della curva 3 mesi/10 anni hanno preceduto sette delle ultime recessioni ma hanno anche inviato due falsi positivi alla fine del 1996 e una curva piatta nel 1998.
UNA SIMILITUDINE CON IL 1998
A questo proposito, Thomas Lee, responsabile di Fundstrat Global Advisors, afferma che non tutte le inversioni della curva dei tassi sono uguali e ritiene che l'attuale inversione sia paragonabile alla situazione del 1998. La sua convinzione è che, quando la curva dei rendimenti si inverte perché la domanda di acquisto sui Treasury decennali sta spingendo i tassi in basso, la situazione tende a riflettere le crescenti preoccupazioni sui rischi di mercato piuttosto che a presagire un rallentamento del ciclo economico.
Il “falco” Weidmann alla Bce? Cosa cambia per l’Italia
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IL CROLLO DELL’HEDGE FUND LTCM
Nel 1998, il mercato obbligazionario ha visto un'inversione a causa della crisi del debito russo, che ha anche provocato il crollo del più grande hedge fund del mondo (LTCM, Long Term Capital Management): secondo gli analisti di Fundstrat quella inversione, analizzata a posteriori, ha rappresentato una grande opportunità di acquisto.
IL VIGOROSO RIMBALZO DELL’S&P 500
“Riteniamo che gli investitori stiano reagendo in modo eccessivo a questa inversione. Nel 1998 è stato un enorme segnale di acquisto tattico, poiché ha contrassegnato un ‘peak risk off’ – un picco dell’avversione al rischio- prima che i mercati azionari iniziassero a toccare il fondo per poi rimbalzare in modo vigoroso” ha puntualizzato Thomas Lee. Il suo riferimento è al fatto che tra l’8 ottobre 1998 (qualche settimana dopo la configurazione della curva invertita dei tassi) e il 17 luglio 1999, l’indice S&P 500 di Wall Street si è impennato del 48%.
E se servisse una bella frenata Usa per far ripartire tutto?
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PIOGGIA DI ACQUISTI SUI TREASURY
In attesa di sapere se la tesi di Thomas Lee prenderà corpo, gli investitori continuano ad acquistare a piene mani Treasury Usa sulla scia dei nuovi timori per la guerra dei dazi tra Washington e Pechino e , al contempo, liquidare posizioni nell’azionario: dal 3 al 30 maggio, l’S&P 500 ha lasciato sul terreno oltre sei punti e mezzo percentuali.
L’ARMA DELLE TERRE RARE
L'ultimo sviluppo nella sempre più accesa guerra commerciale sino-americana riguarda l’ipotesi che Pechino possa frenare le sue esportazioni di terre rare negli Stati Uniti come misura di rappresaglia contro Washington. Tuttavia, secondo Xinhua, la maggiore e più antica delle due agenzie di stampa ufficiali della Repubblica Popolare Cinese, un funzionario cinese della Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma avrebbe smentito dichiarando: "Se qualcuno vuole usare le terre rare importate contro la Cina, i cinesi non saranno d'accordo".
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