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Le banche centrali dettano il ritmo, ma attenzione al G20

L’indebolimento del dollaro comporta una riduzione delle tensioni internazionali soprattutto nell’area emergente, ma tende anche a ridurre i benefici della diversificazione valutaria al di fuori della moneta unica

25 Giugno 2019 12:25

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Se si osservano le performance registrate la scorsa settimana nei mercati finanziari dalle diverse asset class si nota come l’escalation nei toni delle banche centrali, sempre più inclini all’espansione monetaria, abbia orientato i rialzi soprattutto in quella di rischio.

BORSE AI MASSIMI E SPREAD IN RITIRATA


Un fenomeno che ha proiettato non soltanto l’indice azionario globale (MSCI AC World) sui massimi dell’anno, recuperando per intero la correzione accusata nel mese di maggio, ma ha anche visto la contrazione dello spread, il differenziale di rendimento tra il Btp e il bund tedesco a 10 anni, sotto i 250 punti base. È la conferma che, in questa fase, le politiche monetarie prevalgono su qualsiasi altro fattore, anche in un caso, come quello che vede Roma e Bruxelles ancora ai ferri corti sulla possibile procedura di infrazione per debito eccessivo.

INDICI PMI IN VIA DI STABILIZZAZIONE


“Nel frattempo gli indici PMI continuano a confermare una sostanziale debolezza del comparto manifatturiero sebbene, sia nell’area euro che negli Stati Uniti, abbiano mostrato un tentativo di stabilizzazione” sottolineano gli esperti di Euromobiliare Sgr.

LE IMPLICAZIONI DI UN DOLLARO DEBOLE


I quali, segnalano un aspetto di assoluto rilievo per le scelte di portafoglio degli investitori basati in euro come gli italiani: l’indebolimento del dollaro rispetto alle principali valute dei paesi sviluppati ed emergenti, ed in particolare rispetto all’euro. “E’ vero che questo comporta una riduzione delle tensioni internazionali soprattutto nell’area emergente, ma è altrettanto vero che vengono a ridursi i benefici della diversificazione valutaria al di fuori della moneta unica” spiegano i professionisti di Euromobiliare Sgr.

POSSIBILE TAGLIO DEI TASSI FED GIÀ A LUGLIO


Che poi, tornando alle aspettative del mercato, aggiungono: “Le attese potrebbero venire in parte accolte già nella prossimo riunione di luglio della Fed, nella quale la banca centrale americana potrebbe annunciare un taglio dei Fed Funds”. La Bce, dal canto suo, non sembra essere da meno e, come ha dichiarato lo stesso Draghi un po’ a sorpresa al forum di Sintra in Portogallo, è pronta non soltanto a tagliare i tassi che ma anche a riaprire il programma di acquisti visto che l’inflazione non riesce da troppo tempo a raggiungere l’obiettivo del 2%.

Dollaro vittima sacrificale


Dollaro vittima sacrificale






VENERDÌ 28 INFLAZIONE DELLA ZONA EURO


A proposito di prezzi al consumo, venerdì 28 giugno saranno resi noti i dati preliminari di giugno dell’inflazione in area euro. “L’indice ‘core’, che esclude le componenti energia e alimentati, è stimato in aumento a 0,9% trainato dalla componente servizi, mentre l’indice headline – che include tutte le voci del carovita - dovrebbe restare all’1,2%” specificano gli esperti di Euromobiliare Sgr che, nei prossimi mesi estivi, ipotizzano possibili segnali di debolezza dell’inflazione per effetto del confronto poco favorevole con le quotazioni dei beni energetici registrate lo scorso anno.

IL G20 DI OSAKA


Infine, merita la massima attenzione il prossimo G20 in programma il 28 e il 29 giugno a Osaka in Giappone, dove è previsto un incontro tra il presidente americano Trump e quello cinese Xi . “E’ piuttosto difficile che possa essere siglato un accordo formale e dettagliato ma non si può escludere che possa emergere un impegno da ambo le parti a proseguire le trattative in modo da scongiurare nell’immediato sia l’applicazione di nuovi dazi alle importazioni e sia nuove tensioni sui mercati” concludono i professionisti di Euromobiliare Sgr.

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