ciclo economico
Dalla politica e dal ciclo economico dubbi sul soft landing
Il contesto economico e di mercato invita alla prudenza, ma secondo gli esperti di Dorval AM non bisogna cedere al pessimismo: sono presenti comunque interessanti opportunità
26 Giugno 2019 17:00
Il contesto di mercato, ormai quasi da due anni, è quello tipico della fase finale del ciclo economico. Secondo Dorval Asset Management, il quadro è caratterizzato da una prosecuzione della crescita mondiale, ma con un progressivo aumento delle probabilità di inversione del ciclo, o persino di recessione in alcuni Paesi.
Dal momento che la fase avanzata del ciclo restringe l'orizzonte, da circa due anni Dorval AM ha rivisto al ribasso il tasso di esposizione alle azioni dei suoi fondi flessibili. “Continuiamo ad applicare questa politica prudente, ma potrebbero presentarsi alcune opportunità”, spiegano gli esperti della società.
In dettaglio, “l’assenza di una crisi finanziaria e la notevole debolezza dell’inflazione depongono a favore di uno scenario di soft landing dell’economia mondiale nel 2019”. Tuttavia, questo scenario è sottoposto a uno “stress test” significativo: al venir meno degli stimoli fiscali negli Stati Uniti si sono infatti aggiunte una crisi passeggera nei settori chiave dell’auto e dei semiconduttori e soprattutto una quasi recessione del commercio internazionale, dovuta principalmente alla politica destabilizzante del governo Usa.
Le conseguenze sono già evidenti: il Pil tedesco ha registrato una frenata a causa del calo dell’export e della crisi del settore auto, mentre negli Usa gli aumenti dei dazi decretati dal presidente Trump avrebbero già compensato, per la famiglia media, gran parte dei vantaggi ottenuti con gli sgravi fiscali del 2017. “La curva dei rendimenti ha subito una lieve inversione che potrebbe indicare un’imminente recessione. Si pone dunque la questione della fine del ciclo di crescita statunitense più lungo della storia”, spiegano gli esperti di Dorval AM.
Sul fronte statunitense, crescono i dubbi sul fatto che Trump decida di ampliare ulteriormente il raggio d’azione dei dazi doganali. Potrebbe anche verificarsi un cambio di rotta: per Dorval AM “Trump ha bisogno di un’economia forte per essere rieletto, impresa non facile dal momento che non gode di sufficiente popolarità. Inoltre, la politica di aumento dei dazi non suscita alcun entusiasmo negli Stati Uniti. Le famiglie statunitensi iniziano a vederla come un fattore di rischio e sempre più imprese la criticano”.
Nei Paesi sviluppati, “politiche economiche più flessibili ed efficaci favoriscono la buona tenuta delle economie”. I consumi sono sostenuti dall'incremento del potere d'acquisto, dalla crescita salariale e dal prezzo del petrolio inferiore del 15% alla media del 2018. In Europa “settori come l’edilizia e i servizi legati al comparto immobiliare continuano a beneficiare di condizioni finanziarie molto favorevoli, come la potente Tltro della Bce. Insieme alla netta flessione dei tassi a lungo termine e al cambio di rotta delle politiche monetarie, questi elementi creano solide barriere contro le forze recessive”, con l’Italia che non fa eccezione.
Infine, in Cina e in altri Paesi emergenti sono state varate misure di stabilizzazione della crescita. Le autorità cinesi dovrebbero riuscire a conseguire l’obiettivo di una crescita annua almeno pari al 6% grazie a graduali stimoli monetari e fiscali. Inoltre, l'inversione del ciclo dei tassi statunitensi a breve termine permette a paesi come India, Russia e Indonesia di tornare a tagliare i tassi d'interesse dopo i rialzi del 2018.
Dalla fine del 2017 la fase avanzata del ciclo ha causato un notevole deterioramento del profilo di rischio/rendimento sui mercati azionari. Per gli esperti di Dorval AM “numerosi investitori si sono quindi trincerati dietro un pessimismo che potrebbe rivelarsi eccessivo (o prematuro) se l'economia mondiale dovesse evidenziare una buona tenuta”. La situazione attuale è quindi molto diversa da quella di inizio 2018, caratterizzata da una pericolosa euforia. Il sostegno delle banche centrali, l'aumento dei premi per il rischio e il crollo dei tassi a lungo termine hanno comunque finito per stabilizzare il mercato.
In questo contesto, emergono opportunità soprattutto in alcune small e mid cap europee. Dorval AM si focalizza soprattutto sulle aree “della digitalizzazione dell'economia e della transizione energetica, nonché nell’ambito dei consumi, sostenuti dall'incremento del potere d'acquisto”. Nei suoi fondi internazionali più difensivi, Dorval AM privilegia un approccio di diversificazione geografica e settoriale attualmente incentrato su panieri di società che evidenziano una crescita stabile. Dorval sfrutta inoltre la ripresa della reflazione monetaria europea investendo in obbligazioni dell'Europa meridionale, soprattutto italiane.
