Antonio Bottillo
Italiani e investimenti: 10,5% annuo è il rendimento 'giusto'
Una ricerca condotta da Natixis Investment Managers ha svelato che gli investitori individuali italiani si aspettano un rendimento annuo del 10,5% al netto dell’inflazione
di Antonio Cardarelli 6 Agosto 2019 14:18
Un rendimento del 10,5% al netto dell’inflazione. È quanto si aspettano di ricavare gli investitori individuali italiani dai propri portafogli di investimento. Una percentuale fin troppo ottimistica, emersa dalla recente indagine condotta da Natixis Investment Managers su 9100 investitori individuali, di cui 400 in Italia. Se i risparmiatori individuali (o retail) sognano il 10,5%, gli investitori professionali puntano invece a un più realistico 4,5% annuo.
Pur essendo forse l’elemento che risalta di più, quello relativo al rendimento atteso è solo uno degli aspetti emersi dallo studio di Natixis IM. Per esempio, l’86% degli intervistati ritiene importante raggiungere i risultati dei propri investimenti nel lungo periodo piuttosto che nel breve. Tuttavia, come nel resto del mondo, anche i risparmiatori italiani sono combattuti riguardo al rischio visto che il 61% pensa che la volatilità possa compromettere il raggiungimento degli obiettivi.
Pur tollerando possibili fluttuazioni del portafoglio del 10%, la non completa consapevolezza del livello di rischio sopportabile caratterizza l’approccio degli investitori individuali italiani. “L’80% dei professionisti della finanza ritiene che il bull market degli ultimi dieci anni abbia abbassato le difese degli investitori”, spiega Antonio Bottillo, country head per l’Italia di Natixis Investment Managers. In particolare, pur sentendosi finanziariamente sicuri (65%) i risparmiatori italiani esprimono preoccupazione per la pressione fiscale (44%), per le spese non preventivate (40%) e per il mantenimento del proprio stile di vita (33%).
Inoltre non c’è ancora molta chiarezza sulle differenze tra fondi attivi e passivi. Il 73,8% degli intervistati sa che i “fondi indice” devono consegnare performance in linea con il mercato e il 55,3% è consapevole dei bassi costi degli investimenti passivi. Tuttavia quasi il 70% degli investitori italiani crede che i fondi passivi possano aiutarli a minimizzare le perdite mentre il 61,5% è convinto che questi strumenti possano permettere di cogliere le migliori opportunità sul mercato. “Questi due elementi – commenta Bottillo – sono in realtà prerogative principali dei fondi attivi”.
La volatilità e le perdite registrate nel quarto trimestre del 2018 hanno spinto gli investitori a guardare in modo critico la loro diversificazione, riaccendendo un interesse per asset class diverse da azioni e obbligazioni. In Italia più del 47% degli interpellati ha confermato di avere già in portafoglio investimenti alternativi e investimenti che seguono i criteri Esg, anche se il peso di questi ultimi è ancora limitato a un 13,8%.
“Alla luce di tali evidenze, educazione e consulenza finanziaria sono due elementi essenziali per guidare le scelte degli investitori, che devono capire come questi fattori possano incidere sui loro portafogli e che cosa si possano realisticamente aspettare in termini di rendimento” conclude Bottillo.
ATTENZIONE AL LUNGO PERIODO
Pur essendo forse l’elemento che risalta di più, quello relativo al rendimento atteso è solo uno degli aspetti emersi dallo studio di Natixis IM. Per esempio, l’86% degli intervistati ritiene importante raggiungere i risultati dei propri investimenti nel lungo periodo piuttosto che nel breve. Tuttavia, come nel resto del mondo, anche i risparmiatori italiani sono combattuti riguardo al rischio visto che il 61% pensa che la volatilità possa compromettere il raggiungimento degli obiettivi.
DIFESA ABBASSATA
Pur tollerando possibili fluttuazioni del portafoglio del 10%, la non completa consapevolezza del livello di rischio sopportabile caratterizza l’approccio degli investitori individuali italiani. “L’80% dei professionisti della finanza ritiene che il bull market degli ultimi dieci anni abbia abbassato le difese degli investitori”, spiega Antonio Bottillo, country head per l’Italia di Natixis Investment Managers. In particolare, pur sentendosi finanziariamente sicuri (65%) i risparmiatori italiani esprimono preoccupazione per la pressione fiscale (44%), per le spese non preventivate (40%) e per il mantenimento del proprio stile di vita (33%).
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FONDI ATTIVI E PASSIVI: TROVA LA DIFFERENZA
Inoltre non c’è ancora molta chiarezza sulle differenze tra fondi attivi e passivi. Il 73,8% degli intervistati sa che i “fondi indice” devono consegnare performance in linea con il mercato e il 55,3% è consapevole dei bassi costi degli investimenti passivi. Tuttavia quasi il 70% degli investitori italiani crede che i fondi passivi possano aiutarli a minimizzare le perdite mentre il 61,5% è convinto che questi strumenti possano permettere di cogliere le migliori opportunità sul mercato. “Questi due elementi – commenta Bottillo – sono in realtà prerogative principali dei fondi attivi”.
SCELTE ALTERNATIVE
La volatilità e le perdite registrate nel quarto trimestre del 2018 hanno spinto gli investitori a guardare in modo critico la loro diversificazione, riaccendendo un interesse per asset class diverse da azioni e obbligazioni. In Italia più del 47% degli interpellati ha confermato di avere già in portafoglio investimenti alternativi e investimenti che seguono i criteri Esg, anche se il peso di questi ultimi è ancora limitato a un 13,8%.
BOTTILLO: SERVE PIÙ EDUCAZIONE FINANZIARIA
“Alla luce di tali evidenze, educazione e consulenza finanziaria sono due elementi essenziali per guidare le scelte degli investitori, che devono capire come questi fattori possano incidere sui loro portafogli e che cosa si possano realisticamente aspettare in termini di rendimento” conclude Bottillo.