Africa
Mercati africani, quali sono le nubi all’orizzonte
Dopo il rimbalzo di inizio anno, le prospettive per i mercati africani non sembrano volgere al meglio, spiega Erik Renander di Hedge Invest Sgr
27 Giugno 2019 11:28
Dopo gli sprazzi di luce di inizio anno, sui mercati africani sembra affacciarsi una congiuntura meno positiva. Nei primi mesi del 2019, infatti, le valutazioni attraenti e un sentiment non positivo avevano creato le premesse di quella che gli investitori definiscono una “opportunità tattica”.
E in effetti, spiega Erik Renander, gestore del fondo HI EMIM Africa, Hedge Invest Sgr, il rimbalzo sperato da chi aveva puntato sui mercati africani, scegliendo obbligazioni e azioni, si era verificato. Ma ora la situazione sembra essere diversa, come spiega lo stesso Renander, poiché “le valutazioni non sono più così attraenti e i titoli non sono più ipervenduti, mentre i fondamentali sono andati peggiorando” e una svolta positiva nella seconda metà del 2019 non sembra probabile.
Le nubi sembrano particolarmente minacciose sull’economia del Sudafrica, dove il Pil ha segnato un -3,2% nel primo trimestre e le vendite retail sono particolarmente deludenti. A livello continentale, spiega Renander, “abbiamo riconsiderato la visione rialzista che da lungo tempo avevamo nei confronti delle società minerarie ed energetiche” poiché la ripresa dei prezzi delle commodity nel 2019 è stata debole, in particolare quella del rame.
“Tenendo conto dei prezzi delle materie prime – aggiunge Renander - le stime degli utili futuri per molte società minerarie ed energetiche risultano troppo elevate: è la prima volta che si verifica questa situazione dal 2016”. A fronte di questa situazione complessiva, Renander spiega come è stato riposizionato il fondo HI EMIM Africa, Hedge Invest Sgr negli ultimi due mesi passando da posizioni lunghe su azionario e bond in valuta locale a grandi quantità di cash, con una riduzione dell’esposizione obbligazionaria e una piccola posizione netta negativa in azioni.
“Più nel dettaglio – conclude Renander - a maggio abbiamo venduto tutti i bond ghanesi in portafoglio: il rimanente debito in valuta locale è concentrato tra Nigeria, Sud Africa, Kenya e una piccola parte in Egitto. Le nuove posizioni corte che abbiamo aggiunto riguardano i settori immobiliare, chimico, dell’esplorazione petrolifera e dell’estrazione mineraria”.
VALUTAZIONI POCO ATTRAENTI
E in effetti, spiega Erik Renander, gestore del fondo HI EMIM Africa, Hedge Invest Sgr, il rimbalzo sperato da chi aveva puntato sui mercati africani, scegliendo obbligazioni e azioni, si era verificato. Ma ora la situazione sembra essere diversa, come spiega lo stesso Renander, poiché “le valutazioni non sono più così attraenti e i titoli non sono più ipervenduti, mentre i fondamentali sono andati peggiorando” e una svolta positiva nella seconda metà del 2019 non sembra probabile.
ATTENZIONE AL SUDAFRICA
Le nubi sembrano particolarmente minacciose sull’economia del Sudafrica, dove il Pil ha segnato un -3,2% nel primo trimestre e le vendite retail sono particolarmente deludenti. A livello continentale, spiega Renander, “abbiamo riconsiderato la visione rialzista che da lungo tempo avevamo nei confronti delle società minerarie ed energetiche” poiché la ripresa dei prezzi delle commodity nel 2019 è stata debole, in particolare quella del rame.
UTILI IN CALO PER LE SOCIETÀ MINERARIE
“Tenendo conto dei prezzi delle materie prime – aggiunge Renander - le stime degli utili futuri per molte società minerarie ed energetiche risultano troppo elevate: è la prima volta che si verifica questa situazione dal 2016”. A fronte di questa situazione complessiva, Renander spiega come è stato riposizionato il fondo HI EMIM Africa, Hedge Invest Sgr negli ultimi due mesi passando da posizioni lunghe su azionario e bond in valuta locale a grandi quantità di cash, con una riduzione dell’esposizione obbligazionaria e una piccola posizione netta negativa in azioni.
CEDUTI I BOND GHANESI
“Più nel dettaglio – conclude Renander - a maggio abbiamo venduto tutti i bond ghanesi in portafoglio: il rimanente debito in valuta locale è concentrato tra Nigeria, Sud Africa, Kenya e una piccola parte in Egitto. Le nuove posizioni corte che abbiamo aggiunto riguardano i settori immobiliare, chimico, dell’esplorazione petrolifera e dell’estrazione mineraria”.
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