POLITICA PRUDENTE
Dal momento che la fase avanzata del ciclo restringe l'orizzonte, da circa due anni Dorval AM ha rivisto al ribasso il tasso di esposizione alle azioni dei suoi fondi flessibili. “Continuiamo ad applicare questa politica prudente, ma potrebbero presentarsi alcune opportunità”, spiegano gli esperti della società.
STRESS TEST
In dettaglio, “l’assenza di una crisi finanziaria e la notevole debolezza dell’inflazione depongono a favore di uno scenario di soft landing dell’economia mondiale nel 2019”. Tuttavia, questo scenario è sottoposto a uno “stress test” significativo: al venir meno degli stimoli fiscali negli Stati Uniti si sono infatti aggiunte una crisi passeggera nei settori chiave dell’auto e dei semiconduttori e soprattutto una quasi recessione del commercio internazionale, dovuta principalmente alla politica destabilizzante del governo Usa.
Prendere il meglio dalle azioni legate alle infrastrutture
Prendere il meglio dalle azioni legate alle infrastrutture
FINE CICLO
Le conseguenze sono già evidenti: il Pil tedesco ha registrato una frenata a causa del calo dell’export e della crisi del settore auto, mentre negli Usa gli aumenti dei dazi decretati dal presidente Trump avrebbero già compensato, per la famiglia media, gran parte dei vantaggi ottenuti con gli sgravi fiscali del 2017. “La curva dei rendimenti ha subito una lieve inversione che potrebbe indicare un’imminente recessione. Si pone dunque la questione della fine del ciclo di crescita statunitense più lungo della storia”, spiegano gli esperti di Dorval AM.
I DAZI NON PIACCIONO ALL’OPINIONE PUBBLICA
Sul fronte statunitense, crescono i dubbi sul fatto che Trump decida di ampliare ulteriormente il raggio d’azione dei dazi doganali. Potrebbe anche verificarsi un cambio di rotta: per Dorval AM “Trump ha bisogno di un’economia forte per essere rieletto, impresa non facile dal momento che non gode di sufficiente popolarità. Inoltre, la politica di aumento dei dazi non suscita alcun entusiasmo negli Stati Uniti. Le famiglie statunitensi iniziano a vederla come un fattore di rischio e sempre più imprese la criticano”.
EUROPA, LA FLESSIBILITÀ PAGA
Nei Paesi sviluppati, “politiche economiche più flessibili ed efficaci favoriscono la buona tenuta delle economie”. I consumi sono sostenuti dall'incremento del potere d'acquisto, dalla crescita salariale e dal prezzo del petrolio inferiore del 15% alla media del 2018. In Europa “settori come l’edilizia e i servizi legati al comparto immobiliare continuano a beneficiare di condizioni finanziarie molto favorevoli, come la potente Tltro della Bce. Insieme alla netta flessione dei tassi a lungo termine e al cambio di rotta delle politiche monetarie, questi elementi creano solide barriere contro le forze recessive”, con l’Italia che non fa eccezione.
EMERGENTI, OBIETTIVO STABILIZZAZIONE
Infine, in Cina e in altri Paesi emergenti sono state varate misure di stabilizzazione della crescita. Le autorità cinesi dovrebbero riuscire a conseguire l’obiettivo di una crescita annua almeno pari al 6% grazie a graduali stimoli monetari e fiscali. Inoltre, l'inversione del ciclo dei tassi statunitensi a breve termine permette a paesi come India, Russia e Indonesia di tornare a tagliare i tassi d'interesse dopo i rialzi del 2018.
PESSIMISMO PREMATURO?
Dalla fine del 2017 la fase avanzata del ciclo ha causato un notevole deterioramento del profilo di rischio/rendimento sui mercati azionari. Per gli esperti di Dorval AM “numerosi investitori si sono quindi trincerati dietro un pessimismo che potrebbe rivelarsi eccessivo (o prematuro) se l'economia mondiale dovesse evidenziare una buona tenuta”. La situazione attuale è quindi molto diversa da quella di inizio 2018, caratterizzata da una pericolosa euforia. Il sostegno delle banche centrali, l'aumento dei premi per il rischio e il crollo dei tassi a lungo termine hanno comunque finito per stabilizzare il mercato.
DOVE INVESTIRE
In questo contesto, emergono opportunità soprattutto in alcune small e mid cap europee. Dorval AM si focalizza soprattutto sulle aree “della digitalizzazione dell'economia e della transizione energetica, nonché nell’ambito dei consumi, sostenuti dall'incremento del potere d'acquisto”. Nei suoi fondi internazionali più difensivi, Dorval AM privilegia un approccio di diversificazione geografica e settoriale attualmente incentrato su panieri di società che evidenziano una crescita stabile. Dorval sfrutta inoltre la ripresa della reflazione monetaria europea investendo in obbligazioni dell'Europa meridionale, soprattutto italiane.