AllianceBernstein
Unicorni, il fascino può non bastare: serve una crescita solida
Per AllianceBernstein è importante comprendere come una società, che sia un unicorno o sia già quotata, genera fatturato e flussi di cassa
25 Luglio 2019 14:50
Gli unicorni non popolano solo leggende e fiabe, ma anche i mercati finanziari. Sono definite così le società non quotate con un valore pari almeno a un miliardo di dollari, come Uber, approdata poi in borsa, Airbnb o WeWork. La società CB Insights stima che nel mondo ci siano oltre 300 società unicorno dal valore di circa 1.100 miliardi di dollari. Hanno attirato milioni di utenti in tutto il mondo, molte di esse hanno raggiunto fatturati elevati, ma, messe insieme, queste società hanno accumulato perdite per miliardi di dollari e alcune di loro non hanno ancora realizzato utili. Eppure, negli ultimi tempi, sembra proprio che gli investitori in titoli Usa si siano fatti sedurre dal fascino dei fatturati in espansione. Secondo i calcoli di AllianceBernstein, nel primo trimestre di quest’anno, le azioni di società Usa con solidi fatturati hanno offerto, in termini relativi rispetto all’indice S&P 500, un rendimento del 3,4%, mentre quelle con un’elevata redditività sono scese del 2,9%, un risultato in contraddizione con la tendenza di lungo termine che vede le società con forte crescita dei fatturati sottoperformare quelle con un’elevata redditività.
Questo andamento non è poi così insolito: nel 2019 i mercati sono ritornati in modalità “risk-on” e quando aumenta la propensione al rischio, gli investitori acquistano più facilmente titoli con redditività scarsa o nulla, spiega Frank Caruso, gestore di AB American Growth Portfolio. “Come per gli unicorni, la forte crescita dei fatturati di una società quotata appare come un’accattivante e promettente caratteristica di redditività futura, soprattutto in un contesto macroeconomico di rallentamento della crescita”.
E’ importante comprendere in che modo la società genera i propri fatturati. Gli unicorni del settore tecnologico, ad esempio, sono imprese di recente costituzione che impiegano ingenti risorse per accaparrarsi quote nei mercati di nuova creazione, come i servizi di consegna o di coworking. Il risultato è una crescita elevata dei fatturati, ma senza che vi sia generazione di utili; in alcuni casi vi è una generazione di elevati flussi di cassa disponibili, ma questi flussi possono essere alimentati da ricavi differiti e falsati dall’uso di retribuzioni in azioni, imputate come voce di costo. Una volta depurati da questo effetto, i rendimenti dei flussi di cassa disponibili calano, soprattutto nelle società con i fatturati maggiormente in crescita, una dinamica che dovrebbe rappresentare un segnale d’allarme per gli investitori.
L’uso di remunerazioni tramite azioni proprie non suscita grandi preoccupazioni in un’economia e un mercato in buona salute, ma in un’economia in flessione diventa più difficile trattenere i dipendenti con una retribuzione in azioni e questo, a sua volta, ostacola la crescita del fatturato. “Non temiamo una nuova bolla tecnologica, come quella scoppiata venti anni fa, caratterizzata da una concentrazione di titoli estremamente costosi e di titoli della old economy a prezzi stracciati”, rassicura Caruso che, tuttavia, fa notare alcune analogie con quel periodo, come il rapporto prezzo/vendite pari a 2,1 volte, le elevate quotazioni delle imprese tecnologiche giovani e non redditizie, oltre al gran numero di società intenzionate a quotarsi per approfittare dell’attuale fase espansiva del mercato.
“I recenti trend devono essere un monito per gli investitori. Che si investa in una Ipo unicorno o in una società quotata in borsa, bisogna sempre guardare oltre i dati di vendita pubblicati, per quanto allettanti possano sembrare”. Caruso ritiene che una redditività elevata e in crescita, supportata da solidi modelli di business, sia la formula migliore per individuare investimenti in società caratterizzate da una crescita solida e da un potenziale di rendimento in grado di resistere nel tempo. Che è poi la formula utilizzata da Frank Caruso per il fondo AB American Growth Portfolio, uno dei comparti più noti e apprezzati di AllianceBernstein, valutato con quattro stelle da Morningstar.
LA PROPENSIONE AL RISCHIO RIDUCE LA SENSIBILITÀ ALLA REDDITIVITÀ
Questo andamento non è poi così insolito: nel 2019 i mercati sono ritornati in modalità “risk-on” e quando aumenta la propensione al rischio, gli investitori acquistano più facilmente titoli con redditività scarsa o nulla, spiega Frank Caruso, gestore di AB American Growth Portfolio. “Come per gli unicorni, la forte crescita dei fatturati di una società quotata appare come un’accattivante e promettente caratteristica di redditività futura, soprattutto in un contesto macroeconomico di rallentamento della crescita”.
Un approccio da private equity per guardare oltre i rischi politici
Un approccio da private equity per guardare oltre i rischi politici
LE RETRIBUZIONI IN AZIONI FALSANO I FLUSSI DI CASSA
E’ importante comprendere in che modo la società genera i propri fatturati. Gli unicorni del settore tecnologico, ad esempio, sono imprese di recente costituzione che impiegano ingenti risorse per accaparrarsi quote nei mercati di nuova creazione, come i servizi di consegna o di coworking. Il risultato è una crescita elevata dei fatturati, ma senza che vi sia generazione di utili; in alcuni casi vi è una generazione di elevati flussi di cassa disponibili, ma questi flussi possono essere alimentati da ricavi differiti e falsati dall’uso di retribuzioni in azioni, imputate come voce di costo. Una volta depurati da questo effetto, i rendimenti dei flussi di cassa disponibili calano, soprattutto nelle società con i fatturati maggiormente in crescita, una dinamica che dovrebbe rappresentare un segnale d’allarme per gli investitori.
TIMORI DI FINE CICLO
L’uso di remunerazioni tramite azioni proprie non suscita grandi preoccupazioni in un’economia e un mercato in buona salute, ma in un’economia in flessione diventa più difficile trattenere i dipendenti con una retribuzione in azioni e questo, a sua volta, ostacola la crescita del fatturato. “Non temiamo una nuova bolla tecnologica, come quella scoppiata venti anni fa, caratterizzata da una concentrazione di titoli estremamente costosi e di titoli della old economy a prezzi stracciati”, rassicura Caruso che, tuttavia, fa notare alcune analogie con quel periodo, come il rapporto prezzo/vendite pari a 2,1 volte, le elevate quotazioni delle imprese tecnologiche giovani e non redditizie, oltre al gran numero di società intenzionate a quotarsi per approfittare dell’attuale fase espansiva del mercato.
GUARDARE OLTRE I DATI DI VENDITA
“I recenti trend devono essere un monito per gli investitori. Che si investa in una Ipo unicorno o in una società quotata in borsa, bisogna sempre guardare oltre i dati di vendita pubblicati, per quanto allettanti possano sembrare”. Caruso ritiene che una redditività elevata e in crescita, supportata da solidi modelli di business, sia la formula migliore per individuare investimenti in società caratterizzate da una crescita solida e da un potenziale di rendimento in grado di resistere nel tempo. Che è poi la formula utilizzata da Frank Caruso per il fondo AB American Growth Portfolio, uno dei comparti più noti e apprezzati di AllianceBernstein, valutato con quattro stelle da Morningstar.