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Finanza e tech non temono i dazi e trascinano le azioni Usa

Le aziende dell’S&P 500, e in particolare quelle dei settori finanza e tech, stanno mostrando risultati incoraggianti. L’analisi è di Corvino (Zest AM) che invita ad andare oltre i dazi guardando i fondamentali

12 Agosto 2019 15:47

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Nell’ultima settimana l’attenzione degli investitori è stata rivolta esclusivamente alle nuove tensioni commerciali tra Washington e Pechino a seguito dell’annuncio dei nuovi dazi al 10% dal 1° settembre sull’import cinese per un controvalore di 300 miliardi di dollari.

ANALISI SUI FONDAMENTALI


Tuttavia, Pasquale Corvino, gestore del fondo Zest North America Pairs Relative - tra i migliori fondi del mese di giugno 2019 nella propria categoria – preferisce analizzare i fondamentali economici e aziendali partendo dai dati diffusi nei giorni scorsi sulla crescita americana: “E’ vero che la dinamica dell’economia a stelle e strisce tra aprile e giugno ha evidenziato una decelerazione rispetto al primo trimestre ma ha ugualmente messo a segno un incremento del 2,1% grazie alla spinta ricevuta dalla spesa dei consumatori che rappresenta oltre i due terzi dell'attività economica del paese”, spiega il gestore.

USA: SPESA PER CONSUMI +4,3% NEL SECONDO TRIMESTRE


Nel primo trimestre il Pil americano aveva evidenziato un aumento del 3,1%, rivisto successivamente al +3,2%. Nel secondo trimestre, è la spesa per consumi  a tirare la volata grazie ad un +4,3% che si confronta con il +1,1% della precedente rilevazione. Tra aprile e giugno i prezzi al consumo, in base all'indice Pce (Personal Consumption Expenditures), hanno messo a segno un incremento del 2,5% dal precedente 0,8% (mentre il consenso non andava oltre il +1,9%).

Mercati finanziari pronti a virare in positivo con un miglioramento dei dati economici


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SPESE FEDERALI AL TOP DAL 2009


Analizzando le diverse componenti che hanno alimentato la crescita trimestrale del +2,1%, i driver sono stati in particolare le spese per consumi e quelle federali. Le prime hanno registrato un incremento sostenuto del +4,3%, riportando il tasso di crescita più robusto dal quarto trimestre del 2017. Le spese federali sono balzate addirittura del +5%: si tratta dell’incremento di maggiore intensità dal secondo trimestre del 2009, i tre mesi che hanno certificato l'uscita dell'economia Usa dalla Grande Recessione.

AZIENDE IN UTILE: IL 77% HA MOSTRATO RISULTATI MIGLIORI DELLE ATTESE


"I dati sui consumi mostrano una solida tenuta confermando di essere forti e di poterlo continuare a essere anche nei prossimi mesi. Dal punto di vista finanziario, invece, va segnalato che ad oggi il 77% delle società che hanno registrato un utile nel secondo trimestre hanno mostrato un risultato migliore di quelle che erano le attese” puntualizza Pasquale Corvino.

BENE SETTORI FINANZIARI E HI TECH


In generale i risultati trimestrali sono stati tendenzialmente positivi per i finanziari e per la tecnologia, mentre i settori energy e quelli più legati all'industria hanno evidenziato maggiori difficoltà: tuttavia, è la conclusione del gestore, nel complesso emerge una crescita, sebbene più contenuta rispetto a quella prevista dagli analisti che hanno rivisto al ribasso le proprie stime. In base alle elaborazioni di Refinitiv (gruppo Thomson Reuters) all’8 agosto sulle aziende dell’S&P 500 la crescita dei profitti aziendali statunitensi nel secondo trimestre è proiettata al +2,8%, contro il +1,6% del primo trimestre e, soprattutto, ben al di sopra della stima di consenso degli analisti dello scorso 1° aprile (ferma al +0,3%).

IN ATTESA DELLE MOSSE DELLE BANCHE CENTRALI


"Occorre ricordare che in questa fase i mercati contano sulle decisioni delle banche centrali, a partire naturalmente dalla Federal Reserve statunitense, dalle quali si aspettano delle misure in grado di rianimare la ripresa di un’economia che a livello globale, a prescindere da quelli che sono stati i dati del secondo trimestre degli Stati Uniti, continua a segnalare un rallentamento" conclude Pasquale Corvino.

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