Asia
La guerra dei dazi apre nuove strade per l’azionario Asia
A livello settoriale Cortesi (GAM Investments) punta sui driver economici dei consumi e dell’innovazione, con particolare attenzione ai titoli internet cinesi
12 Giugno 2019 07:00
Il nuovo recente inasprimento delle relazioni tra Usa e Cina preoccupa anche chi, come Jian Shi Cortesi, portfolio manager per l’azionario asiatico e cinese di GAM Investments, ha preferito astenersi dal fare previsioni sull'esito delle dispute commerciali tra Washington e Pechino. Dai primi di maggio, proprio quando sembrava prendere corpo l’ipotesi di un accordo tra i due colossi mondiali, l’amministrazione Trump ha introdotto nuovi dazi alle merci cinesi, annunciandone ulteriori se non si dovesse raggiungere un accordo nei prossimi mesi.
A inizio maggio questa sgradita “sorpresa” ha scompaginato l’equilibrio che i mercati sembravano aver ritrovato nei primi mesi di quest’anno, dopo un 2018 piuttosto difficile. Lo scorso anno, infatti, alle condizioni monetarie inclini alla restrizione adottate dalle autorità di Pechino si sono aggiunte, in primavera, le incertezze alimentate dalle tensioni commerciali sino-americane, in un contesto nel quale la Federal Reserve proseguiva nel suo ciclo di rialzo dei tassi di interesse. Una concomitanza di fattori negativi che ha portato alla forte correzione dei mercati nell’ultimo trimestre del 2018.
Da gennaio di quest’anno, però, il cambio di regime della banca centrale statunitense – che ha annunciato una pausa nel suo percorso di rialzo dei tassi – e le prime risultanze positive dell'allentamento delle condizioni monetarie da parte delle autorità cinesi sono riusciti a far ritornare il sereno sulle asset class rischiose.
Tornando all’attuale situazione, Jian Shi Cortesi si dice convinta che, paradossalmente, più le tensioni tra i due colossi aumenteranno di livello più aumenterà la pressione a raggiungere un accordo. Infatti se l’export e le società di hardware cinesi sono destinati a soffrire è altrettanto scontato che pure le corporation statunitensi ne risentiranno, dal momento che molte di esse risultano particolarmente esposte al mercato cinese.
“Per quanto riguarda le ‘munizioni’ in mano a Pechino, se è vero che in casi estremi potrebbe essere giocata anche la carte dell’uso delle proprie riserve di Treasury è altrettanto vero che le autorità cinesi dispongono ancora spazio di manovra per introdurre ulteriori misure di sostegno per stimolare la propria economia, se necessario”, puntualizza Jian Shi Cortesi.
L’esperta, pur tenendo nel dovuto conto l’attuale situazione, preferisce guardare al comportamento che di solito tengono le azioni asiatiche e cinesi nel lungo periodo: un andamento accoppiato dettato principalmente dagli eventi macro. “Siamo pertanto convinti che le oscillazioni offrano un'opportunità per acquistare azioni con valutazioni più interessanti nonostante l’elevato livello di paura sul piano delle tensioni commerciali”, specifica Jian Shi Cortesi.
Oltretutto, aggiunge l’esperta, gli investitori possono ora scegliere tra le diverse modalità di accesso al mercato cinese, ovvero optando a seconda delle preferenze e delle opportunità, o sulle H-shares (le azioni di aziende cinesi quotate a Hong Kong), o sulle A-shares di Shanghai oppure sugli ADR (American Depositary Receipts). Una flessibilità che garantisce un ulteriore plus agli investitori, soprattutto alla luce del fatto che negli indici MSCI sta iniziando ad aumentare il peso delle A-shares.
Infine, ma non per importanza, Jian Shi Cortesi rivela una importante modifica nelle preferenze settoriali a lungo termine. Se dal 2000 al 2010 il focus era sulle commodity e sulle imprese orientate all'edilizia, da allora il testimone dei driver economici è passato all’innovazione e ai consumi che ora costituiscono i suoi principali obiettivi di investimento, in particolare i titoli cinesi delle società di internet.
