BTP
Spread, una crisi e tre scenari: ecco cosa può succedere
Il parere degli esperti sui risvolti della crisi italiana: l’ipotesi migliore per lo spread sembra essere quella di una solida coalizione di centrodestra al Governo
9 Agosto 2019 14:14
Dopo la mozione di sfiducia presentata da Salvini nei confronti di Conte, il Governo 5Stelle-Lega sembra essere ormai arrivato agli sgoccioli. Con la crisi aperta gli investitori tornano a chiedersi quali saranno le conseguenze per gli asset italiani, sia azionari che obbligazionari, con un occhio particolare all’andamento dello spread. Il differenziale di rendimento tra Btp e Bund con scadenze a 10 anni è tornato a salire in maniera piuttosto repentina. Il trend rimarrà questo? Dipenderà, ovviamente, dall’evoluzione della crisi di Governo.
In particolare, secondo Vincenzo Longo, market strategist per Ig Group, sarà fondamentale per l’andamento dello spread italiano la lunghezza del periodo che ci separerà dalle prossime elezioni. Per provare a semplificare una situazione in divenire, che diventerà più chiara solo nei prossimi giorni, abbiamo ipotizzato tre possibili scenari. Il primo è quello di nuove elezioni in autunno, il secondo di un governo di transizione incaricato di approvare la manovra finanziaria per arrivare a nuove elezioni in primavera, il terzo è basato su un rimpasto con l’asse della coalizione spostato verso la Lega a scapito dei 5Stelle.
“Un ritorno alle urne in autunno significherebbe ridurre il periodo di incertezza e ciò avrebbe un impatto positivo sugli asset italiani – spiega Vincenzo Longo – Inoltre un Governo sostenuto da una coalizione stabile di centrodestra, che al momento sembra in forte vantaggio nei sondaggi, verrebbe apprezzato dagli operatori perché porterebbe politiche per la crescita”. E cosa comporterebbe questa ipotesi per lo spread? Al netto di movimenti dovuti alle dichiarazioni del momento e di una salita temporanea, secondo Longo non ci sarebbero grandi oscillazioni: “Non sarebbe inverosimile aggiornare i minimi di maggio 2018 e vedere uno spread intorno ai 130 punti base”.
Il secondo scenario, che contempla tra l'altro un aumento dell’Iva a fronte dell’impossibilità di fare una manovra più incisiva e politica, avrebbe ripercussioni maggiori sullo spread. “In caso di elezioni in primavera il periodo di incertezza sarebbe più prolungato e la campagna elettorale più lunga – afferma Longo – e lo spread potrebbe oscillare tra i 200 e i 230 punti. Uno scenario intermedio per i mercati, che però certamente eviterebbe lo scontro con l’Europa sulla manovra”.
La terza ipotesi, quella di un rimpasto a favore della Lega, secondo Longo sarebbe quella che i mercati accoglierebbero con più dubbi: “Pur avendo più ministri – commenta Longo – i 5Stelle sarebbero più agguerriti e le riforme resterebbero bloccate. In questo caso lo spread si avvicinerebbe a 300 punti base grazie, bisogna ricordarlo, al tetto fornito dall’atteggiamento più accomodante della Bce contro possibili attacchi speculativi”.
Un’ipotesi, quella di un governo di centrodestra a guida Lega, che viene letta positivamente a anche da Gary Kirk, founding partner and portfolio manager di TwentyFour Asset Management (Vontobel). Secondo Kirk, al netto di “una certa volatilità a breve termine nei Btp”, sul lungo periodo “un governo più convenzionale, che non debba promettere politiche diverse per soddisfare una coalizione sostenuta da destra e sinistra, potrà essere di supporto per i Btp italiani”.
INCERTEZZA, IL PUNTO FONDAMENTALE
In particolare, secondo Vincenzo Longo, market strategist per Ig Group, sarà fondamentale per l’andamento dello spread italiano la lunghezza del periodo che ci separerà dalle prossime elezioni. Per provare a semplificare una situazione in divenire, che diventerà più chiara solo nei prossimi giorni, abbiamo ipotizzato tre possibili scenari. Il primo è quello di nuove elezioni in autunno, il secondo di un governo di transizione incaricato di approvare la manovra finanziaria per arrivare a nuove elezioni in primavera, il terzo è basato su un rimpasto con l’asse della coalizione spostato verso la Lega a scapito dei 5Stelle.
PRIMO SCENARIO: VOTO IN AUTUNNO
“Un ritorno alle urne in autunno significherebbe ridurre il periodo di incertezza e ciò avrebbe un impatto positivo sugli asset italiani – spiega Vincenzo Longo – Inoltre un Governo sostenuto da una coalizione stabile di centrodestra, che al momento sembra in forte vantaggio nei sondaggi, verrebbe apprezzato dagli operatori perché porterebbe politiche per la crescita”. E cosa comporterebbe questa ipotesi per lo spread? Al netto di movimenti dovuti alle dichiarazioni del momento e di una salita temporanea, secondo Longo non ci sarebbero grandi oscillazioni: “Non sarebbe inverosimile aggiornare i minimi di maggio 2018 e vedere uno spread intorno ai 130 punti base”.
SECONDO SCENARIO: VOTO IN PRIMAVERA
Il secondo scenario, che contempla tra l'altro un aumento dell’Iva a fronte dell’impossibilità di fare una manovra più incisiva e politica, avrebbe ripercussioni maggiori sullo spread. “In caso di elezioni in primavera il periodo di incertezza sarebbe più prolungato e la campagna elettorale più lunga – afferma Longo – e lo spread potrebbe oscillare tra i 200 e i 230 punti. Uno scenario intermedio per i mercati, che però certamente eviterebbe lo scontro con l’Europa sulla manovra”.
Crisi, la politica rimette sotto pressione Btp e Borsa
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TERZO SCENARIO: RIMPASTO
La terza ipotesi, quella di un rimpasto a favore della Lega, secondo Longo sarebbe quella che i mercati accoglierebbero con più dubbi: “Pur avendo più ministri – commenta Longo – i 5Stelle sarebbero più agguerriti e le riforme resterebbero bloccate. In questo caso lo spread si avvicinerebbe a 300 punti base grazie, bisogna ricordarlo, al tetto fornito dall’atteggiamento più accomodante della Bce contro possibili attacchi speculativi”.
VONTOBEL: NUOVO GOVERNO POSITIVO PER LO SPREAD
Un’ipotesi, quella di un governo di centrodestra a guida Lega, che viene letta positivamente a anche da Gary Kirk, founding partner and portfolio manager di TwentyFour Asset Management (Vontobel). Secondo Kirk, al netto di “una certa volatilità a breve termine nei Btp”, sul lungo periodo “un governo più convenzionale, che non debba promettere politiche diverse per soddisfare una coalizione sostenuta da destra e sinistra, potrà essere di supporto per i Btp italiani”.
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