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Il “riscatto” degli Mbs, un mercato da 8mila miliardi di dollari
I Mortgage Backed Securities possono rappresentare una valida alternativa per chi ama investire nelle obbligazioni
19 Giugno 2019 15:14
I Mortgage Backed Securities (Mbs) sono titoli garantiti da un insieme di mutui ipotecari statunitensi che, loro malgrado, continuano a essere associati alla crisi finanziaria globale del 2007-2009 che partì proprio mutui subprime. Tuttavia, in questi ultimi 10 anni il mercato Mbs non solo si è evoluto, ma oggi si candida come soluzione per gli investitori in difficoltà a seguito dei rendimenti delle obbligazioni tradizionali ai minimi storici o addirittura in territorio negativo.
Ne sono convinti, in particolare, Tom Mansley e Gary Singleterry, gestori delle strategie Mbs Total Return di GAM Investments, che sottolineano l’ampia diversificazione dell’offerta attuale all’interno della quale è possibile selezionare alcuni specifici tipi di Mbs in grado di proteggere un portafoglio obbligazionario dai rialzi dei tassi di interesse, un’attitudine spesso preclusa con le obbligazioni di tipo tradizionale.
I numeri del mercato americano degli Mbs sono davvero imponenti: con un controvalore di 8mila miliardi di dollari rappresenta il 23% del mercato obbligazionario statunitense e il 15% di quello mondiale. Un mercato secondo soltanto a quello dei titoli di stato (Treasury) con inoltre due peculiarità importanti per gli investitori rispetto a quello che era 10 anni fa: una maggiore solidità e un rischio sistematico di molto inferiore.
“I mutui ipotecari erogati dopo la grande crisi sono di alta qualità grazie ai più rigorosi requisiti di sottoscrizione imposti e ci aspettiamo che anche quelli erogati nel corso di quest’anno ricalchino questi standard garantendo in parallelo una buona affidabilità di credito”, dichiarano Tom Mansley e Gary Singleterry che ricordano come, nel frattempo, il tasso di insolvenza sia sceso ai livelli più bassi degli ulti 30 anni sulla scia di una disoccupazioni ai minimi, di un debito al consumo più contenuto rispetto ai livelli di reddito e del ben intonato mercato immobiliare.
Insomma, per i due esperti le prospettive per gli Mbs restano positive anche se il ritmo degli aumenti dei prezzi negli Stati Uniti dovrebbe rallentare e attestarsi in media intorno al 3% all’anno nel prossimo futuro rispetto ad un tasso medio annuo del 6% circa registrato dal 2015 a oggi. D’altra parte, fanno presente Tom Mansley e Gary Singleterry, secondo un recente studio (CoreLogic, The MarketPulse, marzo 2019) i prezzi immobiliari negli Stati Uniti sono sostanzialmente saliti durante tre delle ultime cinque recessioni.
“Ci sono un paio di problematiche che ci preoccupano relativamente, tra le quali la possibilità di un rallentamento economico alla fine del 2019. Tuttavia, sebbene tali eventi metterebbero sotto pressione l’occupazione e i prezzi immobiliari, restiamo convinti che gli impatti risulterebbero trascurabili sul reddito previsto dei nostri investimenti” precisano Tom Mansley e Gary Singleterry. I quali, infine, rivelano le loro preferenze in questa specifica asset class. All’interno del segmento dei mutui ipotecari residenziali privilegiano le emissioni non-agency ai titoli agency garantiti dal governo mentre in quello commerciale il focus è sui complessi residenziali e i prestiti commerciali di minore entità.
AMPIA DIVERSIFICAZIONE DELL’OFFERTA
Ne sono convinti, in particolare, Tom Mansley e Gary Singleterry, gestori delle strategie Mbs Total Return di GAM Investments, che sottolineano l’ampia diversificazione dell’offerta attuale all’interno della quale è possibile selezionare alcuni specifici tipi di Mbs in grado di proteggere un portafoglio obbligazionario dai rialzi dei tassi di interesse, un’attitudine spesso preclusa con le obbligazioni di tipo tradizionale.
UN MERCATO DA 8.000 MILIARDI DI DOLLARI
I numeri del mercato americano degli Mbs sono davvero imponenti: con un controvalore di 8mila miliardi di dollari rappresenta il 23% del mercato obbligazionario statunitense e il 15% di quello mondiale. Un mercato secondo soltanto a quello dei titoli di stato (Treasury) con inoltre due peculiarità importanti per gli investitori rispetto a quello che era 10 anni fa: una maggiore solidità e un rischio sistematico di molto inferiore.
TASSO DI INSOLVENZA AI MINIMI DA 30 ANNI
“I mutui ipotecari erogati dopo la grande crisi sono di alta qualità grazie ai più rigorosi requisiti di sottoscrizione imposti e ci aspettiamo che anche quelli erogati nel corso di quest’anno ricalchino questi standard garantendo in parallelo una buona affidabilità di credito”, dichiarano Tom Mansley e Gary Singleterry che ricordano come, nel frattempo, il tasso di insolvenza sia sceso ai livelli più bassi degli ulti 30 anni sulla scia di una disoccupazioni ai minimi, di un debito al consumo più contenuto rispetto ai livelli di reddito e del ben intonato mercato immobiliare.
Convertibili, un’opzione da valutare dopo il mini rally obbligazionario
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PROSPETTIVE POSITIVE
Insomma, per i due esperti le prospettive per gli Mbs restano positive anche se il ritmo degli aumenti dei prezzi negli Stati Uniti dovrebbe rallentare e attestarsi in media intorno al 3% all’anno nel prossimo futuro rispetto ad un tasso medio annuo del 6% circa registrato dal 2015 a oggi. D’altra parte, fanno presente Tom Mansley e Gary Singleterry, secondo un recente studio (CoreLogic, The MarketPulse, marzo 2019) i prezzi immobiliari negli Stati Uniti sono sostanzialmente saliti durante tre delle ultime cinque recessioni.
EMISSIONI NON-AGENCY E COMPLESSI RESIDENZIALI
“Ci sono un paio di problematiche che ci preoccupano relativamente, tra le quali la possibilità di un rallentamento economico alla fine del 2019. Tuttavia, sebbene tali eventi metterebbero sotto pressione l’occupazione e i prezzi immobiliari, restiamo convinti che gli impatti risulterebbero trascurabili sul reddito previsto dei nostri investimenti” precisano Tom Mansley e Gary Singleterry. I quali, infine, rivelano le loro preferenze in questa specifica asset class. All’interno del segmento dei mutui ipotecari residenziali privilegiano le emissioni non-agency ai titoli agency garantiti dal governo mentre in quello commerciale il focus è sui complessi residenziali e i prestiti commerciali di minore entità.