TRUMP RIACCENDE LA DISPUTA COMMERCIALE
A inizio maggio questa sgradita “sorpresa” ha scompaginato l’equilibrio che i mercati sembravano aver ritrovato nei primi mesi di quest’anno, dopo un 2018 piuttosto difficile. Lo scorso anno, infatti, alle condizioni monetarie inclini alla restrizione adottate dalle autorità di Pechino si sono aggiunte, in primavera, le incertezze alimentate dalle tensioni commerciali sino-americane, in un contesto nel quale la Federal Reserve proseguiva nel suo ciclo di rialzo dei tassi di interesse. Una concomitanza di fattori negativi che ha portato alla forte correzione dei mercati nell’ultimo trimestre del 2018.
IL 2019 ERA INIZIATO BENE
Da gennaio di quest’anno, però, il cambio di regime della banca centrale statunitense – che ha annunciato una pausa nel suo percorso di rialzo dei tassi – e le prime risultanze positive dell'allentamento delle condizioni monetarie da parte delle autorità cinesi sono riusciti a far ritornare il sereno sulle asset class rischiose.
OSCILLAZIONI CHE APRONO OPPORTUNITÀ
Tornando all’attuale situazione, Jian Shi Cortesi si dice convinta che, paradossalmente, più le tensioni tra i due colossi aumenteranno di livello più aumenterà la pressione a raggiungere un accordo. Infatti se l’export e le società di hardware cinesi sono destinati a soffrire è altrettanto scontato che pure le corporation statunitensi ne risentiranno, dal momento che molte di esse risultano particolarmente esposte al mercato cinese.
Protezionismo, la Cina a lezione dagli Usa del XIX secolo
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LE MUNIZIONI IN MANO A PECHINO
“Per quanto riguarda le ‘munizioni’ in mano a Pechino, se è vero che in casi estremi potrebbe essere giocata anche la carte dell’uso delle proprie riserve di Treasury è altrettanto vero che le autorità cinesi dispongono ancora spazio di manovra per introdurre ulteriori misure di sostegno per stimolare la propria economia, se necessario”, puntualizza Jian Shi Cortesi.
AZIONI ASIATICHE E CINESE SEGUONO GLI EVENTI MACRO
L’esperta, pur tenendo nel dovuto conto l’attuale situazione, preferisce guardare al comportamento che di solito tengono le azioni asiatiche e cinesi nel lungo periodo: un andamento accoppiato dettato principalmente dagli eventi macro. “Siamo pertanto convinti che le oscillazioni offrano un'opportunità per acquistare azioni con valutazioni più interessanti nonostante l’elevato livello di paura sul piano delle tensioni commerciali”, specifica Jian Shi Cortesi.
TRE DIVERSE OPZIONI DI INVESTIMENTO
Oltretutto, aggiunge l’esperta, gli investitori possono ora scegliere tra le diverse modalità di accesso al mercato cinese, ovvero optando a seconda delle preferenze e delle opportunità, o sulle H-shares (le azioni di aziende cinesi quotate a Hong Kong), o sulle A-shares di Shanghai oppure sugli ADR (American Depositary Receipts). Una flessibilità che garantisce un ulteriore plus agli investitori, soprattutto alla luce del fatto che negli indici MSCI sta iniziando ad aumentare il peso delle A-shares.
FOCUS SU INNOVAZIONE E CONSUMI
Infine, ma non per importanza, Jian Shi Cortesi rivela una importante modifica nelle preferenze settoriali a lungo termine. Se dal 2000 al 2010 il focus era sulle commodity e sulle imprese orientate all'edilizia, da allora il testimone dei driver economici è passato all’innovazione e ai consumi che ora costituiscono i suoi principali obiettivi di investimento, in particolare i titoli cinesi delle società di internet.