Christine Lagarde

Euro blindato con Lagarde, Germania al test di guida della Ue

Con Christine Lagarde alla Bce l’euro sembra in mani sicure, in continuità totale con Draghi, mentre con Ursula von der Leyen l’azionista di maggioranza della Ue ci mette la faccia e anche la responsabilità

8 Luglio 2019 10:15

financialounge -  Christine Lagarde euro Mario Draghi Weekly Bulletin
A vent’anni i nostri nonni erano già uomini e spesso le nostre nonne già madri. Col metro di oggi, il neo ventenne euro può essere considerato un pre-adolescente. La sua finora breve vita si può dividere nettamente in due fasi: un’infanzia felice e un’età dello sviluppo piena di brufoli e problemi durante la quale ha avuto la fortuna di incontrare un super-eroe, che si chiama Mario Draghi e somiglia vagamente a Clark Kent, quello che si toglieva gli occhiali e indossava l’uniforme di Superman, che lo ha salvato da una molto probabile brutta fine. Da ottobre viene affidato alle cure di zia Christine Lagarde, che per Nembo Kid-Draghi ha un’ammirazione paragonabile a quella di Lana Lang, la presunta morosa del supereroe inventato alla fine degli anni '30 del secolo scorso da Jerry Siegel e Joe Shuster. La fine dell’infanzia felice dell’euro è datata ottobre 2010, quando l’Europa sembrava essersi lasciata alle spalle meglio e prima degli americani la Grande Crisi, e invece escono le prime rivelazioni sui conti truccati della Grecia. L’allora capo della Bce, Jean Claude Trichet, un francese come Lagarde, non è all’altezza della situazione, non capisce che tipo di tempesta stia arrivando, e addirittura alza per due volte i tassi nella primavera del 2011.

A OTTOBRE DRAGHI CONSEGNERÀ ALLA LAGARDE IL MANUALE DI ISTRUZIONI


Per fortuna alla fine del suo mandato manca solo qualche mese. Il successore Super-Mario è decisamente all’altezza, salva l’euro con il famoso ‘wathever it takes’ nel luglio del 2012 a cui fa seguire una politica monetaria che evita all’Europa monetaria di saltare e a quella economica e sociale di sprofondare in una Grande Depressione tipo anni '30. Il governo europeo invece, insediato nel triangolo Bruxelles-Berlino-Parigi, non è decisamente all’altezza, e riesce a sbagliare praticamente tutto, dall’austerity come rimedio di tutti i mali, alle incursioni temerarie sulla sponda Sud e Est del Mediterraneo che scatenano la crisi migratoria, al pasticcio dell’Ucraina, fino al capolavoro della Brexit realizzato con la complicità di David Cameron. Ora finalmente si profila una nuova governance che potrebbe anche portare chiarezza. Sull’euro non sembra ci sia molto da temere. A ottobre Draghi insieme al timone della Bce metterà in mano alla zia Christine un bel manuale di istruzioni per l’uso, insieme a un numero di telefono da chiamare anche a notte fonda nel caso ci fosse qualche problema.

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IL BUND FINITO SUL TRONO AL POSTO DEL VECCHIO DEUTSCHE MARK


Anche nella governance politica, che resta come abbiamo scritto un labirinto di scatole cinesi del tutto privo di trasparenza, finalmente si è fatta un po’ di chiarezza. Nel senso che l’azionista di maggioranza tedesco, invece di continuare a nascondersi dietro un prestanome lussemburghese o finnico, ci ha messo la faccia. Non il suo volto più noto e, almeno da quello che si capisce finora, neanche il più competente. L’Europa a trazione tedesca la cui nascita coincide con quella dell’euro ha finalmente un - anzi una - presidente della Commissione germanica. L’euro fu imposto alla Germania riunificata da francesi e alleati per evitare che il già forte deutsche mark diventasse la moneta egemone assoluta. I tedeschi riuscirono a ribaltare la situazione trasformando l’euro da camicia di forza in leva potente di potere economico, con una accelerazione dopo la crisi del debito. Fino al 2010 il sistema monetario europeo era un gioco tra pari, con i rendimenti dei titoli del debito dei partecipanti separati solo da una manciata di punti base. Oggi il Bund ha preso il posto del marco sul trono monetario. Ma con Ursula von der Leyen a Bruxelles la Germania si assume anche la responsabilità politica della guida dell’Europa. Il cantiere della costruzione europea ha bisogno di essere riaperto con importanti lavori di ristrutturazione, e l’azionista di maggioranza finalmente uscito allo scoperto difficilmente potrà sottrarsi.

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BOTTOM LINE


Il grande filosofo tedesco Hegel credeva che la Storia dell’Umanità venisse scritta dallo Spirito del Mondo, un’entità superiore che per realizzare i suoi disegni faceva fare il ‘lavoro sporco’ a uomini di smisurata ambizione, tipo Alessandro Magno o Napoleone, sfruttandone la fame di gloria ai suoi fini, e usando quella che chiamava ‘l’astuzia della ragione’ in tedesco, 'List der Vernunft’. Può darsi che ci sia uno Spirito del Mondo che si sta impegnando a portare avanti la costruzione europea, sicuramente si deve accontentare di materiale umano di qualità un po’ più scadente di quello immaginato dal pensatore di Stoccarda.

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