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Flipping, cos’è il nuovo incubo del mercato immobiliare Usa
Il flipping consiste nell’acquistare un immobile ad un prezzo conveniente, rimetterlo a nuovo e poi rivenderlo: negli Usa ha raggiunto il massimo degli ultimi 9 anni, ma non è necessariamente una buona notizia
11 Giugno 2019 12:36
Il mercato immobiliare contribuisce in modo significativo, insieme ai consumi interni, al Pil statunitense. La sua salute costituisce quindi un fattore primario per elaborare le aspettative di crescita americane. Ebbene, il tasso di house flipping delle case negli Stati Uniti ha raggiunto il massimo degli ultimi 9 anni e questo potrebbe prevedere problemi nel mercato immobiliare. Infatti, un aumento di questa specifica attività potrebbe indicare che le condizioni nel mercato immobiliare stanno peggiorando. Ma cos’è l’house flipping? Consiste nell’acquistare un immobile ad un prezzo conveniente, rimetterlo a nuovo e poi rivenderlo per farci un buon profitto.
In base a un report pubblicato la scorsa settimana dalla società di dati immobiliari Attom Data Solutions (ADS), poco più di 49.000 case unifamiliari e condominiali sono stati ‘rivendute’ nel primo trimestre di quest’anno: la loro percentuale sul totale di tutte le compravendite di case a livello nazionale del periodo ammontava al 7,2%. Si tratta del tasso di penetrazione del flipping più alto dal primo trimestre del 2010.
“Peccato che questo non sia necessariamente un indicatore positivo della forza del mercato immobiliare” ha dichiarato Todd Teta, chief product officer di Attom. Nel primo trimestre, le case sono state vendute a un prezzo medio di 215.000 dollari, a fronte di un costo medio di acquisto pari a 155.000. Il profitto lordo si è pertanto attestato a 60.000 dollari, in calo di 8.000 dollari rispetto all'anno prima e al minimo degli ultimi tre anni.
"Mentre il tasso di flipping della casa è in aumento, i profitti lordi e il ROI (l’indice di redditività del capitale investito o ritorno sugli investimenti) stanno iniziando a indebolirsi", ha detto Teta nel report per poi aggiungere: "Se gli investitori vedono diminuire i margini di profitto, potrebbero decidere di anticipare i tempi e vendere prima che i margini si riducano ulteriormente”.
In passato gli addetti ai lavori hanno descritto l'attività di flipping domestico come un "canarino nella miniera di carbone" in grado cioè di presagire un raffreddamento del mercato immobiliare. Nel primo trimestre, il tasso di flipping è cresciuto anno su anno nel 62% dei mercati Usa, suggerimento che questo sentiment potrebbe essere diffuso e non solo concentrato sulla costa occidentale.
Mentre gli ultimi dati sul flipping domestico destano più di una preoccupazione sullo stato di salute dell’immobiliare statunitense, continua a crescere l’interesse per i cosiddetti "iBuyer". Si tratta di aziende tecnologiche che utilizzano algoritmi proprietari per proporre offerte istantanee di case e appartamenti. E’ curioso sapere che una di queste, Zillow, ha rivelato che sta incrementando gli investimenti proprio nell’ambito delle operazioni di flipping , potenziando il suo servizio Zillow Offers lanciato lo scorso anno. E analisti e investitori hanno finora apprezzato: le azioni di Zillow sono aumentate del 47% da inizio anno mentre, nello stesso periodo, il Nasdaq composite è salito del 17% e l’S&P 500 del 15%.
FLIPPING AL TASSO PIÙ ALTO DAL 2010
In base a un report pubblicato la scorsa settimana dalla società di dati immobiliari Attom Data Solutions (ADS), poco più di 49.000 case unifamiliari e condominiali sono stati ‘rivendute’ nel primo trimestre di quest’anno: la loro percentuale sul totale di tutte le compravendite di case a livello nazionale del periodo ammontava al 7,2%. Si tratta del tasso di penetrazione del flipping più alto dal primo trimestre del 2010.
MARGINI DI GUADAGNO IN CONTRAZIONE
“Peccato che questo non sia necessariamente un indicatore positivo della forza del mercato immobiliare” ha dichiarato Todd Teta, chief product officer di Attom. Nel primo trimestre, le case sono state vendute a un prezzo medio di 215.000 dollari, a fronte di un costo medio di acquisto pari a 155.000. Il profitto lordo si è pertanto attestato a 60.000 dollari, in calo di 8.000 dollari rispetto all'anno prima e al minimo degli ultimi tre anni.
"Mentre il tasso di flipping della casa è in aumento, i profitti lordi e il ROI (l’indice di redditività del capitale investito o ritorno sugli investimenti) stanno iniziando a indebolirsi", ha detto Teta nel report per poi aggiungere: "Se gli investitori vedono diminuire i margini di profitto, potrebbero decidere di anticipare i tempi e vendere prima che i margini si riducano ulteriormente”.
Investimenti, la casa torna a strizzare l’occhio alle famiglie italiane
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IL CANARINO NELLA MINIERA DI CARBONE
In passato gli addetti ai lavori hanno descritto l'attività di flipping domestico come un "canarino nella miniera di carbone" in grado cioè di presagire un raffreddamento del mercato immobiliare. Nel primo trimestre, il tasso di flipping è cresciuto anno su anno nel 62% dei mercati Usa, suggerimento che questo sentiment potrebbe essere diffuso e non solo concentrato sulla costa occidentale.
IBUYER, CRESCE L’INTERESSE
Mentre gli ultimi dati sul flipping domestico destano più di una preoccupazione sullo stato di salute dell’immobiliare statunitense, continua a crescere l’interesse per i cosiddetti "iBuyer". Si tratta di aziende tecnologiche che utilizzano algoritmi proprietari per proporre offerte istantanee di case e appartamenti. E’ curioso sapere che una di queste, Zillow, ha rivelato che sta incrementando gli investimenti proprio nell’ambito delle operazioni di flipping , potenziando il suo servizio Zillow Offers lanciato lo scorso anno. E analisti e investitori hanno finora apprezzato: le azioni di Zillow sono aumentate del 47% da inizio anno mentre, nello stesso periodo, il Nasdaq composite è salito del 17% e l’S&P 500 del 15%.
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