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Dopo la fuga di maggio è ora di tornare sulle azioni
Anche il 2019 ha confermato la validità del detto ‘sell in May’ ma per ETHENEA non bisogna stare lontani troppo a lungo dalle azioni globali perché nei prossimi mesi si potranno presentare situazioni interessanti
28 Giugno 2019 10:10
Il vecchio detto di Wall Street "Sell in May and go away", vale a dire vendi a maggio e stai alla larga, si è confermato valido anche nel 2019 con l'indice S&P 500 che è arretrato sensibilmente nel mese delle rose per poi recuperare a giugno, grazie a una situazione degli utili aziendali e di condizioni del credito che restano favorevoli. Quindi stare alla larga, ma non troppo a lungo, anche perché nei prossimi mesi sui mercati azionari si potrebbero presentare situazioni interessanti. È l’analisi di Volker Schmidt, Senior Portfolio Manager, ETHENEA Independent Investors. L’esperto attribuisce l’andamento di maggio all’inasprimento delle tensioni commerciali tra Usa e Cina ma sottolinea che proprio per questo né gli americani né i cinesi hanno interesse a deprimere ulteriormente i rispettivi mercati azionari.
Inoltre, sempre secondo la lettura proposta da Schmidt, dal fronte del commercio mondiale sono arrivate anche notizie positive, come la riduzione decisa dagli Stati Uniti dei dazi sull'acciaio turco, messicano e canadese, mentre il possibile aumento delle tariffe sulle importazioni in Usa di automobili europee e giapponesi è stato per ora accantonato. Non è però ancora il momento di suonare il cessato allarme, il tutto resta caratterizzato da scarsa prevedibilità e non sorprende che, secondo le stime Ocse, nel primo trimestre 2019 la crescita del commercio mondiale sia stata solo di poco superiore allo zero. A questo si aggiunge lo stallo che continua sulla Brexit. Ma i mercati azionari e obbligazionari globali hanno accusato in misura minima l’impatto potenzialmente negativo del contesto generale, supportati da dati macro positivi e dall’atteggiamento favorevole di Fed e Bce.
Tuttavia, osserva ancora l’esperto di ETHENEA, dai mercati obbligazionari statunitensi sono comunque giunti nuovi segnali di recessione, con il rendimento dei treasury decennali di nuovo sotto quello a tre mesi. Una configurazione anomala della curva dei rendimenti certamente riconducibile in larga parte anche all'offerta, visto che nei primi quattro mesi dell'anno il Tesoro Usa ha emesso debito per più di 4.000 mld di dollari, di cui però solo 177 mld a 10-30 anni. Questo secondo Schmidt può avere favorito l'inversione della curva dei rendimenti.
La bottom line dell’esperto di ETHENEA è che “non è il caso di assentarsi troppo a lungo dai listini”, dato il supporto che continuano a dare le banche centrali, con una Fed che dovrebbe mettere fine prima del previsto al cosiddetto Quantitative Tightening, mentre non è da escludere che si giunga a una distensione sul fronte commerciale tra Usa e Cina.
MERCATI SOSTENUTI DAI DATI MACRO E DALLE BANCHE CENTRALI
Inoltre, sempre secondo la lettura proposta da Schmidt, dal fronte del commercio mondiale sono arrivate anche notizie positive, come la riduzione decisa dagli Stati Uniti dei dazi sull'acciaio turco, messicano e canadese, mentre il possibile aumento delle tariffe sulle importazioni in Usa di automobili europee e giapponesi è stato per ora accantonato. Non è però ancora il momento di suonare il cessato allarme, il tutto resta caratterizzato da scarsa prevedibilità e non sorprende che, secondo le stime Ocse, nel primo trimestre 2019 la crescita del commercio mondiale sia stata solo di poco superiore allo zero. A questo si aggiunge lo stallo che continua sulla Brexit. Ma i mercati azionari e obbligazionari globali hanno accusato in misura minima l’impatto potenzialmente negativo del contesto generale, supportati da dati macro positivi e dall’atteggiamento favorevole di Fed e Bce.
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L’INVERSIONE DELLA CURVA USA DOVUTA ANCHE ALL’OFFERTA DEL TESORO
Tuttavia, osserva ancora l’esperto di ETHENEA, dai mercati obbligazionari statunitensi sono comunque giunti nuovi segnali di recessione, con il rendimento dei treasury decennali di nuovo sotto quello a tre mesi. Una configurazione anomala della curva dei rendimenti certamente riconducibile in larga parte anche all'offerta, visto che nei primi quattro mesi dell'anno il Tesoro Usa ha emesso debito per più di 4.000 mld di dollari, di cui però solo 177 mld a 10-30 anni. Questo secondo Schmidt può avere favorito l'inversione della curva dei rendimenti.
RISCHIO ASSENZA PROLUNGATA
La bottom line dell’esperto di ETHENEA è che “non è il caso di assentarsi troppo a lungo dai listini”, dato il supporto che continuano a dare le banche centrali, con una Fed che dovrebbe mettere fine prima del previsto al cosiddetto Quantitative Tightening, mentre non è da escludere che si giunga a una distensione sul fronte commerciale tra Usa e Cina.