BCE

L'applauso del mercato a Lagarde è di sollievo per lo scampato pericolo

L’alternativa poteva essere il numero uno della Bundesbank Weidmann, l’oppositore degli Omt di Draghi che secondo TwentyFour AM avrebbe potuto "disarmare" la Bce in caso di difficoltà di mercato. Per Schroders Lagarde sarà una "colomba" e questo è positivo per gli investitori

4 Luglio 2019 12:41

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La scelta del numero uno del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde per la successione di Mario Draghi, che a fine ottobre lascerà la guida della Bce dopo aver ‘salvato’ l’euro nel 2012 con il suo famoso ‘whatever it takes’ in piena tempesta del debito sovrano, è stata accolta dal mercato obbligazionario, e non solo, con un fragoroso applauso. In parte forse anche dovuto al disinnescamento delle tensioni Roma-Bruxelles. Secondo Mark Holman,  ceo di TwentyFour Asset Management, si è trattato soprattutto di un ‘sospiro di sollievo’, dovuto forse a chi non sarà il nuovo presidente, piuttosto che a chi sarà al timone. Infatti il capo della Bundesbank tedesca Jens Weidmann era considerato uno dei favoriti per la carica. Mentre Draghi sarà ricordato per essersi impegnato a fare tutto il necessario per preservare l'euro, nota Holman, Weidmann resterà noto per aver fatto tutto il possibile per impedire che alcune delle politiche di Draghi fossero messe in atto.

L’OPPOSIZIONE DI WEIDMANN ALLE OMT DI DRAGHI


L’esperto di TwentyFour AM ricorda che il primo approccio di Draghi al contrasto della crisi del debito sovrano che minacciava l’euro, prima ancora del Quantitative easing, era stato la messa a punto delle Outright monetary transactions, o Omt, vale a dire l’acquisto sul mercato di titoli di debito di uno Stato membro dell’euro che si trovasse in grave difficoltà, a determinate condizioni. Le Omt non sono mai state utilizzate, ma per la speculazione solo sapere che la Bce le aveva pronte nel suo arsenale era abbastanza per scoraggiare violenti attacchi. E infatti le Omt hanno dato molto conforto ai mercati quando erano nel momento più vulnerabile. Holman ricorda che fu proprio Weidmann a opporsi a questo programma, fino a rivolgersi alla Corte Costituzionale tedesca per contestarne la legalità, fortunatamente senza successo. Una Bce di Weidmann, nota l’esperto, sarebbe sempre apparsa più debole in tempi di difficoltà del mercato, rendendo più probabili ulteriori attacchi all'euro.

LO STESSO ISTINTO POLITICO CHE HA AIUTATO DRAGHI A SALVARE L’EURO


Holman osserva anche che Christine Lagarde, oltre a essere il primo presidente donna della Bce, è anche il primo a non essere un economista di mestiere: un politico alla guida, con un cv di grande rilevanza, potrebbe fare un lavoro ancora migliore di un altro economista, anche perché in seno alla Banca Centrale non mancano gli economisti competenti. Anche Mario Draghi, secondo Holman, non passerà alla storia tanto per essere un grande economista, ma piuttosto per il suo istinto politico, che ha contribuito a salvare l'euro, aiutato da una forte volontà e da una grande determinazione. Sono competenze che accomunano anche la Lagarde, acquisite nei suoi ruoli al ministero delle Finanze francese e al Fondo monetario internazionale, dove ha sempre incoraggiato le nazioni a fare di più per stimolare le loro economie, sia attraverso politiche monetarie, sia con misure di espansione fiscale o riforme strutturali.

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DIFFICILE ETICHETTARE LA LAGARDE COME FALCO O COLOMBA


Secondo l’esperto di TwentyFour è difficile etichettarla come una “colomba” o un “falco”, ma la sensazione è che continuerà a ‘pendere’ dalla parte della cautela, che è quello che ovviamente piacerebbe ai mercati. Holman conclude la sua analisi facendo i migliori auguri alla nuova presidente. Si può aggiungere che il profilo della Lagarde ha diversi punti in comune con un signore che si chiama Jerome Powell e che è al timone della grande banca centrale sull’altra sponda dell’Atlantico. Anche il capo della Fed non ha un passato da economista di professione, viene anche lui dalla politica, avendo servito al Tesoro americano ai tempi di Bush padre, ma anche una profonda conoscenza del mercato, essendo stato nell’investment banking fin dagli anni Ottanta. Insomma, può darsi che Christine e Jerome parlino la stessa lingua, e anche questo sicuramente al mercato non dispiace.

SCHRODERS: LAGARDE COLOMBA, BUONA NOTIZIA


“L’ampio coinvolgimento di Lagarde nella crisi del debito sovrano in Grecia nel corso del suo mandato al Fai è una dimostrazione chiara della sua posizione a favore dell’integrazione europea”, sottolinea Piya Sachdeva, economist di Schroders. “Sebbene non abbia esperienza diretta nella gestione della politica monetaria, Lagarde ha espresso in passato la sua opinione sul fatto che i tassi di interesse negativi in Europa e Giappone sono stati nettamente positivi per l’economia globale. Sulla base di questo, riteniamo che Lagarde sarà un governatore “colomba” e ciò dovrebbe rappresentare una notizia abbastanza positiva per gli investitori”.

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